Un mondo senza denaro contante. Grossi rischi in arrivo per gli italiani
Anche in Italia si inizia a parlare di eliminazione del denaro contante. Molti cittadini e utenti dei social, hanno appreso questa notizia semplicemente per aver letto una delle dichiarazioni di Pietro Grasso in piena campagna elettorale durante l’incontro che si è tenuto presso la sede di Confcommercio: “Possiamo discutere tempi di attuazione e modalità ma idealmente la strada del futuro è l'abolizione del contante" sia "per combattere l'evasione fiscale" sia "per contrastare l'economia criminale".
Molti cittadini hanno pensato a una castroneria bella e buona e, come sempre, i commenti e le invettive non sono mancate: dal “Incapace, ma che dici”? a frasi al limite della querela, tutto l’armamentario dei commenti ad opera dei disinformati, si è palesato sia su Facebook che su Twitter.
Perché parlo di disinformati? Perché, come ho accennato all’inizio, effettivamente si parla e si discute di eliminazione del denaro contante, anche in Italia. Da poco sono state eliminate dalla produzione, le monetine da uno e due euro, quelle che nessuno o quasi sapeva come spendere. Un tempo, le sarte ci avrebbero fatto le basi per i bottoni di stoffa, oggi vanno a finire in fondo alle borse, o dentro vasetti di vetro, a mo’ di decorazione.
Via i centesimi di euro, anche se potranno continuare a circolare senza una data di scadenza. Semplicemente, la Zecca dello Stato non li produce più. D’altronde, almeno per ora, la loro soppressione totale non è possibile: in Italia, come in tutta Europa, utilizziamo la stessa moneta e, spesso, ci troviamo nel portamonete euro coniati in Germania piuttosto che in Svezia.
Tornando alla storia dell’eliminazione del denaro contante: quanto sapete su questo tema? Sapete, ad esempio, che il Kenia è la nazione che più di ogni altra al mondo utilizza i pagamenti attraverso carte di credito e bancomat? Ben il 70% della popolazione ha utilizzato questo metodo di pagamento almeno una volta nel 2016. Stiamo parlando di un paese in via di sviluppo ma che, grazie al principale operatore telefonico Safaricom che ha introdotto sul mercato nel 2007, la carta di credito per chi non è titolare di un conto corrente bancario, ha diffuso questo metodo di pagamento – che si chiama M-Pesa - a macchia d’olio, abituando la popolazione keniota ai pagamenti tramite carta di credito, riducendo drasticamente l’uso del denaro contante.
E che dire della Svezia, sempre avanti su un mucchio di cose: attualmente, i pagamenti in contanti si sono ridotti al 2%. Gli svedesi pagano tutto con ogni sistema messo loro a disposizione pur di non pagare in contanti: oltre alle tradizionali carte di credito, debito e bancomat, anche le applicazioni che funzionano tramite Smartphone. Entro il 2025, la Svezia proclamerà il definitivo addio alla cartamoneta e alle monete metalliche. Per sostenere questo progetto a media scadenza, sono già molti i negozi che non accettano denaro contanti.
Parliamo però di una nazione in cui i costi delle spese bancarie non sono in costante crescita e, anzi, dove i tassi di interesse sono a favore dei correntisti, e non contro. Altre nazioni, come la Gran Bretagna, l’Australia, gli USA e il Giappone hanno già imboccato la via dell’eliminazione del denaro contante sul medio termine.
Da noi il discorso è un po’ più complesso e sotto molti punti di vista. Innanzitutto, la percentuale dei pagamenti tramite carte di credito e di debito, non è così alta come nelle nazioni più virtuose. Ancora oggi, molti non si fidano ad esempio a inserire i dati della propria carta per effettuare pagamenti online, cosa che si potrebbe ovviare con le carte di credito ricaricabili, ma che ancora sono lontane dal divenire abituali.
Pesa molto anche l’incidenza, sulle spese mensili, delle spese bancarie che, nel nostro paese come già accennato, non solo sono tra le più alte d’Europa, ma crescono in maniera esponenziale e spesso, per salvare i gruppi bancari dalle beghe che loro stessi creano. I loro quasi fallimenti vengono trasformati in maggiori spese per la clientela, un giochetto che ormai ha preso piede anche in altri settori, come la recente decisione di “spalmare” i conti in negativo delle aziende che forniscono energia elettrica sulle bollette dei virtuosi cittadini che pagano regolarmente. Quindi: pagheremo i debiti degli evasori. Altro che lotta all’evasione fiscale…
Ci sono però alcune questioni che, a mio parere, vanno valutate con attenzione da parte dei cittadini. Abolire il denaro contante in un paese come l’Italia, serve davvero esclusivamente per combattere l’evasione fiscale e per contrastare l’economia criminale? Io penso di no, e spiego perché.
