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 Home page > Attualità > Politica > Doppio auto-colpo di Stato

Doppio auto-colpo di Stato

Il Pdl passa mesi a parlare di colpo di Stato. Non succede niente. Poi minaccia (da agosto) dimissioni in massa in caso di decadenza del suo leader. Niente. Poi minaccia (secondo indiscrezioni!) quelle stesse dimissioni in massa, ma a una precisa scadenza (4 ottobre).

Solo quando si capisce che il governo rischia (ah, le istituzioni!), arriva la (tanto inutilmente attesa) nota di Napolitano che condanna l’idea eversiva di parlare di un Colpo di Stato compiuto attraverso le regole dello Stato di diritto. Il Pdl (nella persona anche dell’ex seconda carica dello Stato) non solo non ritratta, ma anzi rilancia dicendo che il tutto non è «inquietante», ma «realismo».

Quindi, per chiarire: l’idea che in Italia si sia consumato/stia consumando un colpo di Stato è «realistica». Lasciamo perdere cosa ciò potrebbe significare se qualcuno avesse ancora la malaugurata idea di prendere sul serio le parole pronunciate da questi signori. Concentriamoci invece su chi sta gridando al colpo di Stato.

E cioè un partito che, mentre grida, siede al governo accanto ai (collaboratori dei) golpisti (si tratta dunque di un auto-colpo di Stato?). Un partito che dispone attualmente del ministero dell’Interno (sta dunque rovesciando il suo stesso regime?). Un partito che chiama colpo di Stato l’applicazione di una legge (la Severino) che ha votato e approvato meno di un anno fa (doppio auto-colpo di Stato?).

Un partito che propone, come soluzione per risanare la democrazia, la sostituzione del consenso plebiscitario all’applicazione della legge (cioè l’essenza del suo contrario, l’autoritarismo) e chiama l’idea una «dimostrazione di amore per la democrazia parlamentare» (Brunetta). Un partito che quando erano altri a parlare di colpo di Stato (Di Pietro, per esempio) sfoderava il linguaggio della Grande Moderazione Istituzionale, del Peso delle Parole, del Vergogna-Irresponsabile (alcune eversioni sono meno eversioni di altre).

Se solo Curzio Malaparte fosse ancora in vita, avrebbe di che aggiornare il suo famoso manuale, Tecnica del colpo di Stato. In cui si legge, per esempio, che «quello che in altri tempi era un problema di polizia è oggi divenuto un problema di tecnica».

Fortuna che è lecito dubitare fortemente che Schifani, Santanchè e compagni ne abbiano il pur minimo barlume.

 

Foto: Massimo Calamelli/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di GeriSteve (---.---.---.54) 27 settembre 2013 11:06

    FATE AMMUINA!

    di quelli che lo denunciano, nessuno pensa davvero che ci sia un golpe o qualcosa di straordinario: sta accadendo una cosa ordinaria: un delinquente, che non ha avuto la normale correttezza di dimettersi da senatore, viene dichiarato decaduto da quel ruolo.
    Non essendoci niente di strano, non ci sarebbe nessun motivo perchè Napolitano o il PD vadano in soccorso del delinquente.
    L’ammuina è semplicemente una sceneggiata per simulare una situazione di straordinaria emergenza che giustificherebbe l’indecente e ingiustificabile intervento.
    GeriSteve

  • Di (---.---.---.153) 27 settembre 2013 19:23

    PaoloM

    E’ chiaramente una "tecnica", che il PDL adotta per confondere le idee, già molto confuse, degli italiani, che dovessero tornare presto alle urne, cercando di convincerli che è stato il PD a eliminare Berlusconi, nonostante sia stato votato da milioni di italiani. Ma è stato votato prima che fosse condannato ! Se ora lo volessero ancora, è chiaro che sono io a non aver capito nulla.

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