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Destin(o)azione?

Perché sentiamo il bisogno di dover raggiungere un obbiettivo? Chi ci obbliga a farlo? Sarà il destino o fato o qualsiasi altro nome questa parola possegga? Ognuno su questa terra tenta sostanzialmente di raggiungere un obbiettivo: soldi, famiglia, potere o successo tutti concorrono per qualcosa. Ognuno spera che ciò porti nella propria persona tanta felicità. È un po’ rischioso, quindi, dare il tutto per tutto per raggiungere uno scopo che magari, solo per un’incondizionata negazione del destino, ci viene negato. Non sarebbe, dunque, meglio non agire, non concorrere ed attendere che il destino e la vita facciano il proprio corso? Pare una cosa un po’ egoista, un po’ sfaticata ma alla fine piuttosto che spendere tante energie per raggiungere un sogno sembra essere meglio non spenderne proprio e attendere che tutto venga da sé. Ma anche in questo caso ci sono alcune domande che non trovano risposta: perché rimanere passivamente ad “attendere” e magari poi ripetersi continuamente la frase “come sarebbe stato se..”? non è meglio morire da eroi piuttosto che vivere da codardi? E ancora non sarebbe meglio tentare la vittoria piuttosto che attendere passivamente la sconfitta? Perché rimanendo indifferente a tutto si può solo ottenere una sconfitta. Bisogna reagire, combattere, superare ostacoli e anche quando quest’ultimi sono insormontabili cadere, rialzarsi e riprovarci. Vivere delle ferite che ci hanno portato al nostro sogno o a tanto così dal coronarlo cosi da poter dire alla fine “io c’ero!” o almeno “io ci ho provato..”. non si è mai sentita infatti la frase “io non ci ho provato..”. Non è eroica. Non è stimolante e soprattutto non crea una buona immagine di se stessi. È per questo che nessuno rimane a guardare; preferiscono tutti agire, provare, magari sbagliare ma sapere in cuor proprio di averci provato!.

Sarà quindi Destino? Sarà solo un’Azione? O sarà una vera e propria Destin-Azione? Tre domande a cui purtroppo nessuno può dare una risposta. Per adesso. Proverò io a darne una. Tra qualche anno.

Ognuno, d’ora in poi, dirà di voler adempiere al proprio destino. Come se fosse un qualcosa che gli spetti di diritto raggiungere i propri sogni e diventare qualcuno. Perché molto spesso i sogni coincidono con il desiderio di diventare famosi e avere successo. Non sarà proprio il fatto di voler avere il massimo a distruggere le “ali” di molti sognatori abituati a fallire? Non è dunque meglio abbassare gli standard dei propri sogni ed ambire a qualcosa di più palpabile, più sicuro e più efficace? Molti hanno tentato di percorrere questa seconda via ma hanno ottenuto come unico risultato l’infelicità. Abbassare gli standard dei propri sogni vuol dire rinunciare ad essi. Eliminarli solo perché sono troppo elevati. E accontentarsi, dunque, di un qualcosa di minore, magari di frivolo,(o che magari è il sogno di qualcun altro) che in realtà non ci soddisferà mai. Non ci ha mai soddisfatto. E non ci soddisfa neanche ora. Molti hanno raggiunto questi “sogni secondari”, ma non sentono di aver raggiunto la propria meta. Non sentono di aver raggiunto quell’ambito primo posto in una corsa che sembra non terminare mai. Si sentono piuttosto calati al decimo posto, con l’autoconvinzione che sia, magari, il primo. Ma non è cosi. Il decimo rimarrà sempre tale. Non diamo la colpa alla nostra condizione fisica, alle nostre possibilità. Diamola piuttosto alla nostra forza di volontà che non è stata abbastanza “forte” da arginare gli ostacoli interposti tra il decimo posto e il primo convincendoci che i medesimi posti siano di pari valore. Scagliate per bene la freccia del vostro destino. Non mirate al terzo anello sperando ci centrare il primo ma mirate a quest’ultimo e distruggetelo! Tra alto, medio e basso scegliete sempre “verso l’infinito”. Se siete in una competizione podistica non ambite al podio ma piuttosto cercate di salire in testa al primo. Ambite al massimo dei vostri sogni. Raggiungeteli ad ogni costo e con ogni mezzo e alla fine della corsa siate felici, e godetevi il Primo Posto!

E se per caso vi richiedono una tela, voi realizzatela con cuore, passione e grande voglia di disegnare e migliorare il mondo attraverso un semplice tessuto. E quando a “loro” non” piacerà il vostro disegno del mondo e la vostra tela voi dipingetene altre ventisette: metà gliele lancerete contro e l’altra metà le utilizzerete per sostituire le pareti della sua casa cosi che guardandole capisca quanto sia importante questa vostra visione del mondo e cosi anche quella degli altri. Essa infatti sorregge la sua vita, la sua famiglia, e tutto ciò a cui crede di più. Sara il dipinto più bello che gli abbiano mai regalato. (tra quelle ventisette tele, essendo dispari, una tenetela per voi cosi che non dimentichiate mai qual è il vostro obbiettivo!).

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