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Facebook e politica, nuovo che avanza?

Contenuti e contenitori, spazi alla partecipazione politica. All’Università di Sassari, in cattedra Luca Telese
 
“…E’ stato un segnale di sensibilità da parte dell’Università di Sassari, invitarmi qui oggi, anche se sono stato cortesemente ‘perseguitato’ dalla professoressa Cioni..” 
 
L’avvio brillante di Luca Telese introduce la sessione pomeridiana al seminario sulle nuove forme di comunicazione nella politica, organizzato dalla facoltà di Scienze della comunicazione dell’ateneo sassarese, lo scorso 20 maggio. Introdotta dal rettore dell’università sassarese Attilio Mastino la tavola rotonda ha ruotato su varie esperienze offerte da altrettanti operatori della ricerca e applicazione delle nuove forme di comunicazione e informazione remota. 
 
Di vera e propria "lotta semiotica", una fascinosa significazione dei codici di comunicazione seminata nel web, ha trattato Davide Bennato, docente di sociologia dei processi culturali all’Università di Catania. Nella carrellata di casi clamorosi che hanno mirabilmente integrato la proposta politica alla diffusione mediatica, tramite i sns (social network sites), dominano due campioni americani. Il primo con il successo del nuovo millennio: Barack Obama che raccoglie straordinarie risorse economiche per la campagna elettorale, grazie ad una sottoscrizione unanime e plebiscitaria (pochi dollari da tutti e non milioni da ristrette lobby industriali) e sconvolge i canoni tradizionali degli anni recenti. Il secondo Howard Deen, ancora impegnato per la corsa alle primarie americane 2003 per la scelta del candidato democratico, sancì con il suo famoso e sguaiato urlo di gioia, la vittoria dello sfidante John Kerry. 
 
Tornando a casa nostra gli "omologhi" (?) della politica, mostrano tutto il provinciale approccio all’italiana con alcuni "casi di scuola" come il blog personale del presidente del consiglio che non sa navigare o la piattaforma virtuale della candidata Polverini (eletta poi governatore del Lazio) che produce positive recensioni, due giorni prima di essere on line. E ricordando una dovuta par condicio, lo stesso Telese ricorda il Prodi, provetto cibernauta che si dichiara pronto ad aprire un..."blob".
 
Se riscontro opposto ed in chiave positiva incassano i gruppi MeetUp di Beppe Grillo, campione ideale di quella "collisione", citata più volte da Telese, fra Rete e territorio, virtuale e reale, il caso italiano riporta al No-B-Day dello scorso 5 dicembre. 
 
Lo stesso giornalista romano, conduttore del Tetris televisivo su La7, ricorda le fasi di una trama, montata in Rete e aggiornata, nella potenzialità della adesione in crescita esponenziale, da Federico Mello, autore del saggio "Viola".
 
"I partiti hanno fatto da infrastruttura, da ultimo miglio...dove il garante è uno pseudonimo..." ribatte Telese. E con la pressione nelle forze organizzate nella Rete, l’informazione non può esimersi. E’ successo nell’affaire Santoro, di questi giorni, dopo l’onda d’urto dellle reazioni sul web. Si era anticipato già con lo stesso anchorman di "Annozero" nello straordinario evento "Raiperunanotte" che ha di fatto sdoganato i tradizionali canoni di produzione mediatica, aprendo scenari sicuramente innovativi e poco esplorati, almeno in Italia.
 
Analogo canovaccio si stende con l’isola dei cassintegrati dell’Asinara. Il contributo dei giovani Marco Nurra e Michele Azzu, ideatori del gruppo facebook e del blog che allarga la protesta operaia di Vinlys, in mezzo mondo, descrive lo start up dell’esperienza telematica. Basata inizialmente sull’invio massiccio (migliaia di mail) di segnalazioni alle redazioni dei principali quotidiani italiani. Qualcosa che nel principio ricordava "il popolo dei fax" di Di Pietro, "reperti archeologici" (ricorda Telese) di una partecipazione popolare alla politica del Paese. 
 
Se le cifre e le statistiche circa l’uso di facebook in Italia e la relativa popolarizzazione della politica, non forniscono ancora quadri affidabili (Laura Iannelli, ricerca sociale nelle comunicazioni, all’ateneo sassarese), la "connessione" auspicata inizialmente da Telese, non funziona completamente. Probabilmente l’asincronia fra il virtuale e il reale è ancora e troppo consistente. C’è anche da ricordare che se l’informazione virtuale di un problema reale (i cassintegrati sardi o gli operai piemontesi sui tetti) funziona in modo formidabile, la soluzione (la continuità del lavoro e degli stipendi) non è parallela, ne altrettanto veloce. 
 
 
 

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