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Elezioni Milano: Schiaffo a Berlusconi? Ora ci vuole un calcio...

MILANO – Che ci piaccia o no, due giorni fa, nelle case italiane è andata pressapoco così: partenza, Moratti in vantaggio seguita da un timido Pisapia. Pisapia lentamente raggiunge Moratti. Moratti resiste. Pisapia raggiunge e affianca. Moratti è incurante. Pisapia azzarda e improvvisamente sorpassa. Sorpassa. Sorpassa e resiste.

Grande ola.

Moratti non reagisce. Pisapia in testa, azzarda e, a sorpresa, distanzia Moratti. Moratti snobba convinta del recupero. Moratti retrocede un pochetto. Pisapia allunga e riacquista slancio e taglia il traguardo con un fantastico 48,00 lasciando basita Moratti inchiodata ad un improbabile 41,6! Sì!

E adesso? E adesso su le maniche. Secondo tempo.

Non si può negare, è scattata la tifoseria per la parte politica tanto sofferta e alcune volte rinnegata. Il pensiero frequente: “Non può essere sempre tempesta. Non può durare in eterno” accompagnava l'attesa.

Nel turbine di pensieri ad un semaforo qualcuno chiede: “come siamo messi? “Messi per cosa?” - “ma con la Moratti!”

Il disgelo “sembra” iniziato.

Svegliati da un trip, di grande esaltazione collettiva, Pdl e Lega improvvisamente toccano terra in preda ai postumi di una sbornia. È accaduto l'immaginabile. Dov'è finito il 60% di elettori vantati per 3 anni? Boh! Finalmente hanno attualizzato il proprio elettorato.

Monsieur Montgolfier strategicamente, a palazzo, comincia le sue macchinazioni.

Previste tante telefonate. Il telefono è la sua voce.

Accordati tanti incontri e qualche acquisto. È un amante dello shopping. Gambizzato da meno 24.605 voti, sembra quasi in ginocchio. Sembra, ma non è.

Partono le grandi manovre. Ridimensionare il colpo, tradurre tutto in pareggio. Santanchè in panchina con Lassini, Pdl e la Lega prendono coscienza. “abbiamo sbagliato qualche cosa?” Eureka: “dobbiamo parlare con i cittadini e pensare a Milano”. A beh!

Verdini precisa, “non focalizziamo su Milano, guardiamo la globalità” mentre la casalinga pulisce le carote, ascolta e impreca: “ma stordito e il tuo capo che ha acceso i riflettori su Milano convinto di fare il botto!”.

Due giorni di rabbia nascosta. La Russa, Lupi, Gasparri, Cicchito, Salvini Formigoni, e la stessa Moratti, colpiti, ostentano sicurezza. Obbiettivo, intortare il prossimo con una recita diversa.

Il capo, Monsieur Montgolfier, sente ancora la posizione di forza, lui detiene un potere monopolistico del partito e dell'alleanza. Lui è il padrone del partito nessuno può chiedere le sue dimissioni. Persevera con la tesi estremista, votato alla flagellazione. Pisapia oscilla da terrorista a portatore di droghe organizzatore dei centri sociali luoghi estremisti e pericolosi, probabilmente vivaio di BR.

Monsieur Mongolfiera dal 1994 ha varato 200 leggi in materia penale, dedicando il 60% delle forze alla giustizia e non ai problemi del paese. Anche Milano deve aspettare. Ha chiesto al suo elettorato almeno 56.000 voti, altrimenti la sinistra e i magistrati lo avrebbe sbranato. Paradossale, il ricco potente pretende difesa dal popolo! E poi?

Eppure i segni c'erano. Tanto si è detto, molto si può dire, ma alcune sono carine.

La sig. Moratti, affetta da mania di grandezza, voleva portare Milano a New York nella 53° Strada con l'operazione “opening fall 2010” (apriamo in autunno) cartello esposto in bella vista nella location che costava 1,8 milioni di dollari l'anno. Della triennale di Milano, si sono fatti 4 pomposi annunci: in maggio, poi settembre, slittata a novembre, infine rinviata a primavera 2011 concludendo definitivamente con “annullata”. Il cantiere bloccato espone un cartello – “notice of eviction” (avviso di sfratto) perché da mesi nessuno paga l'affitto. Questo ed altro condito dal fatto che, è un dato acquisito che la Moratti “sta sulle balle” ai milanese in modo davvero trasversale. Carina anche che, Comunione e Liberazione, alla sua seconda candidatura, non ha mosso un dito, e si è sfilata con destrezza.

E la Lega? A Propositore di Lega, se non sgancia velocemente gli ormeggi dal Pdl condividerà con lui anche l'affondamento; altro che “la lega ha quasi in mano il paese”. Al momento boccheggia. La Lega Nord, geneticamente modificata, sta mangiando e bevendo ogni stravagante personalismo di Monsieur Montgolfier. Ormai la romanizzazione è completa. Cosa farà ancora in nome del “federalismo deturpatolo”, lo sapremo presto.

Poco importa cosa faranno, basta una matita, una croce scritta, e il cambiamento diventa possibile.

È il momento di palingenesi. Con una matita si può cambiare l'Italia.

Per non sapere ne leggere e ne scrivere, prepariamoci a ri- votare.

Lettera ai tifosi del Milan

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.173) 19 maggio 2011 19:44

    Si fa sera >

    Rispetto al 2006 la Moratti ha avuto 80mila voti in meno ed il Pdl quasi 24mila in meno della ex Forza Italia.
    Lassini, con la sua campagna anti Pm, ha raccolto 872 voti (0,12%).
    Il 17 aprile, caldeggiando la Moratti, Berlusconi aveva pronosticato un “test nazionale per il governo” e, nel suo ultimo appello, ha chiesto “non meno di 53mila preferenze” per non vedere il suo funerale. Ha ottenuto la metà dei consensi avuti nel 2006.

    Il tempo è galantuomo. Non cancella le Voci dentro l’Eclissi di uomini esempio di coerenza e impegno civile …

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