• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Femminicidio: un fenomeno tutto italiano

Femminicidio: un fenomeno tutto italiano

Più di 120 donne uccise dal proprio partner. Una ogni due giorni. Una mattanza perpetrata su corpi di donne che non accenna a placarsi. Una furia che si traduce decapitando le proprie vittime, come successo a Roma, in una villetta dell'Eur. Casi di morte da arma bianca o tramite arma da fuoco ne succedono così tanti che sembra normale aprire un giornale e trovare episodi di mogli come Mary Cirillo, freddata dal marito, o come il caso di una coppia di Nuoro conclusasi con il suicidio dell'uomo, dopo aver giustiziato la propria donna.
 
Ciò a cui assistiamo sono delle esecuzioni in piena regola espressione della forza e della capacità, da parte dell'uomo, di centrare un obiettivo da realizzare, o delusioni da eliminare. Come dire, si aggredisce il problema di una moglie che non vuol sottostare per far valere la volontà dell'uomo frustrato ed abbandonato, modificando la situazione a proprio vantaggio. L'arma utilizzata dunque diventa il simbolo di un conflitto, dove a prevalere è la voce del più forte che afferma prepotentemente il proprio diritto e la propria vittoria, perché si ritiene nel giusto. Una mentalità integralista in un Occidente ormai in crisi di ideali che non riesce più a trovare la giusta rotta e pensa che la giustizia sia un fatto privato, da risolvere tra i diretti interessati. Giustizia che viene compiuta tra le mura domestiche, al riparo da occhi indiscreti, dove l'unico giudice diventa un marito o un compagno, pronto ad emettere il verdetto ed eseguire, seduta stante, la pena da infliggere.
 
Una faida che non preoccupa nessuna istituzione se, nonostante l'allarme sia altissimo, le riforme da attuare riguardano una giustizia che deve attrarre gli imprenditori e togliere le castagne dal fuoco ad un Cavaliere, padre ispiratore di un Presidente del Consiglio che evidentemente non avverte la recrudescenza di un fenomeno così abietto e vile. Eppure la squadra governativa è formata da una pletora di donne che evidentemente avvertono la necessità di dimostrare la loro preparazione legando il loro nome a codicilli legislativi, ignorando il diritto delle "ultime". Sì, delle "ultime", ossia delle donne divenute ostaggio nelle mani di uomini perversi, frustrati, schiavi di se stessi, che trascinano nel loro fallimento chi gli vive accanto. Una pratica simile a quella che si attuava in India, quando le donne dovevano essere immolate alla morte del marito.
Uno status, quello delle donne nell'opulento Occidente, da non fare invidia a quanto avviene in India attualmente, dove ancor oggi le donne continuano a subire violenze sessuali, sfregiamenti con l'acido, uccisioni per accaparrarsi la dote, quando non vengono costrette a prostituirsi da trafficanti e sfruttatori. E che le cose non siano dissimili dalle nostre parti, lo ricorda il fenomeno delle baby prostitute, ragazzine appena tredicenni finite in pasto ad uomini che contano, che non hanno esitato a comprarsi il loro corpo, ignorando volutamente che quelle bambine potessero avere l'età delle loro figlie. Una situazione al limite, che pur tuttavia ripropone ogni giorno che passa una terribile verità: in un clima di violenza celata per via di una crisi che ha eroso il significato del rispetto tra gli individui, è venuto meno il rispetto di generazioni di uomini e donne sempre più vessate, maltrattate, ignorate, ridotte al rango di schiavitù. Di cosa meravigliarsi se uomini barbuti che rappresentano i talebani, terrorizzano, sottomettono, uccidono? Una vera indecenza. Tutto si consuma nell'indifferenza, mentre ogni giorno che passa la lista delle morte ammazzate in Italia si allunga.
 
 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.251) 26 agosto 2014 16:09

    Cara Antonella, in tutta Europa le donne uccise sono tra 1/4 e 1/5 del totale degli omicidi.
    L’Italia è uno dei paesi europei con meno omicidi (ce ne sono meno solo in Norvegia) e conseguentemente è uno dei paesi dove si ammazzano meno donne.
    C’è un paese che ha fatto una legge apposta: è la Spagna, dove la "Ley de Genero" dichiara che ammazzare une donna è più grave che ammazzare un uomo. Cioè dichiara che le donne sono più deboli e bisognose di protezione degli uomoni.
    Detto in parole povere, dichiara che le donne sono inferiore agli uomini.

