• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Europa > L’Ungheria rivendica la Transilvania

L’Ungheria rivendica la Transilvania

In quella che è considerata la capitale dei magiari di Transilvania, lo scorso quindici Marzo si è sfiorato l’incidente diplomatico tra Ungheria e Romania

Si è veramente sfiorato l’incidente diplomatico tra Romania ed Ungheria, che sino al luglio prossimo deterrà la Presidenza semestrale dell’Unione europea, lo scorso quindici marzo a Tirgu Mures, moderna e ricca città del centro della Transilvania abitata in prevalenza da romeni di nazionalità magiara tanto da essere considerata l'unica città di una certa consistenza demografica a rappresentare la nazione ungherese in terra romena.

Come è noto la Transilvania è la maggior regione multietnica dell’Unione europea. E’ abitata da romeni ed ungheresi per la maggior parte ma anche da sassoni, la comunità di lingua tedesca però da vent’anni è quasi scomparsa a causa dell’emigrazione dei suoi componenti verso la terra madre tedesca subito dopo la rivoluzione anti-comunista, armeni e zingari. Il giorno in cui la comunità ungherese festeggia la propria identità nazionale è il quindici marzo, giorno in cui ricorre l’anniversario della rivoluzione democratica del 1848 di Budapest che consigliò all’allora giovane imperatore d’Austria Francesco Giuseppe di sdoppiare la corona asburgica nel Regno d’Ungheria e nell’Austria.

Allora la Transilvania era parte integrante dell’Ungheria a cui appartenne sino al 1918, data della sconfitta degli Imperia centrali nella Prima guerra mondiale. Dopo quella data è entrata a far parte della Romania. Specialmente ai tempi della colonizzazione sovietica per mezzo del Partito Comunista Romeno, la minoranza magiara, come ogni altra minoranza etnica che non fossero gli zingari, ha sofferto pene indicibili tanto che da sempre questi sono diffidenti verso lo stato romeno. Il loro partito di raccolta, l’Unione dei popolari magiari di Romania, comunque oggi siede al governo. Recentemente con la concessione su richiesta ai magiari “non regnicoli” della cittadinanza ungherese, Budapest ha solleticato il malumore degli Stati in cui vivono parecchi suoi connazionali. Tale malumore si avverte principalmente in Romania ove abitano più di due milioni di ungheresi.

L’attuale premier liberal-nazionalista di Budapest Viktor Orban, che ha fortemente voluto la nuova legge sulla cittadinanza, in occasione della festività delle idi di Marzo, che quest’anno coincide con il semestre ungherese di presidenza dell’Unione, ha inviato a tutti i magiari della Romania ed ai suoi governanti un messaggio in cui chiede per le province a maggioranza ungherese della Transilvania uno statuto particolare d’autonomia secondo le regole in materia indicate dall’Unione Europea, come è per esempio per l’Alto Adige italiano. La moglie dell’Ambasciatore d'Ungheria a Bucarest, arringando la folla che si era ritrovata festante a Targu Mures, invece ha rivendicato all’Ungheria gran parte della Transilvania vaticinando per il futuro magari uno spostamento dei confini tra i due stati a sud del Passo di Bogata sì da comprendere quasi tutta la regione sotto la giurisdizione di Budapest. In pratica, secondo la consorte del diplomatico magiaro, si sarebbe dovuti tornare ai confini tra Ungheria e Romania tracciati da Hitler durante la seconda guerra mondiale quando i due terzi della Transilvania tornarono sotto il dominio dell’Ungheria nazista.

Apriti cielo: il dì appresso al Parlamento di Bucarest, che stava discutendo l'ennesima mozione di sfiducia contro il governo Boc, l'opposizione socialista, guidata da Victor Ponta, e quella liberale, con in testa Crin Antonescu, hanno chiesto all'esecutivo quali reazioni avesse in programma contro il governo ungherese per porre rimedio alla provocazione subita. Alcuni addirittura sono arrivati a paventare il sospetto che il premier Emil Boc non avesse in animo alcuna reazione per non contraddire l'Umpr (il Partito popolare dei Magiari di Romania) il cui appoggio è esiziale per la maggioranza. Boc ha risposto che le frasi incriminate recitate a Targu Mures dalla moglie dell'ambasciatore ungherese in Romania non erano in alcun modo riferibili al pensiero del suo collega ungherese Viktor Orban il cui messaggio era di tutt'altro tenore. Poi il governo Boc per l'ennesima volta ha riottenuto la fiducia parlamentare. Ora c'è da aspettarsi che da un momento all'altro il Presidente Basescu ritiri le credenziali all'ambasciatore magiaro a Bucarest.

Questa sciocca pantomina comunque pare essere stata dettata da due debolezze: da una parte l'esagerato vittimismo ungherese, che si riassume nella frase “L'Ungheria è la vera vittima dei trattati di pace successivi alla fine della Grande Guerra” ,che fomenta il fuoco nazionalista pan- magiaro, vero e proprio oppio per far dimenticare agli ungheresi le restrizioni della crisi economica e dall'altro l'esagerato timore romeno di vedere da un momento all'altro i confini della nazione venir messi in discussione dal revanscismo magiaro, assolutamente anacronistico quando le due nazioni fanno entrambe parte dell'Unione europea. Se Bucarest accordasse comunque alla Transilvania partendo proprio dalle Terre dei Secui, cioè degli Ungheresi, una vera e propria autonomia riconoscendone la specificità, senza aver timore di perdere per ciò la propria integrità territoriale, un vero e proprio passo avanti verso la pacificazione di queste lande europee sarebbe compiuto.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares