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Francesco l’evangelizzatore

Per la prima volta un Papa diventa profeta, capace di scuotere le coscienze. Per la prima volta un uomo cammina sul calvario, sentendo la sofferenza dei tanti per farla sua e far sì che un nuovo mondo sorga sulle ceneri dell’attuale, in cui la cattiveria, l’egoismo, l’arroganza la mediocrità e l’ipocrisia sono diventati i nuovi totem di una società che lentamente rischia di collassare.

Invece di andarsene in vacanza come tutti i suoi predecessori hanno fatto durante l’estate, Papa Bergoglio sotto un sole cocente si mette in cammino andando a Lampedusa, isola nota per gli attracchi delle carrette del mare cariche di “merce umana” sulla quale lucrare. Il Papa diventa quindi segno, per far sì che il deserto delle coscienze possa diventare terra fertile su cui piantare i semi della bontà e dell’amore.

Una scelta missionaria la sua, un andare verso strade tortuose spogliandosi di tutto per essere un faro nelle notti buie e tempestose e indicare con i bagliori di luce la strada che conduce nel porto. Non era mai successo che un uomo venuto dalla fine del mondo cominciasse a parlare il linguaggio incondizionato dell’amore, pronunciando parole che diventano frecce capaci di far sanguinare il cuore e scuotere l’aridità delle coscienze, tanto da sciogliere quell’indifferenza divenuta padrona delle nostre esistenze. Un uomo che passo dopo passo erode quelle barriere di odio ed egoismo dietro le quali ci trinceriamo, vivendo nello squallore dell’insensibilità, professando la fede dei soldi, degli affari e girando lo sguardo dall’altra parte non appena siamo chiamati in causa ad agire in nome del bene e della solidarietà.

Bergoglio, che sente quanto siano strette le maglie della globalizzazione, comincia attraverso i suoi gesti e il suo agire a restituire senso ad ogni parola che esce dalle nostre bocche, a chiedere lumi su una vita votata all’apatia e al solo volere e possedere, come se fossimo padroni del mondo, di in una terra che stiamo condannando a morire miserabilmente. Sa benissimo il Papa, nella sua infinita saggezza, di quanto la verità sia difficile da ricercare e avverte un malessere legato alla difficoltà del vivere, a un sentirsi disorientati difronte a uomini arroganti che, nel ricercare il potere assoluto, non esitano a schiacciare i più deboli, gli ultimi, coloro che non hanno attualmente nulla se non la disperazione nei loro occhi e il desiderio di riscattarsi per sentirsi uomini tra gli uomini.

Il Papa della fine del mondo, il nuovo profeta, ristabilisce finalmente una verità assoluta. Nessuno può tirarsi indietro e pronunciare la parola "amore" se non è capace di abbeverarsi alla sorgente della propria anima, se non riesce a essere segno camminando tra la sofferenza e riscoprire cosa sia la parola "fratello", cosa vuol dire misurarsi con le continue tribolazioni.

Ci voleva un Papa, un uomo come lui per rivoluzionare le nostre coscienze e farci capire che l’amore è come un vento, non si vede, ma se ne percepisce la sua intima essenza.

 

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