    Tuto questo parlare di femminicidio ha una conseguenza molto brutta.
    Pensa ad una donna maltrattata e picchiata dal marito, che vorrebbe fare denuncia od andarsene, ma ha paura. Accende la TV, legge un giornale e cosa le dicono? Dicono guarda che se fai denuncia, quello ti ammazza. E la poveretta non denuncia!
    Ora, in Italia le donne uccise in un anno sono 120, ma quelle picchiate sono migliaia. Ti pare giusto terrorizzarle ancora di più, facendo loro credere che il pericolo di essere uccise (in realtà bassissimo!) sia talmente grande che non vale la pena ribellarsi?

    • Di Antonella Policastrese (---.---.---.200) 26 agosto 2014 17:53
      Antonella Policastrese

      Guardi, vada a vedersi i dati, che non sono certamente quelli che sbandiera lei. In Italia il fenomeno è diventato veramente terribile. Non sto qui a rispondere al fatto che le donne siano inferiori all’uomo, come lei sostiene con un ragionamento veramente barocco. Dire che le donne sono inferiori all’uomo significa avvalorare la mentalità talebana propria dei musulmani. Mi spiace dirle che le donne denunciano e come e che non si lasciano intimidire dalla tv,semmai il tergiversare delle donne è dovuto al fatto che non ci sono leggi tali da tutelarle.. Mi pare dunque che le sue teorie siano come un palloncino con un buchino dentro che si sgonfia senza sapere nè come nè perchè. Certo che è tosta avere a che fare con chi esordisce come fa lei. Per quanto riguarda le donne picchiate ,di quelle che subiscono nel segreto delle mura domestiche, se non riescono ad abbandonare gli energumeni che hanno a fianco è perchè non sanno dove andare o di che campare. Bella la società che prospetta lei. Vada più in profondità e si accorgerà di cosa sia vivere per una donna comune che deve farsi carico del suo status di nullatenente, mantenendo un certo equilibrio mentale. Sarà una rivelazione per lei, vedrà un mondo che non conosceva e a quel punto mi chiedo se parlerebbe ancora come fa lei.

    • Di denaromy (---.---.---.1) 23 marzo 2016 14:42

      Ben detto. L’Italia è uno dei paesi con il minor numero di omicidi. Non capisco come si possa scrivere articoli senza nemmeno informarsi. La distinzione poi tra omicidio e "femminicidio" è una invenzione tutta italiana, perché nessuno fa questa distinzione. Il numero delle donne vittime di violenza domestica è molto più alto in tutti gli altri paesi sia europei sia negli Stati Uniti, specie nei paesi del nord Europa e dell’Est dove gli uomini tendono ad ubriacarsi con maggiore frequenza. Quindi prima di sparare titoli a caso (e contro il proprio paese) sarebbe il caso di informarsi 

    • Di Antonella Policastrese (---.---.---.124) 24 marzo 2016 09:58
      Antonella Policastrese

      credo che l’appunto in merito alla mia affermazione sui dati del femminicidio debba rivolgerlo ai dati stilati ed al numero di donne ammazzate dai propri mariti o compagni. Prima di parlare mi documento, non mi va di dire castronerie

  • Di (---.---.---.251) 26 agosto 2014 20:49

    Conosco questo mondo. Conosco almeno due donne con un buon reddito picchiate regolarmente dal marito. Conosco bene la legge spagnola sulle violenze domestiche, vivo in Spagna, e le assicuro che tratta diversamente gli uomini dalle donne.

    Sono daccordissimo che considerare le donne come esseri inferiori da proteggere sia da talebani e per questo ho il terrore che anche in Italia venga fatta una legge che mi definisce inferiore agli uomini.
    Ed i numeri, si, sono quelli che ho detto io, fonti (pubbliche) del Ministero dell Interno. 
    In Italia ci sono 450-500 omicidi l anno, se le donne uccise sono 120 , calcoli la percentuale. Nel resto d Europa i dati sono simili.
    Tutti questi discorsi e l uso della orribile parola femminicidio mi sembrano la cosa piu antifemminista del mondo. 
    Quando ero giovane il femminismo era un altra cosa, eravamo orgogliose di esseredonne autosuficienti e indipendenti, adesso vedo solo ragazzine frignone che vorrebbero essere protette da una legge inutile ed insultante, piuttosto che darsi da fare da sole, o piuttosto che svegliarsi ed aiutare le altre donne.
    Ai tempi delle mie bisnonne, in campagna, se un marito picchiava la moglie erano le vicine ad intervenire, non certo altri uomini o la legge.
    Adesso pare che siamo meno avanzate delle contadine semianalfabete di inizio novecento.
    • Di Antonella Policastrese (---.---.---.108) 27 agosto 2014 12:18
      Antonella Policastrese

