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Erika Cervia: "Riaprite l’inchiesta sulla morte di mio padre"

L'ex Marescallo di Marina, sanremese d'origine, scomparve nel 1990. Di lui si occupò a lungo la trasmissione "Chi l'ha visto?".

Ora che è diventata maggiorenne da un bel po’ di anni Erika Cervia, la figlia del Maresciallo Maggiore di Marina, Davide Cervia, misteriosamente scomparso a Velletri il dodici settembre del 1990, con piglio deciso e con la forza della disperazione che può avere solo una figlia che ha goduto della vicinanza dell’amato genitore per appena sei anni, ha preso carta e penna e ha scritto un accorato appello al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano chiedendo la riapertura delle indagini sul caso della sparizione del proprio padre.

Quello della scomparsa dell’ex militare sanremese è un giallo in piena regola, sinora destinato ad accrescere la lunga serie dei “ misteri italiani”. Davide Cervia era nato a Sanremo nel 1959 e qui era rimasto sino al 1978 con la propria famiglia. In quell’anno decise di arruolarsi in Marina ed vi rimase, in ferma prolungata, per sei anni.

Nel 1982 sposò Marisa Gentile e la lontananza dalla famiglia lo indusse un anno più tardi a chiedere il congedo definitivo dall’Arma di appartenenza con un anno d’anticipo sul termine naturale della ferma prolungata. In Marina Cervia però aveva acquisito conoscenze preziose per il suo futuro professionale come quelle in materia di guerra elettronica e così ben presto venne assunto da una delle maggiori ditte del settore esistenti nel nostro Paese, la Enertecnel Sud di Ariccia, borgo dei Castelli romani, trasferendosi a vivere, con tutta la sua nuova famiglia, nel 1988 nella vicina Velletri. 

Dopo il congedo erano infatti nati due bambini, una femminuccia cui fu imposto il nome di Erika, ed un maschietto chiamato Daniele. La Enertecnel Sud si aggiudicava importanti appalti, nel frattempo, del Ministero della Difesa. Il dodici settembre del 1990 misteriosamente Cervia scompare. Un viticoltore di Velletri, suo vicino di casa, racconterà ai Carabinieri del Gruppo Roma- tre, cui fu presentata la denuncia di scomparsa dell’uomo, che verso le cinque di quel giorno, era ancora chiaro, udì le urla d’aiuto proferite da Davide Cervia medesimo.

Voltatosi vide che l’ex sottufficiale, appena sceso dalla sua Golf bianca, veniva aggredito da cinque persone e caricato a forza su una Golf di colore verde mentre un biondino del commando si poneva alla guida dell’auto del sanremese. Pure un autista dell’Acotral, la società che gestisce i trasporti automobilistici pubblici nel Lazio, testimoniò di aver dovuto compiere, mentre era alla guida dell’autobus di linea diretto a Velletri, una manovra d’emergenza per evitare uno scontro con le due autovetture che stavano allontanandosi a tutta velocità dal luogo del supposto rapimento

Le indagini condotte dalla Procura di Velletri ben presto si arenarono: il caso fu a lungo trattato dalla popolare trasmissione Chi l’ha Visto, allora condotta da Donatella Rafai. Se ne occuparono pure i Servizi Segreti, Cervia tutto sommato era stato un militare che, inopinatamente, predilessero ufficialmente la tesi di un allontanamento volontario dell’uomo dalla famiglia.

A sostegno della tesi citarono la testimonianza di un certo Giuseppe Carbone che sosteneva l’esistenza di problemi nella famiglia Cervia. Carbone, però, era un millantatore pregiudicato tarantino che probabilmente neanche conosceva il sanremese. Accaddero fatti strani in seguito sino a che l’auto di Davide Cervia, un anno dopo la scomparsa, fu ritrovata intonsa nei pressi di Roma Termini

Ora la piccola Erika che in quel tragico 1990 aveva appena sei anni chiede a Giorgio Napolitano un aiuto a far ripartire le indagini sul caso. I militari all’inizio addirittura negarono che il Maresciallo Maggiore Davide Cervia potesse avere conoscenze approfondite in materia di Guerre Elettroniche, “era solamente un semplice tecnico manutentore” dissero, ma il loro imbarazzo a fronte delle precise richieste della moglie Marisa ai più parve evidente.

Secondo i familiari dell’informatico Michele Landi, misteriosamente suicidatosi nella propria casa di Guidonia qualche anno dopo, Cervia aveva partecipato a sofisticati corsi d’addestramento insieme al proprio congiunto nell’ambito del programma Nato Cotrin per il controllo militare dello spazio aereo occidentale a fronte dei pericoli provenienti dal Medio Oriente e dal confinante Patto di Varsavia.

Landi era anche lui un ex, precisamente un Ufficiale di Complemento dell’Esercito in congedo. Se davvero fu rapito, come tutti sembrano confermare, chi portò via Davide Cervia? Qualche Stato- canaglia medio- orientale, la Libia o addirittura l’Urss? E se è andata così dove si trova ora l’ex marinaio sanremese?

E’ stato ucciso o vive ancora? Sono le domande accorate che rivolge al “suo” Presidente della Repubblica una giovane di ventisette anni a cui fu portato via il padre a soli sei anni, quando si accingeva ad iniziare la prima elementare. 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.181) 30 ottobre 2012 12:02

    In questo articolo sono scritte numerose fesserie. Compare la solita sciocchezza che accosta il caso Cervia al caso Landi. Le due vicende non hanno nulla in comune e il giornalista non ha capito assolutamente nulla del consorzio Catrin. Tra l’altro la famiglia Landi non si è mai sognata di accostare i due casi, sono copiature di articoli di altri siti che non fanno onore alla professionalità di chi li ha copiati. La società Enertecnel invece, dove andò a lavorare Davide, non ha nulla a che fare con le guerre elettroniche, e non si è mai aggiudicata appalti in quel settore. 

    Gianluca Cicinelli

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