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Elezioni regionali, il tira e molla delle liste


Séguita la stucchevole pantomima, liste sì, liste no, a questo punto la misura sembra davvero colma: se in precedenza, la gente non andava in brodo di giuggiole nel rapportarsi con la politica, adesso non gliene può fregar di meno.
 
Purtroppo, si ha la sensazione che gli addetti ai lavori, di qualsivoglia collocazione o tendenza, vivano indistintamente in una sorta di obnubilazione, per non dire, con maggiore severità o realismo, che abbiano completamente perduto il lume dell’intelletto.
 
Difatti, si rendono protagonisti di prese di posizione più infantili che risolute, talvolta meramente pretestuose, quando, addirittura, non campate in aria.
Tra le altre uscite in scaletta, da qualche parte si suole far riferimento a successo sul campo, preferito a successo a tavolino, come se si trattasse di un incontro di calcio.
 
Chiaramente, è risaputo da tutti, bambini compresi, che nel contesto delle partite di football, dove gli attori, gli artefici del risultato di vittoria, pareggio o sconfitta, sono solamente ed esclusivamente le squadre ovvero i calciatori che si affrontano sul terreno di gioco, nel caso in cui una compagine non si presenta, è decretata, secondo regolamento, la vittoria dell’altra squadra.
 
Ma la richiamata fattispecie calcistica non ha proprio alcunché in comune con le elezioni, dove, indubbiamente, si pongono in competizione i partiti (squadre), e però a decidere il risultato non sono loro, bensì i cittadini elettori, i quali scelgono liberamente e in coscienza all’interno di una cabina.
 
Un accostamento calzante si può effettuare ponendo l’esempio di una comunità, all’interno della quale si trovano due belle ragazze, i cui componenti hanno deciso di eleggere la più bella, la vincente della coppia.
 
Laddove una delle due figliole non accorra nell’ora e nel luogo stabilito, che fanno gli “elettori”? Proclamano vincente colei che è lì da sola, senza praticamente compiere la minima scelta? No di certo, semmai, pur biasimando il comportamento della bellezza assente, la cercano, la convocano, oppure, al limite, rinviano l’elezione.
 
In fondo, la stessa cosa si trova in Italia sul fronte degli schieramenti partitici, in sostanza si contano due, solo due raggruppamenti fondamentali. Perciò, se uno di questi, per qualsivoglia ragione, manca all’appello, che razza di scelta possono concretamente compiere gli elettori?
 
Si voglia scusare, il ragionamento apparirà terra terra, ma così è per la naturale legge del buonsenso, legge che, in certo qual modo, non è seconda a nessun’altra.

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