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Figuraccia Merkel: al 26% nelle elezioni del Nord Reno!

 

Nel Nordreno Westfalia, in Germania, il partito di maggioranza scende al 26% (era al 34% nell’ultima consultazione). Trionfano i socialdemocratici, che escono incrementano notevolmente il numero dei suffragi.

 

Un disastro ad Heinsberg (-10%), uno sfacelo a Paderborn (-6%), la solita figuraccia a Duisburg (dal 21 al 14%) in un land che non ha esitato a ricorrere ad elezioni anticipate per porre rimedio alla caduta dell’esecutivo di minoranza del land, retto dalla socialdemocratica Hannelore Kraft, battuto sul voto di bilancio.

Le precedenti elezioni avevano restituito agli elettori una situazione di sostanziale parità, in cui i due maggiori partiti teutonici si erano attestati su una percentuale di poco superiore al 34%. Questa volta invece, a due anni di distanza, i rapporti di forza sono cambiati: non più una situazione di ingovernabilità quindi, ma un SPD (i socialdemocratici) che arriva al 39% dei suffragi, che sommati all’11% dei Verdi (nella coalizione del precedente esecutivo) renderanno più stabile la situazione politica dello stato federato.

Il partito della Merkel cade rovinosamente: il coordinatore locale, il principale antagonista della Kraft Norbert Roettgen, rassegna giustamente le dimissioni assumendosi in prima persona le responsabilità del crollo verticale del consenso, dovuto probabilmente all’eccesso di politiche ostruzioniste in seno alla precedente assemblea.

Sostanzialmente stabile la percentuale dei votanti, attestatasi intorno al 60%.

E’ il trionfo di Hannelore Kraft, la lady laureata in economia ma che non fa sconti sulla cultura e l’istruzione. E’ il trionfo di chi spende per costruire un domani migliore, per una formazione culturale e professionale di altissimo livello. Tutti servizi che indubbiamente richiedono un non indifferente impegno economico, argomento tabù per i Cristiano Democratici della Merkel che probabilmente pagano l’eccessiva austerità con cui vengono affrontati tutti gli argomenti economici. Certo, sarebbe bello poter credere che il voto della Germania è l’espressione politica di un popolo che vota contro i gerarchi dell’Europa delle banche e della finanza, di cui la Merkel è paladina.

Ma probabilmente non è così: l’analisi sottolinea il disinnamoramento del land più popoloso della Germania, per la politica della sua cancelliera (ripresa dal fedele Roettgen) e la volontà di premiare la Presidentessa Kraft, regista di un meccanismo perfetto e altamente produttivo, come quello dell’industria nella Ruhr. A questo deve aggiungersi la forte ventata di cambiamento che scuote le fondamenta dell’Europa stessa, quella che ha portato Hollande all’ Eliseo.

L’austerità non piace ai tedeschi perché, a loro modo di vedere, produce esclusivamente miseria e malcontenti. Non si vuole permettere ai boia dello stato sociale di portare a termine la loro politica scellerata.

E quella del Nord Rhein Westfalen è probabilmente la prima picconata che, ad ottobre 2013, dovrebbe sancire la fine politica di Angela Merkel alla guida della Germania: perché, in fin dei conti, a nessuno piace avere un cancelliere spilorcio…

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