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Decreto interpretativo: chi è fuori è dentro, e chi è dentro forse è fuori

La democrazia italiana è salva. È stato ridato, come ha affermato Silvio Berlusconi, il voto a milioni di elettori. Con decreto interpretativo, che sembra che funzioni come l’inchiostro magico, le liste di Formigoni in Lombardia e quella del Pdl in Lazio verranno accettate.

 Decreto interpretativo: chi è fuori è dentro, e chi è dentro forse è fuori

Con quale meccanismo? Basta dimostrare “con qualsiasi mezzo” - va bene Google Earth? - che i responsabili di lista erano presenti nel luogo di consegna nei termini stabiliti dalla legge. Ma come lo stabiliamo il perimetro? Il giardino conta? E se fosse il gradino? Basta che il responsabili di lista gridino “tana” quando passano il traguardo.

Abbiamo applicato le regole del calcetto saponato alla democrazia: il Capo dello Stato ha giocato a “sì, no, non lo so, ci dovrei pensare” per qualche giorno, assicurando che non avrebbe firmato un provvedimento d’urgenza per modificare la legislazione in materia. O che lo avrebbe fatto solo se ci fosse stata la “più larga intesa possibile”. Ebbene, il decreto interpretativo – che, specifichiamo, non modifica la legge – ha sicuramente una larga intesa, quella che va Formigoni a Sandro Bondi.

 Si tratta dell’ennesima soluzione all’italiana: la legge non la si fa – anche perché è davvero difficile da giustificare – e si raffazzona una soluzione dallo spirito democristiano e un po’ paternalista che salva capre, cavoli e Formigoni: il decreto interpretativo. Come funziona? Il Governo spiega al Tar come vanno interpretate le leggi: "Le norme vigenti non sono modificate”, ha spiegato Maroni, “ma si è data una interpretazione autentica”. Un’interpretazione a metà tra il Concilio di Trento e Hegel.

 Lasciando stare l’idea di Stato Etico, ci si chiede come verrà giustificata di fronte agli italiani che, spesso, hanno problemi a esercitare il loro diritto di voto: quelli che non ricevono la scheda elettorale, quelli che sono all’estero e l’Ambasciata non risponde e quelli, che in Italia sono tanti, che la domenica vanno in spiaggia a Rimini e poi restano bloccati nel traffico rientrando. Ma avrebbero voluto votare. Il prossimo decreto interpretativo ci dirà che se abbiamo acceso la macchina all’ora in cui chiudeva il seggio vale il voto a distanza? 

 

(Foto: .Michi.Flickr)

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