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A distanza di 38 anni dalla scomparsa di Mirella Gregori, l’opinione di Pino Nicotri

"Il pomeriggio del 7 maggio 1983 la quindicenne Mirella Gregori si allontanava dalla sua abitazione in via Nomentana, a Roma, senza fare più ritorno a casa. In questi 38 anni le sue ricerche non hanno portato a nulla, e si discute tuttora su cosa sia successo davvero alla giovane Mirella. Si tratta ormai di un “ cold case” tutto italiano, del quale si discute animatamente ancora oggi. Su quale potrebbe essere stata la sua sorte abbiamo rivolto qualche domanda al giornalista Pino Nicotri, che da tempo si è occupato del suo caso in alcune pubblicazioni. A riguardo ha le idee chiare su quanto accaduto: “L’avvocato della famiglia Gregori, lo stesso Gennaro Egidio legale della famiglia Orlandi, mi ha detto chiaro e tondo, e io l’ho scritto nei miei libri e articoli, che probabilmente Mirella per aiutare la madre, che voleva comprare un appartamento, s’era infilata in un qualche giro di prostituzione d’alto bordo. Ercole Orlandi, padre di Emanuela, ha messo a verbale che un gruppetto di giovani, senza mandato di perquisizione e raccomandando di non dire nulla a nessuno della loro visita, si è presentato a casa Gregori per scartabellare tra le cose di Mirella. Si direbbe che cercavano qualcosa di compromettente per loro: per esempio una lista di clienti. O anche una partita di droga. Forse da vendere al minuto senza poi pagare i fornitori. Che come è noto non perdonano”. 

Tratta delle “bianche”, Banda della Magliana, persone legate al Vaticano, maniaci seriali. In questi anni sono state fatte sempre molte ipotesi sulla sorte di Mirella. Non pensa che tutto questo abbia generato parecchia confusione nelle indagini?

Lo stesso giornalismo di bassa lega, ma si potrebbe dire di peggio, che ha allarmato a dismisura gli italiani sui vaccini anti Covid senza mai fare informazione reale, e che scrive in modo servile – roba neppure da curva sud – di esteri e politica interna, ha fatto strame sia della possibilità di venire a capo del caso Orlandi che di risolvere il caso Gregori. Si è suonata, specie in tv, solo la grancassa del sensazionalismo”.

Molto spesso il dramma di Mirella Gregori viene associato a quello di Emanuela Orlandi, anche lei quindicenne, cittadina vaticana, scomparsa il successivo 22 giugno 1983. I due casi possono davvero essere collegati oppure no?

“Le ho già risposto prima. Aggiungo però un particolare curioso. Il famoso “superteste”, e “reso confesso” di entrambi i casi, Marco Fassoni Accetti, fotografo e regista di nicchia con amore per le foto macabre e per quelle di minorenni, abitava e aveva lo studio sulla stessa via – un paio di chilometri più verso l’esterno della città - del bar dove Mirella usava intrattenersi con una sua amica. Via percorsa da Mirella coi mezzi pubblici per andare a scuola. Fassoni Accetti inoltre sia per cercare ragazzi da fotografare sia per recarsi in un palazzo nobiliare di suoi conoscenti, frequentava corso Vittorio Emanuela, percorso in autobus e in certi tratti a piedi da Emanuela per andare e tornare dalla scuola di musica Ludovico Da Victoria in piazza S. Apollinare. E a volte Fassoni Accetti dava l’impressione di giocare, coi magistrati, un ruolo da Raskolnikov, quello di Delitto e Castigo, che però molto furbamente e italianamente non vuole pagare dazio. Cito questi due particolari curiosi, e per certi versi anche un po’ conturbanti, solo per amore di precisione”.

Per concludere, sapremo mai la verità su quanto accaduto a Mirella Gregori?

A meno di un miracolo, anzi due, no: mai". 

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