Ecco cosa accade da 9 anni ai pensionati italiani residenti all’estero
Ciao Marco,
Sono qua e sto tentando di metter insieme quattro righe per tentare di spiegare quanto sta avvenendo da 9 anni a questa parte ai pensionati italiani residenti all’estero…
La storia in realtà credo sia cominciata prima, per la precisione con le trattative in corso fra Italia e Canada, alla fine degli anni ’90. I punti focali delle trattative erano appunto gli accordi bilaterali economici e fiscali. In quegli anni stava cambiando il pensionato tipo al quale l’INPS erogava pensioni da queste parti.
E gli importi erogati hanno cominciato a crescere, dai normali 320 – max 516 euro mensili le pensioni cominciarono ad essere consistenti diverse superavano i 1500 euro al mese. L’accordo bilaterale sulla doppia imposizione fiscale sottoscritto fra Italia e Brasile nel 1978 ratificato con legge 844 del 1980 dalla sua applicazione ha sempre considerato l’erogazione da parte INPS degli importi di pensione a cittadini residenti in Brasile esenti da imposte in Italia e l’INSS brasiliano da parte sua ha sempre trattato alla stessa maniera le pensioni erogate a cittadini brasiliani residenti in Italia.
Il tutto sancito dall’art 19.4 dell’accordo che prevede, appunto, l’esenzione da imposte nel Paese di origine e il pagamento di imposte dovute nel Paese di residenza. Con una circolare interna dell’INPS la 176 del 1999 l’Inps in barba alla convenzione alla faccia della Costituzione che prevede il veto di doppia imposizione fiscale su un unico cespite e abrogando di fatto un accordo internazionale vigente muta unilateralmente ed arbitrariamente l’interpreta-zione dell’accordo e comincia a trattenere alla fonte IRPEF sulle pensioni erogate a cittadini italiani residenti nel paese latino-americano dove questi cittadini stanno regolarmente pagando imposte dovute al Paese di residenza.
E non solo, si guarda anche bene dal segnalare che esiste il diritto, da parte del pensionati, di recuperare la maggior Irpef versata sui 5000 dollari esenti. Chi ha fatto questa cavolata, l’ha fatta in mala fede, con arroganza inaudita e da profondo ignorante.
L’articolo 18.1 si lega anche al meccanismo di compensazione d’imposta inapplicabile in Brasile dove la compensazione è prevista esclusivamente per le persone giuridiche certamente non per i pensionati.
Leggendo la risposta che il dr Vinicio Valadan (autore del testo) e firmata da Fausto Vieira Coutinho, ad Enrico Martino, si evidenzia l’ignoranza e l’arroganza della nuova interpretazione data dalla burocrazia italiana all’accordo.
La stessa sorte l’hanno subita i pensionati italiani che vivono in Australia, ma lì la comunità è molto compatta e hanno risolto il problema in tempi ragionevoli. Lussemburgo, Thailandia, Svezia, e Belgio sono “fra color che son sospesi", mentre in Canada ad oggi dopo nove anni dalla firma del nuovo accordo manca, per la sua applicazione, la ratifica parlamentare da parte italiana ovviamente.
In Brasile la situazione e alla schizofrenia. Esistono pensionati ai quali è stata riconosciuta esenzione fiscale altri ai quali, prima è stata concessa, poi ritirata, poi riconcessa ogni sede periferica INPS fa un po’ quel che gli pare al di là delle dichiarazioni facilmente smentibili della gentile Signora Cristiana Santulli, personaggio emblematico della Direzione Centrale che in modo perentorio aggressivo che rasenta il comico afferma l’assoluta correttezza degli atti INPS!
Ad una nostra associata prima hanno concesso l’esenzione poi senza nessun tipo di comunicazione da un mese all’altro hanno erogato un terzo della pensione e solo dopo le sue rimostranze hanno inviato una noiosa lettera, la sede Inps è proprio quella di Roma, dove dicono: “Avevamo scherzato”, e in 4 mesi si sono ripresi 13 mila euro lasciando la disgraziata con 1500 euro complessivi.
"Ho tentato di coinvolgere nella storia i patronati, non ti dico cosa ne è venuto fuori…"
La follia è che in Italia, dice il TUIR (Testo unico delle impostesui redditi), paghi imposte se risulti là residente per la maggior parte dell’anno superati i 183 giorni di residenza all’estero sei esentato dal pagamento di imposte sui redditi in Italia.
Ci stiamo muovendo su più fronti ma si sta facendo sempre più forte la convinzione di creare un gruppo per avviare una richiesta di intervento al Paese in cui siamo residenti, il Brasile, in base all’art 25 e 29 della Convenzione in vigore e, contestualmente, una denucia al tribunale dei diritti dell’uomo all’Aia.
Una serie di amenità: dovrebbero essere rimborsate dall’INPS le maggiori imposte trattenute sui 5000 dollari esenti, ma se non ne fai richiesta non li vedi e quei soldi dove stanno finendo? (NB: oltre l’80% dei pensionati non sa che ha diritto a quest’esenzione).
Spese mediche ecc, dovrebbero essere detraibili (19%) dalle imposte sul reddito pagate, anche se illegalmente, in Italia, nessuna sede INPS te lo comunica e nessun modulo esiste per far questo genere di detrazioni.
Il pensionato italiano residente all’estero è di serie Z non ha nessun diritto e se com’è avvenuto ad un nostro associato si rivolge al Patronato per chiarimenti gli viene ventilata in modo sibillino anche la possibilità di perdere la pensione.
Ti chiedo scusa, mi son fatto prender la mano ma "fazer o que?", alle volte si ha il bisogno di sfogarsi.
Un grande abbraccio,
tuo logorroico amico brasileiro
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