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Dimissioni di Veltroni. On. Luisa Bossa: "Desiderio di autodistruzione"

Le dimissioni di Walter Veltroni sono definitive, lo dicono le agenzie, lo rilanciano i giornali e ce lo conferma l’onorevole Luisa Bossa, veltroniana doc, al telefono, direttamente dalla direzione nazionale del partito.
 
Insomma dopo la capitolazione nelle elezioni regionali, i problemi alle primarie fiorentine, dopo i problemi campani, l’autocandidatura di Bersani (avallato da D’Alema) e le minacce di divisione da parte di Rutelli, ecco che l’epilogo non poteva essere che questo.
 
Una sconfitta amara quella sarda, che ha portato al pettine nodi ormai impossibili da nascondere. Neanche Soru, l’astro nascente – così era definito in un certo ambiente della sinistra –, il governatore odiato e temuto da Berlusconi stesso, è riuscito a tenere a galla il PD, che crolla soprattutto sotto il fuoco amico.
 
“Ora si riunirà la costituente del partito che però potrà ancora rieleggerlo. L’aria comunque non è tranquilla” continua l’ex sindaco di Ercolano, affranta per quello che è successo.
 
Affranta perché “tutti hanno contribuito a quello che sta succedendo e hanno tirato la giacca, ognuno ha strappato un pezzo e ora siamo qui”. Arrivano attestati di solidarietà da tutto il partito che chiede che Veltroni ritiri le dimissioni, ma forse non c’è niente di peggio di questa ipocrisia: “Sono lacrime di coccodrillo e non c’è niente di peggio. Demolire lui, significa demolire il progetto di un partito nuovo, anche perché gli errori ci sono stati, certo, ma ci sono stati da molte parti”.
 
Quando chiediamo cosa ne sarà adesso se Veltroni non sarà rieletto o comunque non vorrà più essere rieletto, che ne sarà del PD e, soprattutto, se sono vere le voci di uno scioglimento del partito, il cellulare comincia a fare le bizze, si sente male, ma quello che si sente è molto chiaro “Insomma ma dove vanno! Questo è un cupio dissolvi, un desiderio di autodistruzione”.
 
Malattia che da tempo avvolge la sinistra, aggiungiamo noi, ma non ditelo a Rutelli D’Alema e Bersani.
 

Commenti all'articolo

  • Di maurizio carena (---.---.---.230) 17 febbraio 2009 19:00

     Diciamolo francamente: il PD(meno L) non e’ mai stato un partito ne’, tantomeno, una forza di opposizione al regime berlusconiano.
     Non si e’ mai battuto con determinazione e coraggio ma solo con dichiarazioni retoriche e autocelebrative. Non pretendo la "marcia del sale" di Gandhi o la disobbedienza civile di Russell o Luther King, ma questo "piddi’ " mi ha sempre fatto ribrezzo, nella sua vuota inutilita. Cos’ha fatto Veltroni per arginare la criminalita’ politica di un presidente del consiglio che arriva (caso Englaro) al limite del colpo di stato?
     E non credo di essere l’unico con le palle piene dell’ "opposizione di sua maesta’ " di questa ignobile casta.

      Veltroni ha fatto bene a dimettersi da leader (?) del PD.

     Meglio sarebbe se proprio se ne andasse dalla politica, riconoscendo il suo totale fallimento politico, culturale, storico direi; il suo non aver capito che il nano di Arcore sta costruendo un regime mediatico nuovo, di cui ancora stentiamo a comprenderne la portata e la sua stessa esistenza ma comunque un regime a tutti gli effetti, con censura, sbirri, razzismo, tessere annonarie e guerra.
     Con la sottomissione della magistratura e la censura internet prossime venture il regime si stabilizzera, dopodiche’ il nano eversore stravolgera’ la "Costituzione di stampo filosovietico" e sara’ padrone dell’azienda, pardon, del Paese. Ci avra’ messo un po’ piu’ di Mussolini, e’ vero, ma per colpa dei "giudici comunisti" e dei "giornali schierati contro" di lui.

