• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

Emanuele Rossi

Emanuele Rossi

Sono un uomo, un marito, un figlio, e spero un giorno di essere un padre. 
Faccio il geologo, scrivo in un blog e qualche volta in giro da altre parti. Tutto qui. 
(Twitter @danemblog)

Statistiche

  • Primo articolo venerdì 10 Ottobre 2011
  • Moderatore da lunedì 10 Ottobre 2011
Articoli Da Articoli pubblicati Commenti pubblicati Commenti ricevuti
La registrazione 80 9 118
1 mese 0 0 0
5 giorni 0 0 0
Moderazione Da Articoli moderati Positivamente Negativamente
La registrazione 10 9 1
1 mese 0 0 0
5 giorni 0 0 0












Ultimi commenti

  • Di Emanuele Rossi (---.---.---.28) 20 novembre 2013 12:01
    Emanuele Rossi

    Prima avevo dimenticato di firmarlo: il commento all’articolo che parla dell’assenza di Obama alla cerimonia, è mio.


    Emanuele Rossi
  • Di Emanuele Rossi (---.---.---.28) 17 agosto 2013 12:18
    Emanuele Rossi

    Mi permetto di aggiungere, che però a quei "rappresentati traditori" di cui tu parli - giustamente - si abbinano anche dei rappresentati pigri, ignoranti ed ignavi. 


    Noi, appunto.
  • Di Emanuele Rossi (---.---.---.28) 13 agosto 2013 00:31
    Emanuele Rossi

    Geri, non riesco a capire il punto del tuo commento: stai parlando di cose che sono scritte nel pezzo, come se mancassero. Cito: 

    Va detto, per dovere di cronaca, che la proposta si inquadra all’interno di un piano più ampio che rivede svariati privilegi: saranno tagliati diversi altri benefit, tra cui principalmente quelli legati al sistema pensionistico. Tra le cose da tagliare ci sono il rimborso spese di 15 sterline per la cena quando le sedute parlamentari durano oltre le 19.30, i rimborsi per i taxi, quelli per le spese delle seconde case per i parlamentari che si devono trasferire a Londra e il “bonus” di circa 65 mila sterline che finora veniva dato ai parlamentari uscenti che non venivano rieletti. Sostiene l’Ipsa che a fronte di un costo netto legato all’aumento salariale di 500 mila sterline, si risparmierà qualcosa come 7 milioni entro il 2015 (a tal proposito rivendicano di averne fatti risparmiare ai contribuenti circa 35 milioni, dall’inizio del proprio incarico).
    Dunque: aumento dello stipendio - retribuzione - è una cosa. Diminuzione dei benefit un’altra. In totale, dalla somma - / +, potrebbe venir fuori che i benefici generali caleranno? Tanto meglio: è di questo che si parla. Sarò didascalico, come non mi piace essere. L’articolo si dipana proprio su: bisogna pagare tanto i parlamentari, per una serie di ragioni valide, tra cui il permettere a quei parlamentari di non ricevere altri grossi benefit oltre il proprio stipendio. Ri-cito (anche questo non mi piace granché, ma nel caso serve a farla finita):
    Il piano è: alti compensi, minori benefit, meno The Casta. Ossia: hai già un buono stipendio, non serve che ti paghi tanti soldi per la diaria, per dire.

    Altra questione. Tu dici : "Ciò che io ti contesto è che dal tuo articolo apparirebbe (non che tu lo scriva in chiaro) che in Italia, con la ns casta, va bene così e sarebbe giusto pagarli tanto".
    Cioè tu stai contestando una cosa che non ho scritto e di cui non si fa menzione nemmeno in modo indiretto, tra le righe o con richiami. Che devo dirti di questo? Vedi tu.
    Anzi per concluderla, l’unico passaggio in cui parlo del caso-Italia, è proprio quello in cui dico il contrario di quel di cui mi accusi. 

    Passando oltre, invece, quello che dice l’utente anonimo sulle retribuzioni medie, è verissimo. Anche se è un discorso di altro genere, che rimette in mezzo un paragone con l’Italia che io non ho fatto in termini diretti. E comunque anche in Uk non è che sia il paese di Bengodi. Se non sbaglio è di questo che si ciba Nigel Farage, no? Ma senza andare troppo oltre, stipendi di medici generici a parte - che sono alti anche qui, se si raggiunge il massimo dei mutuati - la discrepanza tra guadagno dei legislatori e quello medio degli altri cittadini, qui da noi è molto alta. Molto di più che nel Regno Unito, è vero. Ma non si parla di questo nell’articolo.

