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Fincantieri non molla. Una tappa è raggiunta

L'appuntamento era a Roma e gli operai della Fincantieri di Castellamare di Stabia si son fatti trovare puntuali. All'Eur, al Ministero delle attività produttive. Quelli di Genova e Ancona son venuti col treno e li hanno fatto scendere all'Ostiense, e poi il corteo dirottato verso il Colosseo. Per motivi di ordine pubblico. In realtà per non far accendere una miscela esplosiva tra operai e operai uniti, insieme nella lotta, insieme incazzati. Il folcklore dei napoletani sotto e sopra la delegazione che chiedeva il ritiro del piano industriale che prevede licenziamenti, cassa integrazione e chiusura di stabilimenti.

Da Piramide parte il corteo dei genovesi, striscioni e un lungo nastro con su riportato le date di tutte le navi costruite negli stabilimenti di Riva.Oltre trecento. Di già il clima si infiamma: alcuni provocatori, dicono, cercano di entrare nel corteo. Gli operai li respingono. Un po' di tafferugli, scazzi, qualche spintone, ma poi tutto si ricompone: Incomprensione dicono. Qui l'atmosfera è un po' più triste. Parlo con un giovane operaio di Sestri Ponente. Lui ha un mutuo, una giovane moglie e un bambino che arriva. Spera di poter mettere su famiglia. Ma se chiude il cantiere la sua vita è chiusa e quella della sua famiglia. 

Prima di arrivare al Colosseo uno sbarramento fra polizia e carabinieri chiude la strada. I gipponi schierati. Dietro il corteo finanza e carabinieri li chiudono in una morsa. Non capisco cosa vogliono fare. Mi trovo fuori dal corteo e le forze dell'ordine non mi fanno avvicinare, mi allontanano. Devo fare solo delle foto, grido. Niente da fare, mi grida un finanziere dall'accento siciliano. Sono più di qualche centinaia contro operai che vogliono e chiedono lavoro. Sono in assetto
antisommossa con casco e scudo. Temo il peggio.

Poi sento un grido liberatorio. Arriva la notizia dall'EUR che hanno ritirato il piano industriale e che forse Bono, l'AD dà le dimissioni. Ma ancora lo sbarramento non si apre. Poi piano piano si vede del movimento. I gipponi si muovono e riesco ad entrare nella gabbia dei leoni pericolosi. Non tutti gli operai son contenti. Sono incazzati per come li hanno trattati peggio dei criminali, Sotto il sole, senz' acqua, intrappolati, chiusi davanti e da dietro. Senza via d'uscita. I sindacalisti cercano di farne una ragione, di far calmare i più giovani.

Ci si muove verso la stazione. Si ritorna a casa con un risultato. Ma il clima è demoralizzato. Si sentono delle vacche trasportati a destra e a manca dentro vagoni del bestiame. Chiedono dignità. In fondo hanno lavorato una vita, vogliono lavorare una vita. Li trattano come bestiame al macello

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