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F-35, Snowden, De Gennaro. Re-invenzione di vecchie banalità

Il mondo va decisamente in una direzione inquietante. L’Italia a volte dà l’idea di accelerare un po’ rispetto ad altri paesi, ma è solo apparenza, o più spesso conseguenza di un’ottica provinciale che porta a non accorgersi di quel che accade in altri paesi.

Ho più volte sottolineato che è assurdo attribuire a un governo particolare di un singolo paese quella che è una tendenza generale almeno dell’intera Europa alla soppressione delle regole formali di funzionamento della democrazia borghese. Lo faceva con particolare zelo il PD, quando in Italia governava Berlusconi, ed è rimasta abitudine generalizzata, che ha bisogno di sorvolare sui dati che accomunano paesi con governi diversi, e governi diversi dello stesso paese. Ad esempio la “macelleria messicana” di Genova 2001 era stata preceduta da analogo esperimento appena poco meno cruento a Napoli, quando al governo c’era ancora il centro sinistra e alla testa della polizia gli stessi uomini, a partire da De Gennaro, oggi non a caso premiato con l’ambitissima carica-cerniera tra settore militare e finanza alla Finmeccanica (vedi Malabarba: De Gennaro, dal G8 a Finmeccanica ) ed è stata seguita da altri episodi in circostanze analoghe, persino nella svedese Göteborg.

L’esempio dell’imposizione alla Grecia non solo di misure feroci e non necessarie, non solo di prestiti che non potranno mai essere pagati e che ritornano subito nelle casse dei paesi e delle banche prestatori, ma anche di criteri di funzionamento, impedendo il ricorso a un referendum, è un precedente che sarà imposto anche ad altri. Non c’è paese, compresi i più poveri del mondo, che non si sia dotato di un numero spropositato di forze speciali attrezzatissime con mezzi “antisommossa”. Alla faccia della democrazia.

Atti di pirateria aerea come il dirottamento dell’aereo presidenziale della Bolivia su Vienna con l’espediente della chiusura degli spazi aerei di paesi con governi diversi come la Francia, la Germania, l’Italia o il Portogallo per cercare di catturare Edward Snowden, sembrano a qualcuno segni nuovissimi, mentre pratiche del genere sono state affettuate in epoche anche abbastanza lontane perfino da governi a guida “socialista” (come nel 1956 quello di Guy Mollet in Francia, con appoggio esterno del PCF) per catturare durante un volo tra il Cairo e il Marocco il gruppo dirigente algerino.

Le costituzioni, anche quelle scritte o riscritte di recente, vengono ignorate, o cancellate da sentenze o da un quasi generale consenso artificialmente ottenuto silenziando le poche voci discordanti. Esempio ultimo italiano: era già vergognoso che una modesta ma sacrosanta mozione contro gli F35 promossa da M5S, SEL e qualche frangia del PD pacifista (o con scrupoli etici) fosse sostituita da un’altra mozione bipartisan spudorata e truffaldina che rinviava di qualche mese “per accertamenti” il perfezionamento dell’acquisto (Vedi Qualche ministro non è ipocrita

Era anche ridicolo perché chiedeva al governo di sentire prima il parere del parlamento, cosa ovvia da quando sono comparsi i parlamenti agli albori dell’età moderna. Ma non bastava: il “Consiglio Supremo della Difesa” riunito al Quirinale sotto la presidenza del grande regista Giorgio Napolitano ha reso carta straccia (o igienica) anche la seconda mozione, proclamando che sulle spese militari la competenza è del governo e non del parlamento. Contraddicendo formalmente così lo stesso ministro Mauro, che aveva ribadito in tutte le sedi che il Parlamento potrebbe e dovrebbe aumentare il numero di cacciabombardieri acquistati, dato che sono preziose armi di pace. Il Parlamento va bene se aumenta, non se diminuisce…

Esempio “americano”: alla faccia della Costituzione e con un voto segreto bipartisan venivano (e vengono) spiati senza motivo e senza autorizzazione specifica decine di milioni di cittadini degli Stati Uniti, oltre che cittadini e governanti di altri paesi, anche alleati…

È fascismo? No, dirlo è una sciocchezza. Ed è il frutto di malafede o (per chi viene dalla sinistra) di una abissale ignoranza di quello che è il “normale” funzionamento di uno Stato capitalista, così com’era stato descritto dai grandi marxisti dell’inizio del Novecento (e intuito già da Marx ed Engels, che pure si riferivano a una fase in cui le tendenze imperialiste non si erano sviluppate come nei decenni che hanno preceduto la “Grande Guerra”). Naturalmente il manifesto, che dell’involuzione culturale della sinistra è stato complice più o meno cosciente, lancia con rilievo oggi delle banalissime considerazioni del patriarca della “nonviolenza” Johan Galtung sul dilagare e la “reinvenzione” del fascismo. Ma Galtung deve poi retrodatare il fenomeno partendo addirittura dalle lotte cristologiche tra ariani e non, o dalle crociate. Bella confusione, e totale inutilità della terapia nonviolenta consigliata, sperimentata infinite volte.

Viceversa mi sembra ugualmente inutile e dannoso l’atteggiamento che riaffiora periodicamente in certi settori dei centri sociali (vecchi e nuovi) che danno per scontato che “il sistema è crollato”, e quindi la rivoluzione avanza (sia pure una rivoluzione “di quelle che nascono piano nell'intimo di ognuno, prendono forza, crescono e non si fermano più”). La realtà è assai più complessa, ed è pericoloso abbellirla in questo modo.

L’attualità della rivoluzione è stata confermata dalle rivoluzioni arabe, che però sono state in gran parte ignorate, calunniate, date per sconfitte dalla stessa sinistra mentre erano ai primi passi. Ricordiamo come era stato interpretato il successo elettorale di Morsi, a cui tutti attribuivano la capacità di fermare la dinamica che aveva abbattuto Mubaraq, e che è durato appena un anno, prima che quella che è stata definita “la più grande manifestazione di tutti i tempi” lo spazzasse via.

Una novità importante, ma guai a passare di nuovo dalla sfiducia impressionistica (e suggerita dai grandi media) alle illusioni semplicistiche. La cacciata di Morsi non ha avuto come conseguenza “il crollo del sistema”: l’impreparazione della maggior parte dei protagonisti di questa fase di ripresa della rivoluzione egiziana ha fatto concentrare l’attenzione sul solo Morsi, col risultato che si sono trovati di nuovo (ma per quanto?) a dover fare i conti con l’angosciante tutela dei carri armati e degli elicotteri, mentre erano esposti al riaffiorare di vecchie forme di barbarie tradottisi anche negli stupri (a volte promossi dalle stesse forze repressive) e che in ogni caso tentano di scoraggiare la straordinaria partecipazione femminile…

Analoghe considerazioni possono essere fatte per la situazione della Turchia, su cui c’è un materiale importante da tradurre appena possibile (probabilmente nella seconda metà di luglio). La dinamica è interessante ma non mitizzabile, ed è importante conoscere la voce delle organizzazioni rivoluzionarie che vi operano (e che spesso vengono deliberatamente oscurate anche dalla sinistra italiana che esalta una “rivoluzione senza partiti e sindacati”.

Intanto segnalo alcuni link di siti ben informati in lingua francese: A l'encontre e Europe solidaire

 

Foto logo: The Official White House Photostream

 

 

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