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Blocco degli scrutini nella scuola

Insegnanti obbedienti e disobbedienti non ne possono più della Gelmini / Tremonti.

Gli insegnanti della scuola pubblica non ne possono più, tra oggi e domani lo sprint finale prevede una forma estrema di protesta: il blocco degli scrutini.

Circa quattromila Consigli di classe della scuola, faranno sentire la loro voce, in circa sette regioni, per dire ’Basta’ alla finanziaria che prevede tagli del 10% e la paralisi del contratto pubblico per il prossimo triennio.

Il blocco eÌ€ determinato anche dall’assenza di un solo insegnante. Per legge uno scrutinio per essere valido deve prevedere la presenza di tutti gli insegnanti che formano il Consiglio di classe, definito solo così ‘perfetto’.

Sabato a Piazza del Popolo, alla manifestazione della CGIL erano in tanti gli insegnanti giunti da ogni parte d’Italia; indignati e amareggiati per la loro condizione. Professionisti della conoscenza che lavorano per passione, consapevoli di assolvere un compito importantissimo per la formazione della società civile del domani. E’ quanto ci riferisce Elisabetta, docente di un liceo di Brescia, che dopo anni di precariato è approdata nella scuola in uno dei momenti più bui della “controriforma”.

A manifestare molte insegnanti romane che annunciano il blocco nelle loro scuole, preparato dai Cobas e altri sindacati.

Stamane le intercetto davanti l’atrio dello storico IPSIA Duca D’Aosta, oggi Diaz, ci sono anche molti studenti; ad una di loro che insegna inglese da un ventennio rivolgiamo alcune domande.

Salve Prof, al Diaz le operazioni di scrutinio si sono svolte regolarmente o lei è tra le disobbedienti?

"Non sono disobbediente e per questo sono stanca di essere ’messa in castigo’ da parte di chi parla di ’scuola e riforme’, una scuola che illude e mortifica anche i più obbedienti.

Oggi, nella mia scuola, possiamo ritenerci soddisfatti perché tra colleghi ci siamo trovati uniti a prescindere dalle sigle sindacali.

In sintesi: due insegnanti hanno bloccato, in modo organizzato, gli scrutini dell’intera giornata in ben 8 Consigli di Classe, sostenute dalla solidarietà della maggior parte dei colleghi che, questa volta, hanno reso possibile una protesta necessaria oltre che urgente, senza inutili remissioni di denaro".

La scuola si muove finalmente, è un momento di grande fermento ed è fuori di dubbio che se le cose non cambiano, la cosiddetta riforma Gelmini/Tremonti e la manovra finanziaria messa a punto dal governo avrà come conseguenza il più grande licenziamento in massa degli ultimi decenni oltre che sottrazione di risorse a vari livelli.

I tempi sono maturi per una protesta seria che unisca tutto il pubblico impiego così come è stato nel 2000, l’anno che ci ricorda l’ultimo grande sciopero della scuola

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