     
     
  • Di Emanuele Rossi (---.---.---.28) 12 agosto 2013 17:31
    Emanuele Rossi

    Le retribuzioni aumenteranno. L’aumento è del 10% come dici tu - che è un aumento e che farà dunque aumentare le retribuzioni. Gli stipendi aumenteranno dunque: questo è il fatto, sacro, affermazione di carattere assoluto e svincolata dal contesto. Innegabile.


    I benefit caleranno, è un altro pezzo di quel contesto. Altro fatto, vero in termini altrettanto assoluti. Nel pezzo francamente è chiaro e sottolineato: come tu stesso hai ricordato, viene messo in chiaro. In diversi passaggi: sia quelli che riguardano la proposta dell’IPSA sia quando si fa un discorso generico. Dunque qui non ci siamo proprio.

    Anche perché l’articolo regge e converge, tutto intorno a questo: perfino la chiosa a chiusa finale lo sottolinea e lo ricorda. Rileggi perché forse sei andato di fretta. Tuo diritto leggere superficialmente, mio dovere permettere che questo sia possibile e spiegarmi. In questo momento lo sto facendo, se non è stato sufficiente nell’articolo.

    Del discorso generico, allora: perché questo è - anche questo aspetto è bene evidenziato quando si parla di "idealizzazione di un sistema". Dunque non si tratta di un confronto con quelli italiani, almeno non semplicemente. Potrei anche parlare degli stipendi dei deputati ruandesi, per dire. 

    Nel finale - dove parlo del rapporto stipendi e privilegi, ri-sottolineo - parlo di alcuni benefit degli italiani, a titolo di esempio: così come a titolo d’esempio ho usato la decisione dell’IPSA.

    Forse la tua è stata una disattenta quanto istintivamente legittima reazione: i cittadini sono indignati - sono un cittadino anch’io - perché il sistema non funziona. Il tutto poi è stato condito da un’accusa di "qualche sospetto" - chissà quale, chissà quale interesse avrei io? - ma scrivendo cose del genere, c’era d’aspettarselo.

    Credimi, sono libero.

  • Di Emanuele Rossi (---.---.---.28) 31 maggio 2013 10:22
    Emanuele Rossi

    Osservazioni giuste ed ineccepibili entrambe, grazie.

    La questione è ampia e purtroppo sembra sempre più volgere verso un volere infimo, sottotraccia (ma neanche troppo), che sta nel controllare la libertà. Io stesso, per dire, con il mio blog non potrei andare avanti nel caso venisse assimilato ad una testata giornalistica (il disclaimer che c’è, ne sottolinea la diversità) perché incorrerei in rischi molto più elevati dei benefici. 
    Purtroppo la questione è di mero carattere materiale: nel senso che quei rischi riguardano il risarcimento danni (anche esoso) e non semplicemente l’essere sottoposto a giudizio, e quei benefici riguardano il troppo alto costo da sborsare di quei danni eventuali e non l’infinito piacere di scrivere. 
    Inciso a parte, ricordo che io stesso - insieme a tanti altri blogger - ho aderito alle proteste contro quella maledetta "legge bavaglio", non più di un paio, forse, d’anni fa. Salvo ritrovarsela ancora tra i piedi, segno forse che quella volontà - mettere il bavaglio - è fin troppo forte. 
    Vero è, però, che se vogliamo dare ai blog una certa legittimazione, anche come terzo occhio della stampa, come punto di discussione e di opinione in cui si sollevano questioni anche importanti, come spazi d’inchiesta che vanno a scavare nel profondo dai fatti (magari laddove quella stampa mainstream si ferma o è costretta a farlo), allora, se è questo che vogliamo dobbiamo anche responsabilizzarci. Perché è la responsabilità il fulcro: dire ad uno che è uno stronzo, è molto meno utile e proficuo - e responsabile - che portare prove e controprove per dimostrare che effettivamente lo è. Il fatto allora riguarda la qualità di quel che si fa. Perché la Rete come qualsiasi altro spazio, occorre imparare a viverla. Educarci. Dire "sei uno stronzo!" resta e resterà e deve restare, possibile sia qua che in strada, ma sarà consapevolezza personale assumersi le successive conseguenze e sarà premura personale portare testimonianza di quel che si afferma. Perché sennò tutto è vuoto, qualunquista e libero sfogo gratuito. Che per carità, può essere anche comprensibile, ma è molto distante dalla qualità. I toni e modi, aggiungo, sono personali - e personalmente non amo urlare, ma c’è chi sì e lo rispetto, al limite - ognuno li sceglie: poi magari passa per quei modi dalla ragione al torto ma fatti suoi. L’importante, per far sì che tutto non sia vacuo, è che ci sia quella ragione!
    Chiaramente tutto questo, è la mia considerazione personale.
    (grazie della bella discussione) 

TEMATICHE DELL'AUTORE

Mondo Politica Società Media Tribuna Libera

Pubblicità



Pubblicità



Palmares

Pubblicità