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Esami: il tema storico "pasticcia" la passione per la politica, il ruolo dei giovani e l’avvento della dittatura fascista

Il ruolo dei giovani nella storia e nella politica. Parlano i leader”. E’ la traccia di ambito storico- politico, a cui gran parte degli studenti dell’Esame di Stato 2010 si sono sottratti, forse perché il documento storico di riferimento non era aderente alla traccia richiesta, forse perché per ispirarli veniva proposto un documento che nulla ha a che vedere con la passione per la politica. Fuor di dubbio la passione di un Leader che ha segnato la memoria di un ventennio triste e violento per la storia italiana, che ha celebrato le leggi razziali, la guerra, la violazione delle liberta con la dittatura fascista. Quanto a retorica nulla da dire, ma qui si parla dell’assunzione della responsabilità politica e morale di un atto delinquenziale.
 
Il delitto di un giovane deputato socialista, Giacomo Matteotti ucciso il 10 giugno 1924, colpevole di aver denunciato al regime brogli di vario tipo oltre che il giro di tangenti nere versate al Duce dalla compagnia petrolifera americana Standard Oil. Il delitto aprì una crisi politica che rese necessaria la svolta “autoritaria”. Era il 3 gennaio del 1925: «Ma poi, o signori, quali farfalle andiamo a cercare sotto l’arco di Tito? Ebbene, dichiaro qui, al cospetto di questa Assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto. (Vivissimi e reiterati applausi — Molte voci: Tutti con voi! Tutti con voi!). Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda; se il fascismo non è stato che olio di ricino e manganello, e non invece una passione superba della migliore gioventù italiana, a me la colpa! (Applausi). Se il fascismo è stato un’associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere! (Vivissimi e prolungati applausi — Molte voci: Tutti con voi!)» Benito MUSSOLINI, Discorso del 3 gennaio 1925 (da Atti Parlamentari – Camera dei Deputati – Legislatura XXVII – 1a sessione – Discussioni – Tornata del 3 gennaio 1925”.
 
Genericamente e impropriamente si parla della migliore gioventù italiana, quella delle squadracce coi manganelli come ci ricorda tragicamente il discorso del Duce: “se il fascismo non è stato che olio di ricino e manganello, e non invece una passione superba della migliore gioventù italiana. Credo sia l’etica della responsabilità, indissolubilmente connessa alla politica, la passione che dovrebbe animare i giovani di “tutte" le generazioni, perché non perde mai di vista, e anzi le assume come guida, le conseguenze etiche dell’agire. I miei studenti avrebbero dovuto riflettere sulle passioni della migliore gioventù italiana ai tempi del fascismo ed accostarle ad una associazione a delinquere? E comunque quale l’aderenza alla traccia?
 
I miei studenti sanno che durante il fascismo la violenza, la censura, la guerra e la repressione, non sono state categorie astratte, ma la trasfigurazione di un potere che ha intorbidito verità e giustizia, pertanto l’accostamento giovani e passione per la politica risulta, in questo caso, davvero essere fuori luogo. A dare senso alla questione sono le parole di Andrea, liceale appena diciottenne appassionato di politica, di libertà e non violenza come sembra voler dire, oltre le parole, un Bob Marley che fa da bella mostra al tatuaggio che porta impresso: “è la Costituzione, che ci insegna oltre la retorica che essere fascisti o antifascisti non è la stessa cosa. La Carta Costituzionale l’hanno scritta uomini colpiti dal fascismo e dalla guerra, che hanno “tenuto conto di quello che è accaduto”, perché la discriminazioni razziale, la violenza, la guerra, non ritornino mai più”.

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