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Franco Battiato assessore: "la cura" della Sicilia

Il cantautore siciliano, emblema dell'impegno civico, ha accettato l'incarico di assessore alla cultura proposto dal neo-presidente Crocetta.

Di delusioni, ne abbiamo avute tante. Ogni qualvolta un esempio positivo si approssimava all'orizzonte, apparivano nubi che diventavano tempeste di volgarità, di interesse privato, di sporchi giochi di potere che tutto raccontavano eccetto che disinteresse. È di oggi l'annuncio di Crocetta: Franco Battiato sarà il nuovo assessore alla cultura della regione Sicilia. In un tempo così burrascoso, con un divenire così incerto, è fondamentale che gli intellettuali passino dal "raccontare" la realtà, a forgiarla e indirizzarla.

Il cantautore siciliano ha detto poche cose, quelle giuste: "Accetto volentieri, è il momento d’impegnarsi per la mia terra — dice — ma la parola assessore mi offende, preferisco essere chiamato Franco. Io però non posso e non voglio cambiare mestiere. Non faccio politica e non voglio avere a che fare con politici e ho chiesto a Crocetta la libertà di organizzare eventi che mettano in contatto la Sicilia con il resto del mondo. Rinuncio da subito allo stipendio da assessore".

Viene alla mente l'impegno di Vecchioni con il comune di Napoli, assoldato per 200.000 euro e decaduto appena l'ammontare della cifra aveva destato scandalo. Qui siamo in un altro campo, un altro stile, quello di cui abbiamo bisogno: "Non servono tranquillanti, o ideologie, ci vuole un'altra vita".

Povera patria!

Schiacciata dagli abusi del potere

di gente infame, che non sa cos'è il pudore,

si credono potenti e gli va bene quello che fanno;

e tutto gli appartiene.

Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!

Questo paese è devastato dal dolore...

ma non vi danno un po' di dispiacere

quei corpi in terra senza più calore?

Non cambierà, non cambierà no cambierà, forse cambierà.

Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?

Nel fango affonda lo stivale dei maiali.

Me ne vergogno un poco, e mi fa male vedere

un uomo come un animale.

Non cambierà, non cambierà si che cambierà, vedrai che cambierà.

Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali

che possa contemplare il cielo e i fiori,

che non si parli più di dittature se avremo ancora un po' da vivere...

La primavera intanto tarda ad arrivare. 

F. Battiato

Questo articolo è stato pubblicato qui

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