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"E’ italiana, è italiana". Il razzismo dopo il rapimento della bambina a Nocera

"E' italiana, è italiana". Il razzismo dopo il rapimento della bambina a Nocera

Fumi e roghi. Scheletri di baracche e terre bruciate.
 
Questo ne rimase più o meno dei campi Rom di Ponticelli un paio di anni fa, nel mese di maggio del 2008, dopo che una ragazzina rom di 16 anni entrò in una casa del quartiere per provare a rapire una bambina.
 
"Se n’anna je, se n’anna je" urlava la gente. "Se ne devono andare". Tra le molotov e le esasperazioni.
 
Poi arriva l’8 giugno del 2010.
 
Oggi. Il giorno dopo il rapimento del bambino in un ospedale di Nocera: Luca ora è finalmente tornato tra le braccia della madre. Il Mattino.it ha appena lanciato un sondaggio: "Nocera, la mamma perdona la rapitrice del suo bimbo: lo avreste fatto anche voi?"

Ad ora, 13.17 del 8/6/2010, i risultati sono:
SI 45,5%, NO 44,2%, Non lo so 10,3%.

Il 45% dei lettori è d’accordo con il perdono. E già, perché la donna di 42 anni che ha tentato il rapimento di ieri ha una motivazione. E’ un dramma, un caso umano. E’ una donna con due separazioni alle spalle, aveva abortito da poco ma voleva mostrare il bambino all’amante, un uomo sposato, per simulare il parto e per spacciarlo come suo figlio.

"Non gli ha fatto del male, l’ha fatto pure mangiare. Ieri quando è arrivato qui Luca dormiva. Mi dispiace per questa persona, molto probabilmente non sta bene. La perdono, Sì." Avrebbe dichiarato la madre.
 
Aveva un motivo preciso. La bambina rom di 16 anni invece di motivi non ne aveva. E poi si sa, che i rom proprio per definizione sono quelli che rubano i bambini, non gli italiani.
 
Gilioli, del blog PiovonoRane, stamattina ha fatto notare come, poche ore dopo il rapimento, alcuni siti di informazione abbiano titolato: "neonato rapito, caccia a due donne Rom". Con l’Italia già pronta a trasformarsi nella Ponticelli che bruciava.

Oggi invece tutti ad urlare "E’ italiana! E’ italiana!". Eureka.

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