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Ericsson Marcianise: ancora esternalizzazioni di attività annunciate dall’azienda, la RSU proclama lo stato di agitazione

Un aggiornamento sulla crisi dello stabilimento Ericsson di Marcianise, Caserta.

Con un comunicato odierno la RSU della Ericsson di Marcianise, dopo un infruttuoso incontro con l’azienda, proclama lo stato di agitazione. Motivo dello scontro è l’intenzione manifestata dall’azienda di esternalizzare alcune attività produttive per un periodo di tempo limitato, cosa del tutto legittima e probabilmente opportuna, peccato però che avviene in un momento in cui la stessa azienda costringe mediamente oltre 150 lavoratori in cassa integrazione per far fronte alla dura e lunga crisi in cui l’azienda versa. La posizione della RSU è chiara: il lavoro deve essere fatto da risorse interne, non è possibile pensare con una mano allontanare i lavoratori in cassa intagrazione e con l’altra elargire ad esterni lavoro che potrebbe essere fatto internamente.

Da premettere che proprio all’ininzio di settembre è scoppiata la rivolta di alcuni lavoratori in sub-appalto i quali hanno bloccato per un’intera settimana tutte le attività della fabbrica di Marcianise con un presidio di protesta contro le riduzioni di personale programmate. Nelle trattative sindacali di queste aziende fornitrici la Ericsson ha avuto un ruolo centrale e risolutivo, impegnandosi ad intervenire con danaro contante per incentivare questi lavoratori in sub-appalto a lasciare il posto di lavoro senza eccessivi rumori. 

I lavoratori della Ericsson di Marcianise si interrogano sul tema generale delle lavorazioni cedute a ditte esterne nel contesto della attuale crisi aziendale: è accettabile la posizione dell’azienda che dichiara lo scorso giugno oltre 120 esuberi sullo stabilimento di Marcianise e contestualmente rinnova contratti a ditte esterne e consulenti che cubano oltre 50 unità? E’ normale vedere dipendenti fuoriusciti dalla Ericsson con incentivi che rientrano col nome di un altra ditta a cui Ericsson appalta lavorazioni? E’ regolare in un clima di crisi concedere incentivi all’esodo per lavoratori di ditte sub-appaltatrici?

I lavoratori assitono sbigottiti a tutto ciò e si chiedono quale possa essere il futuro della loro azienda già duramente martoriata da una profonda e lunga crisi dalla quale non sembra intravedersi via d’uscita. Il management continua con una politica di distruzione del patrimonio di risorse, conoscenze ed esperienze che negli anni si è costruito nello stabilimento di Marcianise.  Nessun segnale di sviluppo sembra intravedersi all’orizzonte: anche quest’anno l’obiettivo primario della Ericsson è eliminare altre 120 unità dallo stabilimento di Marcianise convincendole a lasciare l’azienda accettando l’invitante incentivo messo a loro disposizione.

Proprio su questo tema arrivano altre lamentele dei lavoratori i quali denunciano continue vessazioni e violenze psicologiche del management nei confronti di quei dipendenti unilateralmente individuati come ‘esuberi’. Dopo l’avvertimento verbale attraverso i cosidetti ‘’colloqui’’, le tecniche utilizzate per ‘convincere’ il dipendente a dimettersi vanno dall’isolamento professionale, all’utilizzo massivo della cassa integrazione nei suoi confronti.

Sembra veramante incredibile che in una multinazionale dello spessore di Ericsson che pone il rispetto delle persone alla base dei valori aziendali, possano accadere episodi del genere e soparattutto che questo avvenga nell’assordante silenzio ed indifferenza da parte del quartier generale italiano e svedese.

 

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