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Due cose su quell’"Io so" di Pasolini, citato a sproposito da Ingroia. E non solo da lui

Antonio Ingroia ha scritto un libro intitolato "Io so" con Sandra Rizza e Giuseppe Lo Bianco.

Due cose. 

Il riferimento a Pasolini è pazzesco e allarmante. Pasolini, come ben spiegava in un articolo sul Corriere, aveva l'obbligo e il dovere da intellettuale dire che sapeva, pur non avendo le prove. E lo ha fatto con grande intelligenza e sopratutto voleva concludere il suo romanzo Petrolio per raccontare gli eventi e i personaggi che hanno tramato per le stragi di Stato e non solo. E probabilmente fu ucciso proprio per questo.

Un Magistrato ha l'obbligo certamente di indagare e accusare, ma con le prove. Molto spesso, però, ci si basa senza prove, e solo con l'utilizzo dei pentiti. 

Prendete ad esempio (nomino lui come esempio perché si va a collegare con la questione successiva) Adriano Sofri: condannato all'ergastolo senza prove, ma tramite il "pentito" Leonardo Marino. Lui ovviamente pur autoaccusandosi del delitto Calabresi non ha fatto nemmeno un giorno di carcere. Ma questa è una storia che racconterò quando affronterò il dramma della strage di Piazza Fontana con tutte le tragedie collaterali.

La seconda cosa è che i due giornalisti in questione (Sandra Rizza e Lo Bianco) che hanno collaborato con Ingroia, sono coloro che un anno fa scrissero su "L'Ora" un articolo vergognoso intitolato "Pista Continua", riciclando la più grande menzogna e infamia: quella che Mauro Rostagno sia stato ucciso dai suoi ex compagni di Lotta Continua. Ovviamente ricalcando nuovamente il "pentito" Marino, il quale disse che Rostagno sapesse dell'omicidio Calabresi. 


Ovviamente roba infamante. 

Roba vergognosa riportata anche da un certo Aldo Ricci (che ovviamente ha anche un blog sul Fatto Quotidiano); il quale scrisse un libro con la prefazione senza dignità del pessimo Marco Travaglio, per avvalorare questa ipotesi. E ancora una volta (pure lui) cita Pasolini(Io so) alla ultime righe. Povero Pasolini, citato a sproposito da gente mediocre e per i loro interessi.

Per fortuna c'è un processo in corso dove, si spera, si dimostrerà che Rostagno fu ucciso dalla mafia. Gente dotata di buonsenso e di ragione l'ha sempre immaginato.

Lo posso dire io , come voi, "Io So , ma non ho le prove" : ovvero che c'è una grande menzogna e forte inganno verso la gente che in buona fede crede in questi "eroi".

Vi lascio con le ultime parole di Mauro Rostagno:

"Spero che sia fatta completa luce sugli assassini di Calabresi e anche sull’assassinio, sulla morte in Questura di Pinelli, volato dal quarto piano, e non si capisce bene perché. Pare, il giudice D’Ambrosio acclarò, che Pinelli non si suicidò e che non fu neanche buttato, quindi, una qualche soluzione, si dovrà prima o poi trovarla. Ma visto che sono imputato vorrei anche essere sentito. Non ho fretta, con tutti i comodi del Giudice istruttore, del dottor Pomarici, come ho detto prima hanno diritto anche loro alle ferie e ne ho diritto anch’io. Qualcuno, però, avrà avuto i suoi motivi per tirarmi dentro questa sporca vicenda. Io ho tutto il diritto di sapere chi, come, quando, perché e per quali motivi e su quale base, poffarbaccol E questo mi sembra veramente il minimo. Ho anche il diritto di venirne fuori, con totale restituzione dell’onore mio personale — cosa a cui non smetto di tenere — e anche dell’onore di Lotta continua, vicenda che se pur lontana e passata, è una fetta della mia vita a cui non ho nessuna intenzione di rinunciare, perché è una cosa bella, positiva e a cui sono felicemente attaccato. Grazie. Spero soltanto che non mi tocchi il destino che è toccato al mio amico Adriano Sofri, cioè quello di stare in galera e di dover leggere sui giornali, come ho letto anch’io, con questi occhi, che il giudice dice e scrive sulla sentenza che: no, non deve uscire dalla galera, che prove a suo carico non ce ne sono. Non solo: non ce ne potranno essere. Non solo: non potranno mai venire trovate. Beh, allegria."

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.2) 11 dicembre 2012 13:55

    C’è una parte che a molti forse non fece piacere, per cui quella parte è stata rimossa:

    Il Partito comunista italiano è un Paese pulito in un Paese sporco, un Paese onesto in un Paese disonesto, un Paese intelligente in un Paese idiota, un Paese colto in un Paese ignorante, un Paese umanistico in un Paese consumistico. In questi ultimi anni tra il Partito comunista italiano, inteso in senso autenticamente unitario - in un compatto "insieme" di dirigenti, base e votanti - e il resto dell’Italia, si è aperto un baratto: per cui il Partito comunista italiano è divenuto appunto un "Paese separato", un’isola. Ed è proprio per questo che esso può oggi avere rapporti stretti come non mai col potere effettivo, corrotto, inetto, degradato: ma si tratta di rapporti diplomatici, quasi da nazione a nazione. In realtà le due morali sono incommensurabili, intese nella loro concretezza, nella loro totalità. È possibile, proprio su queste basi, prospettare quel "compromesso", realistico, che forse salverebbe l’Italia dal completo sfacelo: "compromesso" che sarebbe però in realtà una "alleanza" tra due Stati confinanti, o tra due Stati incastrati uno nell’altro.

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