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Ferrovie, dopo l’incidente di Napoli. Sicurezza vs Profitti. L’ago pende verso i secondi e noi continuiamo a morire

Fine settimana tragico alla stazione ferroviaria di Napoli Piazza Garibaldi.

Sabato 6 agosto un treno che stava entrando in stazione a bassa velocità è andato a finire contro il paraurti della “stazione di testa”. Il macchinista stava conducendo il Frecciarossa 9610 al binario 16, provenendo dall’impianto di manutenzione. Il treno sarebbe poi stato destinato a viaggiare verso Torino. Ma il macchinista è stato colto da malore, ha cercato di rallentare ulteriormente, ma non è stato purtroppo in grado di arrestare del tutto il treno. Di qui l’impatto.

E qui si dovrebbe riaprire la pagina sul “macchinista unico”, vale a dire sulla politica delle aziende ferroviarie che mira ad eliminare il doppio macchinista, così da evitare “sprechi”. Si dovrebbe, ma in realtà nessuno ne parla. Eppure il macchinista “solo” è un rischio alla sicurezza dei lavoratori e dei passeggeri, come denunciato più volte dagli operatori del settore. È solo un caso che stavolta non ci siano stati morti e feriti. La prossima volta la fortuna potrebbe voltarsi dall’altra parte.

L’altro episodio, di gran lunga più grave, è accaduto domenica 7 agosto. Un operaio di 31 anni, stando a quanto riferito dall’Ansa, è morto folgorato mentre era al lavoro in uno dei capannoni che Trenitalia utilizza come deposito e per la manutenzione, nella notte tra sabato e domenica. I colleghi hanno immediatamente incrociato le braccia per un’ora. Più una manifestazione di lutto che di lotta, sebbene nei comunicati ufficiali dei sindacati ci sia il richiamo alla volontà di “sensibilizzare azienda, istituzioni e forze politiche”.


Ma sensibilizzare non è sufficiente. La direzione intrapresa da aziende e governo è chiara ed è la stessa. La sicurezza può essere un ostacolo al raggiungimento di maggiori profitti. Allora al diavolo la sicurezza. Come mostra, ad esempio, la spinta forte per il macchinista “solo”.

Caso vuole che questi due episodi abbiano avuto luogo in concomitanza con la presentazione di un nuovo disegno di legge sulla sicurezza che, dietro la retorica della semplificazione del Testo Unico sulla Sicurezza 81/08, prevede in realtà un allentamento dei controlli sulla sicurezza in capo agli imprenditori e uno spostamento delle responsabilità sui lavoratori stessi. Insomma, più impunità per le imprese e meno sicurezza per i lavoratori stessi. Una “riforma” presentata in piena estate, così che passi in sordina…

E noi, intanto, continuiamo a farci male e a morire.

Fonti
Il Messaggero 
Ansa
Punto sicuro 

Questo articolo è stato pubblicato qui

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