      Quanto lei mi scrive, non fa che allarmarmi. Dice che ha due amiche con un buon reddito, picchiate puntualmente dai rispettivi mariti. Questa cosa ho difficoltà a capirla. Generalmente ,la stragrande maggioranza delle donne sopporta le botte, perchè dipendente dal reddito del marito, ed in caso contrario non saprebbe dove sbattere la testa, qualora decidesse di chiudersi la porta dietro le spalle. Questa categoria di donne se rimane non lo fa certo per paura di quanto sente in tv o legge dai giornali..Per quanto riguarda il termine coniato se non erro dal grande Saviano, posso essere d’accordo con lei. Non mi piace. Ma dal momento che il vocabolo serve per indicare un fenomeno, purtroppo molto italiano, lo si usa per riassumere uccisioni di donne che avvengono con troppa non chalance da parte di mariti o compagni. Di femminismo allo stato attuale rimane ben poco. Ricordo quel periodo. C’era la voglia di affermare un modo d’essere e di vivere la vita da protagoniste, senza cercare nessuna scorciatoia. Forte era il richiamo culturale, il credere ad ideali che di lì a poco sarebbero crollati pezzo dopo pezzo. Oggi cosa rimane se non l’incapacità di determinarsi, se non il continuo accettare compromessi e vendersi al migliore offerente. Ragazzine insicure che amano vestire abiti firmati, avere l’iphone, e soldi da spendere. Un becero consumismo che determina il concetto di un corpo concepito come merce da utilizzare per raggiungere obiettivi senza nessuna fatica , non facendo ricorso all’intelligenza al proprio pensiero, a quello che si è ,perchè si vale . Mi fermo, ma come vede la situazione è alquanto complessa.

  • Di (---.---.---.251) 27 agosto 2014 16:01

    Si, la situazione è molto complessa, su questo siamo d’accordo.

    Le persone a cui mi riferisco sono due conoscenti, più che amiche, ma una è avvocato (come il marito) e l’altra è un’infermiera, unica fonte di reddito di una famiglia composta da lei, una figlia studentessa universitaria ed un marito che non ha mai tenuto un lavoro per più di sei mesi.
    Anni fa ho conosciuto una docente universitaria che si lasciava tranquillamente insultare in pubblico dal marito, non so poi cosa succedesse a casa.
    Quello che voglio dire è che l’idea della donna nullatenente che non abbandona il marito violento è un altro pregiudizio sulle donne. 
    Non ho sottomano le statistiche italiane, ma in Spagna (no, la violenza sulle donne non è per niente un fenomeno solo italiano) ci sono degli studi statistici da far paura, la violenza domestica è diffusa in ogni strato sociale in maniera più o meno uguale.
    Cioè il marito medico picchia la moglie architetto, mentre il marito nullafacente e alcolizzato picchia la moglie che tira avanti lavando le scale a ore.

    Più che una legge sull’omicidio delle donne (che in realtà c’è già, uccidere un proprio familiare è una forte aggravante) servirebbe educare le donne.
    Qui io vedo un sacco di ricerche sul perchè ci siano uomini violenti, su cosa scatena la violenza, gli psicologi ed addirittura la polizia vanno nelle scuole a cercare di educare i ragazzi (maschi) a non picchiare le fidanzate.
    Cioè tutto è visto da parte maschile, come se fosse un problema da risolvere tra uomini, considerando le donne, come sempre, solo delle vittime da proteggere.
    A nessuno viene in mente di fare ricerche sul perchè ci siano donne che si lasciano picchiare (ripeto, non sempre c’è un motivo economico), nessuno insegna alle ragazze che se uno ti dà una sberla e tu la dai indietro, è piuttosto difficile che quello lo rifaccia.
    Ci mancano due cose: educazione e sorellanza tra donne.
    La società (stato, scuola) può fornire l’educazione, la sorellanza c’era ma adesso....dov’è???
    • Di Antonella Policastrese (---.---.---.225) 27 agosto 2014 16:52
      Antonella Policastrese

      Lei ha centrato il bersaglio. Sorellanza tra donne. Non c’è. Io dico sempre che sono le donne le peggior nemiche di se stesse, primo,perchè non si vogliono bene, secondo, perchè non c’è stima e capacità di fare fronte comune verso una società che ci considera le ultime ruote del carro. Inoltre dagli esempi che lei mi fa una cosa è certa:il problema andrebbe scandagliato più a fondo, perchè ogni storia è diversa dalle altre. Infatti se alcune donne avessero la possibilità di potersi affermare ,lavorare ,credo che si andrebbe in altre direzioni. Questa è una società a misura d’uomo, ultimamente anche a misura di gay, ma questa è un’altra storia. Povere noi, così lasciate a noi stesse. In questo caso parlo per me.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità