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Ferrara: tre mila euro per cinque minuti

Sappiamo che la tv pubblica paga i suoi dipendenti di spicco un bel po' di soldi, sappiamo anche che per preparare un programma tipo Anno Zero o il Festival di Sanremo ci vuole tempo e impegno a preparali, sappiamo anche che quelli sono soldi nostri e, diciamo, dovrebbero essere spesi con più parsimonia. Sappiamo anche che alla tv pubblica si parla e discute di tutto e che i programmi culturali sono fatti, anche se condotti da persone di parte, sempre con il contraddittorio (ovunque c'è un dibattito sono presenti sempre personaggi dei diversi schieramenti) o, quando manca, i personaggi che si alternano nelle varie puntate sono di diversa estrazione culturale e politica. Tutto ciò, magari con qualche mugugno, viene accettato dal pubblico che, comunque, ha la possibilità di decidere chi seguire.

Tutto ciò, alla Rai, ma anche al governo, non basta. Secondo loro, per ogni programma condotto da un conduttore di parte - secondo il loro punto di vista, si parla di Santoro (anno zero) e di Floris (ballarò), si tratta di conduttori di sinistra o comunisti - deve corrispondere un programma condotto da un conduttore dello schieramento opposto, cioè o di destra o sostenitore del governo visto che l'accusa rivolta di solito è di sostenere l'opposizione.

Ecco allora che da lunedì (credo il prossimo), su Rai Uno, per sopperire alla presunta mancata par condicio, la Rai manderà in onda un programma condotto da Giuliano Ferrara che si chiama "Qui radio Londra" (il titolo è emblematico perché ricorda l'emittente che durante la seconda guerra mondiale trasmetteva l'evolversi della guerra e che veniva ascoltata, di nascosto, in tutta Europa).

Bene, dirà qualcuno o magari molti. Se può andare in onda AnnoZero o Ballarò o Vieni via con me, ecc. perché non dovrebbe esserci un programma con un conduttore di destra sostenitore del governo?

Una domanda che potrei pormi anch'io se non fosse la particolarità del nuovo programma: il programma dura cinque minuti, ci sarà solo il conduttore che parlerà agli italiani (almeno a quelli che vorranno ascoltarlo) ogni giorno, dal lunedì al venerdì per cinque minuti esponendo le sue idee. Come sarà il programma e quali saranno le idee esposte penso che tutti, pro o contro, lo capiscano senza sprecare tante parole: un programma senza contraddittorio, fatto da un conduttore dichiaratamente di destra, non può che essere tendenzioso!

Per concludere, questo programma costerà ai contribuenti italiani la bella somma di 3000 euro, lo stipendio del conduttore per cinque minuti di trasmissioni, ogni serata per due anni.

L'intervista de la repubblica al conduttore.

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