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Elettra: Carmen Consoli incanta Sassari

Elettra: Carmen Consoli incanta Sassari.

La cantautrice siciliana ha chiuso il tour sardo al teatro Verdi. Un caloroso pubblico da tutto esaurito premia la maturità artistica cresciuta ai piedi dell’Etna.

Un gioioso bisturi che incide gli spessi strati del dolore umano. Oltre la musica (eccellente), la prosa e le scenografie per uno spettacolo di qualità, il lavoro di ricerca e l’indagine umana emergenti nelle canzoni di Carmen Consoli, producono emozioni diverse. Uno scavo lungo, nelle profondità buie e nascoste, inevitabilmente reali della mente umana che, raggiunte e illuminate, vibrano e riflettono. Un lavoraccio se gli attrezzi da archeologia sono parole e musica, un opera unica nel proscenio italiano, quella riuscita alla cantautrice etnea. Il concerto al teatro Verdi (10 febbraio), chiude la tournée sarda di Elettra, ultimo lavoro appena pubblicato e anticipato lo scorso ottobre dal brano "Non molto lontano da qui".

Il teatro è esaurito in ogni ordine di posti e la richiesta dei tanti che non sono riusciti ad entrarvi, avrebbe giustificato una replica. Non poteva essere migliore l’esordio per la nuova edizione del Festival di parole e musica Abbabula, organizzato dall’associazione Le ragazze terribili. Sono ventuno i brani in scaletta per due ore di musica, iniziata intorno alle 21.30. C’è la prefazione di Fabio Abate, giovane supporter etneo, autore del brano "Senza farsi male". Insieme hanno realizzato la colonna sonora al film "L’uomo che ama" di Maria Sole Tognazzi, interpretato da Monica Bellucci e Pierfrancesco Favino. Il concerto si fonda su una base acustica importante con Massimo Roccaforte e Santi Pulvirenti alle chitarre. Una fusione intensa con la sezione archi che poggia sul contrabbasso di Marco Siniscalco ed il violino sublime di Adriano Murania. Il clarino e i fiati di Marcello Leanza con i ritmi percussivi di Leif Searcy e la batteria di Puccio Panettieri completano un sonoro orchestrale, senza il quale non vivrebbero testi culto.

"Fiori d’arancio" è uno di questi, dove il violino imprime una ballata decisiva al racconto visivo del matrimonio narrato. Lo stesso dicasi per altri brani decisivi nella ricerca della Consoli: "Geisha" trascende i sensi dell’eros, "Mio zio" denuda crudamente gli abusi sui minori nella sfera onorabile della famiglia. Ironia e sensualità, assolvono la richiesta, quasi una supplica nel "conquistami" reiterato nelle "Parole di burro". Questo brano è cantato (con il sottofondo del caloroso pubblico) come una ninna nanna: Carmen, solo alla chitarra. Una parentesi intima che vede l’artista sola sul palco quasi dialogare con la platea che canta con lei: "Elettra", "Atlantide", "Contessa Miseria". Per alcuni brani si sofferma in una didascalia che sente necessaria. E’ il caso di Elettra, iconografia che richiama la mitologia classica ma incarna le pulsioni di una prostituta e tante visioni legate alle proprie radici familiari. Espresse chiaramente e rivendicate con ancestrale orgoglio in "Madre Terra". E’ forte il legame fra passato e presente e "Mandaci una cartolina" è un omaggio non privo di nostalgia per le persone che hanno lasciato questo mondo. La combinazione dei suoni con il canto della Consoli è completata da una scenografia adeguata. Alle spalle dei musicisti, partono audio visivi proiettati su una mezza luna rovesciata. Trailer luminosi che compaiono improvvisi come la coda di un pavone: fra i personaggi ospitati, non può mancare il Maestro Franco Battiato. Cresce l’osmosi con il pubblico e la vena dialettale della Consoli. Imperturbabile alle lodi urlate dai loggioni, sino ad un mirato "naccari" che traduce in siciliano più o meno il locale "ajò".

A suo agio, Carmen da sfogo al proprio slang siculo con un’ indole lenta nei tempi, propria di tutti i "terroni" solidali con l’Africa. In questo intermezzo familiare, l’annuncio della partecipazione al prossimo festival di Sanremo come ospite (la serata del 18) insieme all’inseparabile Massimo Roccaforte. Insieme a lui, il congedo dal palco per l’ultimo bis: "Amore di plastica". L’amore del suo pubblico è fortissimo e si consuma nell’ovazione che l’accompagna sino all’uscita.

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