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 Home page > Tribuna Libera > Fatte non foste a viver come Tonne

Fatte non foste a viver come Tonne

E' da persone ignoranti, ipocrite e mistificatrici della realtà, circoscrivere la "Manifestazione delle Donne", nella sua interezza, ad un unico scopo propagandistico-antiberlusconiano.

Per capirci, vi cito solo una data: 1953. E' l'anno di fondazione della rivista Playboy. Allora prima di capire dove vogliamo o dobbiamo arrivare, cerchiamo prima di capire da dove partiamo.

Qualcuno disse o scrisse "Chi scrisse donna scrisse danno". Qualcun altro da secoli cerca di accapigliarsi invano a fondamenti anatomo-fisiologici, per cui il cervello della donna per caratteristiche morfologiche, e quindi funzionali, sarebbe più piccolo di quello dell'uomo.

La verità è un altra: la data giusta da citare non sarebbe nemmeno il 1953, ma forse l'anno zero, la data di nascita di Adamo ed Eva, per spiegare l'eterno dualismo Uomo-Donna, visto che già allora la donna veniva considerata una costola.
 
Non scoprirò l'acqua calda a dire che il vero problema della Donna, in fondo è sempre stato solo ed esclusivamente.... la Donna.
 
Perché parliamoci chiaro: se oggi stiamo a parlare di prospettive femminili, di progetti ed ambizioni femminili, del futuro delle Donne, delle "femmine" come classe e non come sesso, negli anni tutto ciò è sempre stato scritto e determinato dalle stesse, e non da mefistofelici e strategici piani misogini, ad opera di uomini maschilisti e schiavisti.
 
Sarebbe anche un errore valutare la sudditanza psicologica della femmina rispetto al maschio, solo in maniera direttamente proporzionale a quella che è la concezione del "corpo delle donne": non sono state solo le tettone, i push-up, i perizomi in bella mostra, i baby doll o le calze autoreggenti, a causare la cosiddetta "percezione di inferiorità" che attanaglia da secoli bambine, mamme e nonne.
 
Il punto, il fulcro del discorso, per me è questo: ben vengano 10, 100, 1000, 1.000.000.000 di donne in piazza a manifestare per i propri diritti, per i propri lavori, per la propria dignità, per i propri figli, e se serve, anche per i propri mariti.
 
Ma il mio auspicio è che la piazza sia il mezzo e non il fine.
 
Sia un modo per dire: Ok, da domani tutte in ufficio in jeans ed in maglia a collo alto. Da domani tutte a scuola, all'università, agli esami senza camicette sbottonate. Da domani spegnamo tutti i programmi tv demenziali femminili, tutte le sfilate di moda oscurate, tutte le profumerie chiuse, tutti i parrucchieri chiusi, tutti i negozi di abiti pop-porno chiusi.
 
Dopo aver dato per scontato questo, da domani tutte DONNE.
 
Che non vuol dire: "ma io ho delle belle tette, che male c'è a metterle in mostra, se sono solo un appendice ad un meraviglioso cervello?"
 
Voi donne, oggi rispetto a noi uomini, avete un compito più arduo: dovete dimostrare di sapere, saper essere e saper fare. Sempre di più, e soprattutto sempre di più di noi uomini.
 
La percezione d'inferiorità di cui parlavo, negli anni è stata determinata solo ed esclusivamente da una sciagurata passività intellettuale: create partiti di sole donne, lasciatevi guidare da donne, vivete al di fuori delle vostre case e delle vostre famiglie, solo ed esclusivamente di donne.
 
Per oltrepassare quella che per Joseph Conrad era una "linea d'ombra", bisogna essere consapevoli che un principio di autodeterminazione non nasca ostentando una sciarpetta bianca in una piazza, ma dimostrando il proprio valore in un consiglio d'amministrazione così come in un consiglio di condominio, in banca come al supermercato, a lavoro come in famiglia.
 
Accettate di essere voi stesse. Sempre e comunque. Senza se e senza ma. Io sono uno di quelli che non c'ha mai creduto, a chi pensa che "per abolire la prostituzione, basterebbe abolire gli uomini (M.T. D'Asburgo)" .
 
Credits Foto: Grazia Gaspari

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