      Solo il quotidiano rincoglionimento televisivo di una cittadinanza amorfa ed egoista ci impedisce di vedere questa evidente realta’.

      E’ un nuovo tipo di dittatura quello che si va delineando. Una dittatura mediatica che sembrava fino a ieri impossibile, incredibile, inattuabile sino a tal punto.

     Ma bisogna arrendersi ai fatti: quando la gente e’ cosi’ imbevuta di propaganda da poter essere eterodiretta (o forse "etere-diretta") da un piazzista 72enne, che gli vende, alle elezioni regionali, un dentifricio di nome Cappellacci, tutto e’ possibile. L’incredibile, l’assurdo, diviene realta’ (tragica). Un pazzista viene dalla Brianza in Sardegna a raccontare barzellette e dire che chi lo votera’ avra’ un posto da giardiniere e, sembra assurdo, vince le elezioni, per di piu’ con una controfigura.
      Questa non e’ democrazia.
     Questo e’ un pericolo nuovo, un potere nuovo. Servono uomini nuovi (e giovani) che usino altre armi per combattere i nuovi totalitarismi. Veltroni e’ un cadavere (politico) che cammina. E’ un cadavere lui e tutta quasta casta politica del "centro- sinistra". Che se ne vadano fuori dai co...ni. Prima se ne vanno e meglio sara’.
     Serve spazio a chi non ha spazio politico. Servono gli attivisti, gli studenti, i precari, i disoccupati, i lavoratori extracomunitari. All’inferno, ripeto vadano all’inferno i Veltroni e tutto il centrosinistra. A destra c’e’ uno solo, quindi discorso chiuso.

     Serve una palingenesi totale. Servono nuove forme di lotta. Servono nuove forme di associazione. Serve l’attivismo. Questi politici, come questi media mainstream sono il nemico, il cancro da estirpare. Prima della guerra civile o della rivoluzione prossime venture e alla faccia delle pretese dei Fukuyama di turno, perche’ la storia non e’ MAI finita.
     saluti
     m.c.






    • Di Pietro Lunardi (---.---.---.2) 17 febbraio 2009 19:47

      sono propio quelli che la pensano come te, caro maurizio carena, a rendere berlusconi eterno, vincente ed onnipresente. Il più grosso errore di Veltroni è proprio quello di aver civettato con questo tipo di cultura che non ha neanche la forza di capire che invettive, demonizzazioni, processi alle intenzioni potranno portare ad un 5-10% ma sicuramente non convinceranno il grosso degli italiani.
      Quanti voti ha preso in Sardegna Di Pietro? Pochi mi sembra.
      Dopodichè siamo invasi dal fascismo, dal nazismo, dalle camorille sudamericane e perchè no dal culto di Satana, insomma chi più ne ha più ne metta.
      Dopodichè lo so che solo quelli come te hanno la luce del vero e vedono dove noi poveri untorelli non vediamo.
      Che pena....

    • Di Giorgio Floris (---.---.---.109) 17 febbraio 2009 20:23

      Di Pietro ha circa il 5%, mentre alle regionali del 2004 aveva preso lo 0.99% nella lista Di Pietro-Occhetto.
      Ho constatato (sono Sardo e vivo a Cagliari, Oristano, Sassari ed Alghero) che Di Pietro ispira molta diffidenza, soprattutto nelle persone superficiali ed in quelle di età dai 50 in su, per non parlare dei teledipendenti, che spesso sono superficiali e sopra i 50...
      Non sarà che Berluscani vince sempre perchè domina i massmedia di vecchia generazione, che sono i più seguiti?