La grande evasione fiscale,in Italia non è ad opera del cittadino comune, che può – al massimo – dimenticare di pagare una multa o poco più. I grandi evasori quindi, continueranno a evadere alla grande, e non solo gli sarà concesso, ma troveranno sempre mille strade per dribblare il peggior sistema fiscale d’Europa: quello italiano.
Sul fronte della criminalità, il discorso non cambia. Vorrei anche ricordare un fatto di cronaca, che molti ricorderanno: quando scoprimmo – era il 2007 - che le agenzie che hanno in mano il giro delle slot machine in Italia da anni non collegavano queste macchinette al sistema informatico dell’Agenzia delle Entrate, scoprimmo anche una vera aberrazione aggiuntiva: a parole fu loro comminata una maxi multa complessiva di 2,5 miliardi salita poi alla ragguardevole cifra di 90 miliardi di euro, che però prima fu abbassata a circa 900 milioni di euro, per poi non esser pagata, nemmeno in parte, dai maxi evasori fiscali, tra cui spiccava il nome di Francesco Corallo, figlio di Gaetano, a capo della potente Atlantis-BPlus che è titolare di Casinò in tutto il mondo, ed è vicino a Fini e Tulliani, e implicato in molte inchieste, oltre ad essere amico di Benedetto detto Nitto Santapaola. Sì lui, il mafioso.
Vi pare quindi che, quando a evadere miliardi di euro sono i veri evasori e in odore di mafia e criminalità, qualcuno in Italia abbia mai avuto davvero la volontà di fare pulizia? Ma quando mai…
Eccoci invece al punto cruciale: i cittadini italiani e la cancellazione dell’uso del denaro contante.
Recentemente, tra le misure “anti corruzione”, è stato deciso che gli stipendi non possano, nemmeno in parte, essere erogati in contanti. Tutto dovrà essere tracciabile. Dal primo Luglio 2018 quindi, ecco che i datori di lavoro non potranno più erogare gli stipendi brevi mano.
Stessa cosa avvenne nel 2012 con il versamento delle pensioni. Prima di allora, tutti ricordiamo gli uffici postali zeppi di pensionati che andavano a ritirare la pensione, libretto in mano e file chilometriche. Dal 2012, ecco la svolta: le pensioni al di sopra dei 1.000 euro, non possono più esser ritirate in contanti. Bisognava farseli arrivare su un conto corrente. Magari postale, ma sempre conto corrente. Ciò obbligò molti anziani italiani, ad aprire un rapporto bancario, con conseguenti spese da pagare e la tracciatura di ogni movimento. Essenzialmente, fu una decisione presa al solo fine di mettere il naso sui movimenti economici di quella fetta di italiani di cui non si conoscevano tutti i peli sotto le ascelle, immagine che serve a far comprendere come il fine ultimo fosse la tracciabilità di ogni versamento, ritiro di denaro e pagamenti vari durante il mese.
Quando anche in Italia arriverà, perché prima o poi arriverà, la cancellazione dell’uso del denaro contante, non credo si potrà parlare di “Lotta all’evasione fiscale” né tantomeno di “Lotta all’economia criminale” quanto di sistema per permettere al Fisco nazionale e ai governi in carica, di mettere direttamente le mani nei conti correnti, nei libretti di risparmio e nei conti deposito della popolazione più tartassata e maltrattata d’Europa.
Immagino già ciò che si potrà creare: inventeranno normative che obbligano il contribuente a lasciar prelevare direttamente al Fisco quanto è dovuto. Altre norme imporranno il blocco dei conti correnti o dei libretti e dei conti deposito, al solo dubitare che un cittadino non abbia pagato una multa. Già adesso è cosa fattibile, ma andranno ben oltre.
Insomma: un giorno, non troppo lontano, potremmo ricordare tutti con grande affetto i peggiori metodi messi in atto da Equitalia, con la collaborazione dei governi. E non sarà un bel giorno.
Oltre ciò, non posso non accennare al fatto che – costringendo ogni singolo italiano ad avere un conto in banca per poter movimentare in forma digitale il proprio denaro – con le crisi bancarie in corso, non dormiremo più sonni tranquilli: non appena una o più cederà, ecco che saremo chiamati a “salvare” la banca in stato di pre-morienza. Sarà il caos. Ho detto spesso: “meglio tenere i soldi sotto la mattonella piuttosto che rischiarli in banca”. Ecco, non sarà più possibile.
Nel frattempo, ovviamente, la criminalità organizzata e i grandi evasori – che a volte coincidono – continueranno indisturbati non solo a evadere miliardi di euro, ma a essere aiutati in questa attività.
Dallo Stato italiano.
Per salvarci, forse dovremo uniformarci ai grandi evasori fiscali. Ma non sarà possibile, perché noi cittadini non siamo né evasori, né delinquenti, né mai entreremo a far parte dei gruppi di potere che in Italia, non hanno sigle, colori e dipendenze. Loro sanno come fare. Noi, no.
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