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Grillo, il punto G e il futuro dell’Europa

Il Paese si infiamma, la polizia interviene. La protesta è condivisibile, non sempre nei toni e nei modi. Il lavoro manca e mancherà per decenni. Quando si sente dire che la crisi terminerà nel 2014 piuttosto che nel 2015, è una balla, una colossale bugia. Forse la caduta si arresterà, ma dobbiamo convincerci che il futuro che ci attende è un futuro di sacrifici e rinunce a cui i giovani non sono sicuramente abituati, né preparati. Per secoli, i paesi industrializzati hanno prodotto per il mondo intero, assicurando mano d’opera a milioni di persone.

Ora il resto del mondo si è svegliato. Paesi come la Cina, l’India, il Brasile, una volta fruitori dei prodotti europei si sono trasformati in fornitori. Ora siamo noi a importare le produzioni di queste immense e popolose regioni che producono a costi che noi occidentali non possiamo sopportare. A meno di un cambiamento del nostro stile di vita, una specie di ritorno al passato, con rinunce e sacrifici che non abbiamo mai conosciuto o che abbiamo dimenticato. Non è un discorso pessimistico, ma il mondo è cambiato profondamente e dobbiamo tenerne conto. Da qui bisogna partire.

Per fare questo abbiamo bisogno di rigenerare la classe politica, i nostri manager a tutti i livelli, pubblici e privati. Raschiare il potente collante che tiene attaccati alle poltrone uomini e donne (poche in verità) che, da posizioni apicali, regolano la nostra vita e il nostro futuro con la spensieratezza e l’irresponsabilità di immaturi usciti di casa per la prima canna della propria esistenza.

Si avvicinano le elezioni politiche. Molto probabilmente voteremo ancora con la porcata del leghista Calderoli. Gli ultimi vent’ anni, ma non solo, hanno prodotto danni, soprattutto di carattere morale, difficilmente quantificabili. Eppure questa classe politica non riesce a partorire uno straccio di legge senza pensare prima al proprio tornaconto. Ma non può essere il Grillo parlante e il suo movimento la soluzione dei nostri problemi. Il suo atteggiamento dittatoriale ricorda quello di un signore di parecchi decenni fa e non è certo differente da quello di Berlusconi, che abbiamo avuto la disgrazia di conoscere più recentemente. Nel Movimento 5 Stelle esiste il problema reale della mancanza di democrazia. Se a Grillo non vai bene stai fuori. Basta la partecipazione a una trasmissione televisiva e sei scomunicato. E’ nota la vicenda della consigliera comunale bolognese Federica Salsi che è stata attaccata per la sua partecipazione alla trasmissione Ballarò.

Attaccata perché “Il talk show ti uccide”. ”È il punto G, quello che ti dà l'orgasmo nei salotti dei talk show”. Grillo ci piaceva come comico. Ma malauguratamente viene dopo un altro giullare e, forse, ancora più pericoloso del precedente.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.137) 17 novembre 2012 19:19

    Il tuo schema interpetrativo dell’evoluzione economica è contraddetto dall’esistenza di paesi come Svezia, Finlandia, Norvegia, Germania, Olanda, Danimarca. Né Francia e Inghilterra, con tutte le loro difficoltà, sembrano entrare nel tuo modello

    Per capire quali sono i mali dell’Italia basta leggere l’articolo di Daniel Di Schuler (di oggi) sui tempi della giustizia civile, e di varie autorizzazioni o rapporti con lo Stato, a cui aggiungere il clientelismo forsennato che fa del nostro paese la patria della "peggiocrazia", le mafie con i loro monopoli di fatto, la corruzione dilagante e il clientelismo economico, l’invadenza nell’economia di un ceto politico rapace e ostile a ogni controllo di legalità sul proprio operato.

    Se risolvessimo tutti questi problemi staremmo meglio della Germania.

    Ma c’è una forza politica in Italia che abbia questo obiettivi? dai vecchi partiti fino a Grillo/Casaleggio, passando per Giannini e Montezzemolo nessuno è interessato a queste cose.

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