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Gaetano Pecorella e gli ordini del Presidente

Napoli "rischia il disastro ambientale da qui a 30 giorni" se non si arriverà ad una deroga del principio della gestione provinciale dei rifiuti, che permetta di scaricare nelle altre discariche della regione. Lo ha detto il presidente della Commissione parlamentare d' inchiesta sul ciclo dei rifiuti Gaetano Pecorella. Al momento non ci sono elementi per ritenere che vi siano infiltrazioni dei clan della camorra nell'attuale crisi rifiuti spiega Pecorella, le nuove dichiarazioni di collaboratori di giustizia sulle commistioni tra camorra e ciclo dei rifiuti "si riferiscono solo ad episodi datati, e non a situazioni attuali".

Gaetano Pecorella ritiene ''datata'' anche la carcerazione di Ferraro Nicola, ex consigliere regionale dell’Udeur, finito agli arresti lo scorso luglio? Accusato di vestire i panni di imprenditore nel settore dei rifiuti, ed esponente politico di rilievo regionale, con i reggenti dei gruppi Schiavone e Bidognetti; l’ex consigliere regionale avrebbe ricevuto sostegno elettorale e, assieme al fratello Luigi, a sua volta arrestato, un appoggio determinante per l’affermazione delle loro aziende. In cambio, avrebbero prestato la loro opera a favore del clan dei Casalesi ”per agevolare l’attribuzione di risorse pubbliche attraverso l’aggiudicazione di appalti ad imprese compiacenti, nonchè per favorire il controllo da parte del clan dello strategico settore economico dello smaltimento dei rifiuti”. I provvedimenti furono emessi su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.

Forse Gaetano Pecorella, ritiene ''datato'' il caso, Nicola Cosentino? Non ricorda forse che l'unico motivo per cui, Cosentino, non si è visto aprire i cancelli della prigione è che la Camera negò l'autorizzazione ad usare le intercettazioni che lo inchiodavano all'accusa di associazione mafiosa, appaltopoli, tangentopoli, rifiutopoli? E il sistema Mastella, lo scandalo delle assunzioni all'Arpac? Non è forse l'Arpac indagata per rilascio di autorizzazioni non a norma di legge, per la falsificazione di documenti quali la sicurezza degli impianti di discariche e gestione rifiuti? Non è forse indagata, l'Arpac per aver assunto i fiduciari di politici e imprenditori cui spettava la gestione dei rifiuti in Campania?

È datata anche la richiesta di archiviazione da parte della Procura di Napoli a favore degli ex commissari straordinari all’emergenza rifiuti in Campania, accusati di falso, truffa allo Stato, corruzione, abuso di ufficio, traffico illecito di rifiuti nell’ambito dell’inchiesta - Rompiballe – e accolta lo scorso ottobre, dal gip del tribunale penale di Roma, Silvia Castagnoli, che motivava l'archiviazione per mancato accertamento di un «diretto coinvolgimento» degli ex commissari straordinari, Guido Bertolaso, Alessandro Pansa e Corrado Catenacci, oggi assessore alla legalità nel comune di Positano. Secondo il gip: emerge un vasto sistema di abusiva gestione delle lavorazioni dei rifiuti solidi urbani prodotti in Campania, realizzato con una serie di condotte, compresa la redazione di documenti falsi, riferibili, in parte al commissariato per l’emergenza rifiuti. Gli atti per i quali Bertolaso, Pansa e Catenacci avrebbero commesso i reati, secondo il provvedimento di archiviazione, sono «di pertinenza di funzionari di livello inferiore, cui spettava il controllo su singoli e specifici aspetti». Ricordiamo che agli atti ci sono le trascrizioni delle intercettazioni tra commissari straordinari, avvocati, questori e imprenditori collusi con il sistema. Gaetano Pecorella dimentica, nella sua valutazione, la presenza di un Cesaro Luigi, presidente della provincia di Napoli, nel 1984 arrestato nell'ambito di un blitz contro la "Nuova Camorra Organizzata" di Raffaele Cutolo. Vicenda giudiziaria recentemente ricostruita in una inchiesta di Claudio Pappaianni pubblicata sul settimanale l’Espresso. Cesaro fu condannato nel 1985 dal Tribunale di Napoli a di 5 anni di reclusione, per aver stretto amicizia con tutti i grossi esponenti dell'organizzazione mafiosa, fornendo - come affermavano vari pentiti del sodalizio criminale - mezzi, abitazioni per favorire la latitanza di alcuni membri, e dazioni di danaro. Il verdetto fu ribaltato in sede d'appello nell'aprile 1986, quando Cesaro venne assolto per insufficienza di prove. Ma, come ha raccontato Pappaianni nella sua inchiesta, nonostante Cesaro sia stato scagionato dalle accuse, gli stessi giudici che lo hanno assolto hanno stigmatizzano il preoccupante quadro probatorio a suo carico. Era stato lo stesso Cesaro, infatti, a confermare in aula i suoi rapporti stretti con i vertici della NCO - incluso don Raffaele Cutolo - quando ha raccontato di una "raccomandazione" chiesta a Rosetta Cutolo, sorella del boss, per far cessare le richieste estorsive di Pasquale Scotti, personaggio tuttora ricercato ed inserito nell'elenco dei trenta latitanti più pericolosi d'Italia. Nel 1988, all'epoca Assessore al Bilancio del Comune di Sant'Antimo, sfuggì all'arresto a seguito di indagini della Magistratura, in merito a truffe ai danni dello Stato perpetrate dalla Giunta comunale in accordo con le consorterie criminali del posto.

