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Extraordinary Rendition: le indagini sul centro segreto della Cia in Lituania

Nuovo capitolo nella storia della collaborazione dei paesi dell’Unione europea ai programmi di rendition e detenzione segreta portati avanti dai servizi segreti degli Usa nell’ambito della “guerra al terrore”. Questa volta si tratta di una buona notizia e arriva dalla Lituania.

Il 28 gennaio il tribunale regionale di Vilnius ha infatti dato ragione a Mustafa al-Hawsawi, un cittadino dell’Arabia Saudita che da tempo chiedeva che s’indagasse sulle torture che aveva subito in un centro segreto di detenzione lituano.

Al-Hawsawi era stato catturato dai servizi del Pakistan nel 2003 e consegnato alle forze statunitensi presenti in Afghanistan. Successivamente, secondo quanto ha denunciato, sarebbe stato trasferito in Lituania, nel centro segreto di detenzione della Cia nel villaggio di Antaviliai, dove tra il settembre 2004 e il settembre 2006 sarebbe stato torturato.

Nell’ottobre 2013 il procuratore generale della Lituania aveva rifiutato di aprire un’indagine sulle denunce di al-Hawsawi.

Il tribunale regionale di Vilnius ha stabilito che il rifiuto del procuratore generale è “privo di fondamento” e che al-Hawsawi ha diritto a che si svolga un’indagine approfondita.

Al-Hawsawi è attualmente detenuto a Guantánamo ed è sotto processo, di fronte a una commissione militare. È accusato di essere uno dei finanziatori degli attacchi dell’11 settembre 2001 negli Usa.

La sentenza del tribunale lituano su al-Hawsawi potrebbe far riconsiderare anche la situazione di Abu Zubaydah, che a sua volta ha denunciato di essere stato trattenuto e torturato in un centro segreto di detenzione in Lituania, in un periodo compreso tra il momento dell’arresto (marzo 2002) e il suo trasferimento a Guantánamo (settembre 2006).

Sia chiaro: né oggi, né nei precedenti post (per leggerli, eseguire la ricerca in questo blog attraverso la parola-chiave “rendition”) sulla lunga storia della complicità europea con gli Usa nella lotta al terrorismo, si sostiene l’innocenza delle persone vittime di detenzione segreta. Ma i metodi illegali cui gli Usa hanno fatto ricorso dopo l’11 settembre 2001 hanno fatto scempio dei diritti umani.

Non saranno le commissioni militari, che utilizzano procedure inique basandosi su prove estorte con la tortura nelle carceri di mezzo mondo (comprese quelle segrete in Europa, la cui esistenza è stata ammessa dallo stesso ex presidente Bush), a fare giustizia nel rispetto dei diritti umani.

È assai probabile che i casi di al-Hawsawi e Abu Zubaydah siano descritti nei minimi dettagli nelle 6000 pagine “top secret” prodotte dal Comitato ristretto del Senato Usa sulle operazioni d’intelligence.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.144) 3 febbraio 2014 14:14

    Lei signor Noury ha idee antidemocratiche, autoritarie:

    «Sia chiaro: né oggi, né nei precedenti post (per leggerli, eseguire la ricerca in questo blog attraverso la parola-chiave “rendition”) sulla lunga storia della complicità europea con gli Usa nella lotta al terrorismo, si sostiene l’innocenza delle persone vittime di detenzione segreta

    Secondo il diritto italiano anche un accusato di strage è innocente fino al terzo grado di giudizio e non solo non è possibile torturarlo (al contrario di quello che suggerisce lei) ma nemmeno considerarlo colpevole come lei si premura di fare per sostenere l’operato (tortura) americano e della spalla europea.

  • Di (---.---.---.144) 3 febbraio 2014 14:15

    Lei signor Noury ha idee antidemocratiche, autoritarie:

    «Sia chiaro: né oggi, né nei precedenti post (per leggerli, eseguire la ricerca in questo blog attraverso la parola-chiave “rendition”) sulla lunga storia della complicità europea con gli Usa nella lotta al terrorismo, si sostiene l’innocenza delle persone vittime di detenzione segreta.»

    Secondo il diritto italiano anche un accusato di strage è innocente fino al terzo grado di giudizio e non solo non è possibile torturarlo (al contrario di quello che suggerisce lei) ma nemmeno considerarlo colpevole come lei si premura di fare per sostenere l’operato (tortura) americano e della spalla europea.

  • Di (---.---.---.91) 3 febbraio 2014 15:07

    Come fa a interpretare in modo diametralmente opposto la mia frase? Pubblico l’ennesimo post per denunciare le pratiche illegali della guerra al terrore degli Usa realizzata anche grazie alle complicità europee, basata su sparizioni, detenzioni illegali e tortura, e lei mi dice che sto sostenendo la tortura? 


    Questo post è stato scritto per il blog del Corriere della Sera. Nei precedenti post sullo stesso tema, l’unico commento che è stato reiterato è stato "Ma allora lei li considera innocenti’?" come se la loro colpevolezza eventuale (e provata in soli sei casi con condanna definitiva) fosse una giustificazione ex post per la tortura. Ho detto, e mi pare evidente, che non occorre considerare o pensare che una persona sia innocente per essere contrari alla sua tortura.

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