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Fiat sbarca in Usa?

Forse è la volta buona per FIAT per affrontare il mercato nord-americano con serie possibilità di successo. Il gruppo FIAT sarebbe in trattative con Chrysler per creare una partnership strategica che potrebbe includere l’acquisto di una quota della casa automobilistica americana. Secondo la rivista specializzata AutomotiveNews FIAT fornirebbe l’accesso alle sue piattaforme per vetture di piccola cilindrata, medio-basse e medio-alte, oltre che motori e trasmissioni. 

 

La casa torinese ci aveva provato più volte in passato con auto, autocarri leggeri, motori, ma sempre con tentativi velleitari. Aveva abbozzato addirittura un lancio improbabile della famosa 128, vettura di scarsa qualità, accettabile solo per il mercato italiano o per qualche paese del nord Africa e non certamente per quello americano, oltremodo abituato a veicoli di tutt’altra consistenza. Nel frattempo le condizioni sono mutate radicalmente, le aziende americane sono vicine al fallimento, i portafogli degli acquirenti meno gonfi, il costo del carburante in continua salita, il problema finora snobbato dell’ecologia finalmente preso in considerazione.

Gli americani hanno capito che non possono più scorazzare con lunghissime vetture, giganteschi SUV e motori da 5000 cc. L’industria statunitense non è però pronta per un cambio di rotta radicale. Troppi anni sono necessari per attrezzarsi e per progettare modelli e gruppi meccanici di cui non hanno esperienza.

FIAT è oggi una delle case automobilistiche più all’avanguardia nella campo della progettazione di motori diesel, tanto è vero che i suoi motori sono stati già utilizzati da General Motor nell’ambito della precedente alleanza poi rientrata con l’arrivo di Marchionne. L’accordo permetterebbe così a Chrysler di produrre in tempi brevi una nuova gamma completa di veicoli a basse emissioni con trazione anteriore e a FIAT di vendere negli Stati Uniti l’Alfa Romeo e la 500 tramite i concessionari Chrysler, Jeep e Dodge. Un’operazione per l’una di tentare di uscire dalla profonda crisi in cui si è venuta a trovare e per l’altra finalmente l’occasione per sbarcare in America, oltre che la conferma di azienda leader nel mondo, nella fornitura di motori e trasmissioni.

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