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Roma, in mostra le opere di Beatrice Cignitti

L'arte del disegno in bianco e nero è decisamente affascinante e meritevole di qualsiasi attenzione da parte di ogni critico d’arte. Si tratta di una tecnica estremamente raffinata, dove la combinazione tra il bianco ed il nero riesce molto spesso a trasmettere con lapalissiana chiarezza emozioni e sensazioni a chiunque, in quel momento, la stia osservando. Si tutto questo sono di rilevante importanza le opere di Beatrice Cignitti, che da tantissimo anni si occupa di disegno artistico in chiaro-scuro.

Nata a Roma , dove tutt’ora vive e lavora, è stata vincitrice del primo premio del concorso di pittura indetto dall’Istituto Catel di Roma presso l’accademia tedesca di Villa Massimo nel 1991. Ha studiato presso la Falcultad de Belles Artes di Tenerife, ed è stata protagonista di varie mostre personali e collettive dal 1993 sino ad oggi. Ha da poco terminato a Roma l’esposizione “Nel grembo della notte”, presso la galleria di Porta Latina, che ha riscosso grande successo sia nell’organizzazione quanto nel numero dei visitatori. Le abbiamo posto qualche domanda, iniziando dal come e dal quando è iniziata la sua passione per l’arte ed il disegno. La sua risposta è chiara: “Da sempre ho prediletto il disegno, e fin da quando ero bambina disegnavo. Posso dire, però, che la consapevolezza dello strumento e delle sue peculiarità è maturata solo nell' incontro con i miei principali maestri: lo scultore Dragoni ed il pittore Brunori, presso cui ho frequentato il corso di pittura nell' Accademia di Belle Arti a Roma. Pur essendo egli un grande colorista, tuttavia era felice che in me stesse maturando, durante gli anni di studio sotto la sua guida, una vera passione per il disegno in bianco e nero”.

Le sue opere sono interamente in bianco e nero, fatte interamente a matita. Quale è, secondo lei, la particolare differenza dell’arte in bianco e nero rispetto a quella a colori?

Credo che, nell'arte, non vi siano differenze di valori riguardo agli strumenti o ai mezzi utilizzati, quanto piuttosto nei risultati ottenuti. Come disse un grande artista del passato: "Datemi del fango, e vi farò delle carni". Peraltro, riguardo al colore, e al bianco nero, pensiamo alla bellezza delle incisioni di Rembrandt, o al mondo grafico di Giorgio Morandi, per non citare che due grandissimi: ebbene, in questi casi l'opera in bianco e nero è così piena e ricca da non farci minimamente avvertire la mancanza del colore, la sua assenza. Al contrario, queste opere sprigionano ed evocano l'intera gamma cromatica nei loro passaggi misteriosi di ombre e di luci” 

Delle sue opere, quale è stata quella le ha lasciato un ricordo particolare?

Fra i miei lavori, sicuramente ce ne sono alcuni a cui sento di essere più legata. In ogni periodo c'è sempre stato uno o più "quadri ponte ", come amava definirli il mio maestro Brunori, capaci cioè di "condurre" la ricerca oltre, un passo avanti, avanzando nella maturazione della propria personale visione. In questo ultimo periodo mi pare che i miei studi sulle sculture di Rodin, e quelli sui marmi di P. Cenedella, rappresentino il "vertice" di quanto ho cercato di esprimere. In passato, la stessa cosa si potrebbe dire in riferimento ad alcuni lavori sulle conchiglie, motivo a cui mi sono dedicata a lungo” .

 Quando si terrà la sua prossima mostra?

“Ho nuovi progetti espositivi, ancora in fase di definizione: sono fra quegli artisti che preferiscono esporre più raramente magari, ma sempre quando sento di aver maturato qualcosa di prezioso di cui far partecipi gli altri, essendo secondo me la vocazione artistica qualcosa di molto serio, una ricerca personale e profonda che richiede impegno e sacrificio, ed assai lontana dalle numerose e superficiali "mode" che imperversano ovunque, anche nel grande coacervo dell' arte contemporanea”

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