Nel 1991, a seguito dello scioglimento del Comune di Sant'Antimo per infiltrazioni di tipo mafioso, si accertarono coinvolgimenti del Cesaro, unitamente ai fratelli Aniello e Raffaele.

Nel settembre 2008, il collaboratore di giustizia Gaetano Vassallo indica in Luigi Cesaro "un fiduciario del clan Bidognetti" ed afferma inoltre che "Mi spiegarono che Luigi Cesaro doveva iniziare i lavori presso la Texas di Aversa e che in quell'occasione si era quantificata la mazzetta che il Cesaro doveva pagare al clan. Inoltre gli stessi avevano parlato con il Cesaro per la spartizione degli utili e dei capannoni che si dovevano costruire a Lusciano attraverso la ditta del Cesaro sponsorizzata dal clan Bidognetti". Ci si è dimenticati anche di tutte le relazioni tecniche, l'ultima protocollata il 30 marzo 2010, dall'Ente Parco Vesuvio e indirizzata all'Arpac e al governo italiano, nella quale veniva negata l'autorizzazione a conferire nuovamente nella Sari e nella quale si pregava di bonificare un sito altamente contaminato per la presenza di balle tossiche risalenti al 1994.

Non è forse lo stesso Gaetano Pecorella indagato per aver indotto alla falsa testimonianza i suoi assistiti? Non è forse Gaetano Pecorella persona poco indicata a controllare sia stata - legale - la gestione dell'emergenza rifiuti in Campania a opera del suo stesso assistito Silvio Berlusconi? Sulla base di quale articolo di legge o competenza sanitaria ha potuto dichiarare ieri, in seguito alla sua venuta a Terzigno, che la Sari può e deve riaprire per scongiurare una grave emergenza sanitaria?

Insomma, ieri Gaetano Pecorella è venuto a Terzigno non a verificare venga rispettata la legge, ma per imporre la legge del suo assistito, Silvio Berlusconi. Trasfigurando le analisi svolte sulle falde acquifere di Terzigno.

Il prefetto di Napoli, Andrea De Martino, ha inviato una lettera la sindaco di Terzigno, Auricchio, invitandolo a "riesaminare le motivazioni poste alla base dell'ordinanza" con la quale bloccava gli sversamenti di rifiuti in Cava Sari.

"Oggi l'Asl Napoli 3 ha trasmesso la relazione sull'esito delle analisi condotte in Cava Sari - scrive il prefetto - e entrambi i documenti, dell'Azienda sanitaria e dell'Aprac, concordano sul fatto che i risultati analitici non portano a ritenere che i superamenti riscontrati siano correlabili ad infiltrazioni di percolato nelle falde acquifere". Peccato che l'Asl Napoli 3 è il risultato dello scandalo dell'Asl Napoli 5, circuito di mazzette e abuso di ufficio e corruzione a vario titolo e l'Arpac, sappiamo cosa ha fatto e come sa ''accontentare'' i suoi clienti.

Difficile spiegare lo stato d'animo dei cittadini napoletani e vesuviani. Ridicolo l'abuso di potere esercitato da tutti gli uomini del Presidente Berlusconi, grave la perpetuata violazione di tutti gli articoli di legge del codice penale, ridicola questa farsa tra ordinanze di messa in sicurezza, di blocco dei conferimenti, di sblocco dei conferimenti, di audizioni falsate e preparate a tavolino, di visite da parte di uomini indegni di indossare la toga, di medici troppo cordiali con i padroni di Italia, di sindaci incapaci di puntare i piedi e di affrontare i potenti regnanti. Proprio ai sindaci vesuviani, ieri firmatari di una lettera vergognosa va il mio ultimo amaro pensiero.

Da Forza Italia ai Ds. Passando anche per Udeur e An. Così il business della spazzatura ha coinvolto le forze politiche. Questo è davvero ridicolo, pensare di poter sfuggire alla giustizia per sempre.

La Commissione europea ha disposto per lunedì e martedì prossimi una missione in Campania per controllare lo stato dell'emergenza rifiuti. L'ispezione della Commissione europea sarà composta da 4-5 persone e sarà guidata dalla responsabile della Direzione generale Ambiente, l'italiana Pia Bucella.

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