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Gara di cinismo

"Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare".

Gara di cinismo

Da un po’ di tempo questa poesia che alcuni dicono di Brecht, altri di un altro personaggio, di cui ora non ricordo il nome, circola su internet, viene spedita, stampata e fatta girare tra le persone che non condividono un pericoloso clima di razzismo che si sta diffondendo in Italia (e non solo ahimè).

 

Questa poesia mi è subito venuta in mente quando ho letto la notizia sul Corriere della Sera riguardante una legge della Regione Veneto in merito ai trapianti d’organo.

La legge in questione è nella delibera 851 del 31 marzo 2009. Si parla di «controindicazioni assolute al trapianto d’organo» in caso di, tra l’altro, «danni cerebrali irreversibili» e «ritardo mentale con quoziente intellettivo inferiore a 50». Tra le «controindicazioni relative» figura invece il «ritardo mentale con quoziente intellettivo inferiore a 70».

Il fatto è salito ai fasti della cronaca per la denuncia di tre medici e ora alla Regione si affrettano a smentire, a minimizzare.

E dunque, muore qualcuno che mi è caro, ma io amo tanto gli esseri umani che, avendo avuto l’assenso del mio caro quand’era ancora vivo, decido di lasciare i suoi organi a disposizione per il trapianto.

Cosa potrei pensare sapendo che il cuore che ho amato, il cuore di una persona magari brillante, intelligente, indipendente finirà nel corpo di un minorato mentale?

Cosa potrebbe pensare la persona giovane, piena di prospettive per il futuro, di progetti sapendo che in lista d’attesa per un cuore è preceduto da un minorato mentale?

Diciamocelo... sorge il dubbio su cosa sarebbe meglio.

Meglio un trapianto a uno pieno di intelligenza e prospettive o a uno che non sa che farsene della vita perché non c’è con la testa?

A questa domanda però potrebbero seguirne altre.

Meglio il trapianto a un Italiano minorato mentale o a un extracomunitario intelligente?

A uno già avanti con gli anni o a uno giovane?

A una donna o a un uomo?

A uno che occupa un posto di responsabilità nel mondo del lavoro o a un semplice operaio?

A un minorato mentale o a un gay?

A un uomo incensurato o a un carcerato?

Le ipotesi potrebbero continuare, solo a pensarle ho sentito la febbre del cinismo salire in me di qualche grado e così mi fermo lasciando ai personali cinismi di ciascuno le altre ipotesi di scelta.

Ognuno coi suoi cinismi si può chiedere, sommessamente, magari vergognandosi, magari suo malgrado: ma che se ne fa di un cuore nuovo un minorato mentale che forse non capisce nulla della vita, che magari conduce un’esistenza infelice, rispetto a uno “normale”?

Via, secondo me quasi tutti siamo sfiorati dal dubbio.

Proprio qui, proprio perché il dubbio cinico, il dubbio forse legato alla legge della sopravvivenza della specie, sorge quasi naturalmente, proprio qui deve intervenire la legge, cioè una norma comune che tuteli dal più forte il più debole.

Certo è grave che io non mi preoccupi se portano via gli zingari, ma sarebbe un affare privato e riguardante la mia disgustosa personalità; il vero problema è che l’autorità decida di perseguire gli zingari e poi via via tutti gli altri.

Quel che angoscia è che sia in una legge del Veneto questa discriminazione che personalmente trovo intollerabile. Quel che angoscia e che la gente spesso non capisce è proprio questo: se si dà posto alla pancia che ha paura di tutti i diversi, che tende all’autoconservazione, e la si asseconda invece di educarla, allora nessuno si salverà.

Prima gli zingari, poi gli omosessuali, poi quelli che portano la barba, poi le donne troppo vecchie, poi i ragazzi con gli occhiali scuri, poi le signore in pantaloni verde prato...

Questa idea della Regione Veneto oltretutto non è così originale: non solo nella Germania nazista i primi a essere eliminati furono i minorati mentali, ma anche negli USA si fecero esperimenti su di loro.

Che dopo tanto tempo, tanta storia, tanto dolore e vergogna per fatti così abominevoli si torni a mettere per legge una tanto grave discriminazione (e se anche ora verrà negato tutto, la delibera c’è pur stata, la macchia c’è e non si cancella facilmente) è il segno di una inciviltà che avanza, ma non è una barbarie dei cittadini, prima di tutto è una barbarie della politica, il che è certo molto più grave.

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