• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Economia > E’ arrivata la ripresa

E’ arrivata la ripresa

Pessimo dato sul mercato del lavoro statunitense a luglio. Nel mese sono stati distrutti 131.000 impieghi netti, contro una stima di 65.000.

Rivisto in peggioramento anche il dato di giugno, primo mese di “deflusso” dalle file degli occupati dei rilevatori del censimento federale: persi 221.000 posti, da 125.000 inizialmente stimati. Nel settore privato, che è quello che interessa per valutare la consistenza della ripresa, in luglio sono stati creati solo 71.000 impieghi netti, a fronte di una previsione di 90.000. Rivista al ribasso anche l’attività di giugno, con soli 31.000 nuovi posti creati, dagli 83.000 inizialmente stimati.

La disoccupazione resta ferma al 9,5 per cento, ma solo per effetto di una riduzione della forza-lavoro che praticamente eguaglia il numero di quanti hanno perso il lavoro nel mese. Continua la brillante ripresa della manifattura, con 36.000 impieghi creati nel mese, ma il settore è comunque troppo piccolo per riassorbire la disoccupazione e trainare l’economia del paese, mentre il numero di quanti sono fuori dal mercato del lavoro da oltre sei mesi rischia di innalzare il tasso “naturale” di disoccupazione.

Nel frattempo arriva la notizia che quasi 41 milioni di cittadini statunitensi percepiscono i food stamps, con un aumento del 19 per cento sull’anno precedente.

E’ probabile che questo dato avvicini la ripresa del programma di easing quantitativo della Fed, che tornerà quindi a stampare moneta. In quel caso vedremo i mercati azionari festeggiare, non si sa per quanto tempo. Il futuro è sempre più giapponese.

*(Il titolo del post è ironico, in caso non si fosse capito. O più precisamente, la ripresa a cui si fa riferimento è quella dell’ultimo paragrafo. E’ terribile dover spiegare battute ed ironia, nevvero?)

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.141) 9 agosto 2010 12:37

    Continua a scrivere, ti prego.

    Tenteremo di emulare il Giappone, ma non ci riusciremo.

    Anche se il giappone si è fatto un decennio di deflazione, ha un debito pubblico schiacciante, è un isola piccolissima coperta di basalto e non possiede nemmeno un grammo di materie prime, rimane una superpotenza.

    La società giapponese predica ancora: valore del lavoro, etica, onore e onestà.
    La resistenza dell’europa sarà molto più blanda vista la dilagante decadenza sociale.

    Cristiano Fantinati

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares