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Droghe da sballo

“Sballo” è una pubblicazione con un taglio sociologico molto approfondito, che descrive le nuove tipologie di consumo di droga nei giovani (www.erickson.it, 2010).

L’esposizione è molto fluida ed il contenuto non è mirato esclusivamente agli operatori del settore e può interessare tutti i genitori con figli giovani. Le sostanze prese in esame sono: cocaina, alcol, amfetamine, cannabis, ecstasy, ketamina, allucinogeni, psicofarmaci, ecc. In sintesi si può affermare che le sostanze stupefacenti vengono assunte per semplice curiosità, per provare sensazioni piacevoli e forti, per rilassarsi, per socializzare e divertirsi, per combattere la noia e la fatica (fisica e psicologica), per sballarsi...

Comunque in ogni mercato c’è un consumo cha va più di moda e la cocaina rappresenta uno dei vizi più diffusi sul territorio italiano: la popolazione che ne fa uso “è trasversale a ogni fascia d’età, a ogni classe socio-economica, a ogni sesso, secondo modalità che ricoprono le caratteristiche del mercato globale in termini di capillarità e diffusione” (p. 22). Negli ultimi anni in molti paesi europei il consumo di cocaina è più che raddoppiato e questa droga è la più venduta al mondo dopo la Cannabis (mediamente un grammo di cocaina costa 70 euro).

La cocaina e tutte le sue associazioni con altre sostanze, mette in crisi l’equilibrio psicologico e può destabilizzare la vita professionale, la vita personale e quella sociale. “Essa può creare una forma molto forte di addiction, di affezione e attaccamento, che è anticipatoria dell’assuefazione, della dipendenza; il cervello fatica a separarsi da una fonte di stimolo e di piacere così potente e così immediata”. In particolare c’è da segnalare la combinazione cocaina-alcol, che sviluppa il “cocaetilene”, un pericoloso principi attivo con micidiali effetti cardiotossici.

Per fortuna i più adulti sanno che in tutte le droghe il piacere rappresenta un vantaggio a breve termine, la certezza dello stordimento e del rincoglionimento a medio termine, e una grande probabilità di dannazione psicologica a lungo termine. Ma purtroppo oggi perdura “una dimensione di abuso del consumo, di abuso della ricerca del piacere, di abuso della ricerca di emozioni e sensazioni” che sta conquistando le abitudini delle grandi città, più o meno metropolitane.

Per combattere la spirale della dipendenza bisognerebbe rafforzare il ruolo delle varie associazioni della società civile “nella prevenzione del consumo delle sostanze stupefacenti, proprio per le abilità acquisite e le potenzialità inespresse nel proporre ai giovani e adulti percorsi di inclusione sociale e di sperimentazione di capacità e interessi personali alternativi alle logiche prevalenti della società dei consumi” (p. 56).

Anche dei progetti moderni di educazione sessuale potrebbero facilitare un rapporto più sano con i piaceri del corpo. Quando le persone sono in grado di fare del buon sesso, intenso e creativo, non perdono il loro tempo a rovinarsi la vita relazionale e la salute. Tra le altre cose è meglio ricordare che l’abuso di cocaina rende gli uomini fisiologicamente inabili alle sessualità, anche se transitoriamente (p. 66). E anche il forte consumo di alcol non aiuta per niente i rapporti amorosi.

Perciò a tutte le persone catapultate nella baraonda della vita consiglierei di tenere la mente impegnata e allenata nella grande palestra della lettura, perché “Bisogna avere dentro di sé il caos per partorire una stella danzante” (Nietzsche). Per fortuna l’età giovanile contiene un grande potere di automedicazione, soprattutto in presenza di una relazione amicale o sentimentale molto significativa.

In conclusione: una droga tira l’altra e anche lo stato di dipendenza psicofisica e il disorientamento più brevi possono essere molto pericolosi e dolorosi, poiché causano molti incidenti stradali e mettono in crisi i rapporti interpersonali e le relazioni sentimentali.

Per reperire maggiori informazioni sulle droghe: www.tossicodipendenza.org.

Alcune testimonianze:

“Bevo per fare il grande, anche per fare alcune cose di cui mi vergogno, per non essere lucido”.

“Cannabis vuol dire trasgressione, significa spingersi avanti per conoscere un nuovo mondo, che poi in realtà non esiste”.

“Quando ci sei dentro alla grande, proprio che consumi tutti i giorni, lì per farti non guardi in faccia a nessuno, vai a rubare anche al tuo migliore amico”.

“Avevo un fidanzato che ne faceva uso con il suo gruppo di amici. Una sera siamo usciti, loro ce l’avevano dietro e mi hanno chiesto se volevo provare… Li avevo visti farlo tante volte, e mi sono detta “fammi provare cosa sarai mai questa cosa!”. Così ho provato…”.

Gli autori:

Alessandro Dionigi. Docente di Pedagogia dei nuovi stili di consumo, Pedagogia di comunità e Gestione dei conflitti, presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna.

Raimondo Maria Pavarin. Direttore dell’Osservatorio Epidemiologico Metropolitano Dipendenze Patologiche e del Centro di documentazione sulle droghe dell’Azienda Usl di Bologna. Docente di Epidemiologia delle Dipendenze all’Università di Bologna. È membro della Consulta nazionale degli esperti delle dipendenze.

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