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Favorire le pari opportunità: spesso bastano piccole azioni

Le Pari opportunità sono un argomento sicuramente molto di moda in questo periodo di assoluta difficoltà. Ma cosa significa sul serio questo termine? Cosa vuole dire in concreto impegnarsi su questi temi? Perché incide in un paese come l’Italia?

Definizione sintetica
Volendo dare una definizione breve, ma che colga appieno il senso del discorso, possiamo dire che stiamo parlando dell’applicazione del merito, a prescindere dal sesso, dalla condizione sociale e dalla condizione fisica, un tema, quindi, in Italia e soprattutto in Campania straordinariamente attuale. Come vedete la definizione è molto ampia e si basa sul presupposto che si debba in uno stato civile e democratico come quello italiano, settima potenza economica e grande nazione occidentale, creare basi di partenza che consentano a tutti, a seconda del proprio impegno, di traguardare gli obbiettivi che si sono posti: insomma niente di più banale, niente di più difficile.
Tra le tante dimostrazioni di quanto questo atteggiamento sia molto spesso solo dichiarato e molto poco applicato ci sono i dati, che sono stati pubblicati proprio in questi giorni, che attestano come la Campania registri un 20,4% di lavoratrici, (in Europa le donne a lavoro sono circa il 74%), dato uguale a quello del Pakistan e di poco superiore a Libano, Yemen e Mauritania.

 Aree svantaggiate
Le province in cui le donne sono messe peggio in quanto a impiego sono: Napoli (72% inattive) e Caserta (70,7%) a livello nazionale. E quindi, come al solito, nei tristi primati ci ritroviamo sempre all’apice. Questa pessima fotografia, per altro, peggiora sicuramente se si pensa a tutte le altre categorie, come quelle con disabilità, i giovani e così via. Tutto frutto di una politica che soprattutto nei ruoli pubblici e nella pubblica amministrazione non è in grado di garantire servizi minimi, come asili per le neo mamme, concorsi per i giovani, applicazione del merito contro le raccomandazioni, trasparenza e correttezza, insomma in tutte le sue forme.

Ma nonostante tutto questo, e forse proprio a causa di questi problemi, l’Italia è al primo posto in Europa per quanto riguarda il maggior numero di imprenditrici e autonome: 1.565.400, pari al 16,4% delle donne occupate, rispetto alla media europea del 10,3. Ed è tra i primi posti per natalità di giovani imprese, gestite da giovani insomma! La Campania in questo caso gioca con Napoli una bella partita, piazzandosi al secondo posto dopo Milano.

Riflessioni di metodo
Ora magari varrebbe la pena concentrarsi un po’ su questi punti, considerarli una forza e stimolare in questa direzione politiche ed azioni che creino quelle pari opportunità di merito a favore di chi sta ancora scommettendo. Basterebbero piccole azioni, magari promuovere non vuoti convegni di sensibilizzazione, ma l’apertura di qualche asilo, la creazioni di stimoli alle imprese gestite da giovani, la trasparenza nei concorsi e forse si potrebbe raccogliere l’anno prossimo qualche dato in controtendenza, che ci veda competere con qualche democrazia occidentale e non con il Pakistan (con il dovuto rispetto).

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