    • Di pietro (---.---.---.165) 18 febbraio 2009 01:11

       mi trovo d’accordo con l’analisi cruda di carena. non si può fare un partito nuovo, con le stesse persone dei partiti vecchi, che si portano inevitabilmente appresso le stesse logiche di potere. rutelli, d’alema, binetti, bassolino, parisi e lo stesso veltroni, sono uomini del vecchio modo di fare politica, disancorato ai bisogni reali delle persone in carne e ossa. la sinistra dovrebbe dare risposte ai bisogni reali e non accodarsi alla destra nel dare risposte irreali (come fa berlusconi con la propaganda e l’autoritarismo dei suoi media). certo non è facile fare questo dopo che dall’89 la dirigenza comunista ha smantellato la massa critica, arrivando oggi a ipotizzare il partito leggero, così leggero che sta per svanire. per rifare un partito di massa, con un’anima proletaria e non capitalista, occorrono decine di anni, regimi autoritari, qualche sommossa e crisi economiche anche più toste di quella che stiamo vivendo. un ritorno al passato che nessuno più vuole, ma che sarà impossibile evitare data la situazione attuale. e tutto perchè gli uomini del passato si presentano come uomini del futuro.

  • Di (---.---.---.109) 17 febbraio 2009 20:10

    I dirigenti del PD sono degli alieni.
    Ma cosa sperano di guadagnarci a reggere lo strascico di Berlusconi?
    Il consnso del PD si ridurrà al 10% e poi ancora meno, come Rifondazione che ormai non la vota più nessuno.
    Sono indifendibili.
    Persino la vera classe "proletaria" vota Di Pietro, perchè almeno fa qualcosa, ci prova a dare una spallata a questo sistema che si sta calcificando.

  • Di mabo (---.---.---.59) 17 febbraio 2009 22:48

    L’invettiva personale è tipica di coloro i quali, non avendo argomenti sufficientemente fondati per reggere il confronto, lo spostano sul versante della rissa verbale.

    Anche a voler decifrare la risposta, alle argomentazioni, proverbialmente dirompenti, di  Maurizio Carena, tra l’altro ampiamente condivisibili, non trovo teorie sufficientemente convincenti da parte di Pietro Lunardi salvo cogliere la solita contrapposizione pregiudiziale infarcita di luoghi comuni tipici della subcultura dominante.

    L’abitudine tutta italiana di argomentare su tutto, pur di dare sfogo alle proprie frustrazioni, senza solide basi cognitive, produce solo il risultato di alzare il livello dello scontro, senza ottenere il risultato che un confronto civile dovrebbe produrre, la sintesi delle idee.

     

    Un saluto

    Mauro Bonaccorso

  • Di antonio (---.---.---.244) 17 febbraio 2009 23:08

     Personalmente non sono pregiudizialmente contro Veltroni. Ha dalla Sua, l’aver ridotto De Mita (qualcuno se lo ricorda, De Mita?) a capo rione nell’Avellinese; l’aver nominato in pubblico le famiglie camorriste di Napoli di cui rifiutava i voti in campagna elettorale, e altre cosette così....
    Un politico come Veltroni, in fondo, avrebbe vinto e stravinto, in America, in Svezia, in Danimarca, forse in Inghilterra, in tutti quei paesi in cui l’opinione pubblica "decide" le elezioni, il sistema informativo è fluido, e i giornalisti fanno il loro lavoro per benino, un paese in cui ci si scandalizza per una classe politica corrotta, e che non si prende in giro, tirando a campare la propria vita il meglio possibile, "a prescindere, e senza troppi scrupoli morali". 
    Il guaio di veltroni, è che non prende atto che la società italiana è diversa, e lo è per tanti fattori sui quali il PD non riesce ad incidere. Dunque le dimissioni sono il primo passo verso la presa di coscienza della propria "finitudine", "limitatezza". Il paese non lo si può cambiare dall’alto, senza scossoni "traumatici". Ce lo ha insegnato Berlusconi, che, da parte sua, governa con la paura.
    Non capisco su quale emozione Veltroni voleva consolidare il suo consenso.
    A prescindere dal fatto che la razionalità del cittadino è fondamentale,la confindustria teme il rinascere di un "odio" di classe, per il bene del paese. 
    Non so come la pensiate voi, ma della confindustria io non riesco proprio a fidarmi. 

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