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Declassamento di Standard & Poor’s

Lo sapevamo, ce lo sentivamo, ne abbiamo avuto conferma poche ore fa: Standard & Poor's ha declassato l'Italia da BBB+ a BBB, ovvero, siamo un passo da che i nostri titoli di stato siano considerati spazzatura dagli investitori esteri.

A ragione del declassamento la mancanza di gettito causata dal mancato incasso dell'IMU nelle casse dello stato e lo slittamento dell'aumento IVA. Quasi a dire che ciò che dà respiro ai cittadini, in realtà affossa il Paese.

Al di là della stringente analisisi politico-economica, emerge un'altra riflessione ovvero quanto una valutazione esterna, terza, che per alcuni versi viene considerata un mero strumento di politica commerciale (più che è economica) globale, abbia una diretta ed immediata ripercussione non solo sui mercati ma anche, e forse in modo intimamente più incisivo, sulle scelte individuali

Il risparmiatore privato, il piccolo imprenditore, il "buon padre di famiglia" che nella maggioranza dei casi possiede nozioni economiche di base, viene infatti immediatamente scoraggiato da una notizia di questo genere, e il senso di spaesamento sarà tanto maggiore quanto minore sarà la capacità di analisi e ponderazione della portata effettiva di un declassamento fatto da una qualsiasi agenzia di rating, con conseguente effetto virale (negativo) nei confronti degli amici, dei congiunti, e degli affari in genere.

Sarebbe forse troppo audace ipotizzare una chiamata in responsabilità per l'effetto depressivo (nel senso economico del termine) che la divulgazione di notizie di tale portata può generare, ma certamente non è eccessivo richiedere di ponderare che, in fasi delicate che i diversi Paesi si accingono ad affrontare, come nel caso di specie accade all'Italia, ci sia - se non altro - una "astensione" della valutazione fino al compimento delle manovre di "ristrutturazione" in atto.

Questo suonerebbe già di per sé come allerta nei confronti degli investitori esteri, ma eviterebbe il volano negativo interno, o certamente lo minimizzerebbe. Perché, in questi casi, la forma è sostanza.

 

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.163) 10 luglio 2013 15:04

    Se io fossi un imprenditore straniero o una banca straniera e avessi miei soldi investiti in BOT italiani allora avrei bisogno di una agenzia che classifichi quanto è probabile che il mio investimento (i miei soldi) vadano persi.

    Le agenzie di rating fanno questo: dicono agli stranieri quanto è probabile che i soldi vadano in fumo.

    Certo S&P non fa gli interessi dell’Italia in questo momento, questo è chiaro ma non si può considerare affidabile una agenzia quando classifica il nostro debito con A+ e denigrare la stessa agenzia quando siamo a due passi dai titoli di Stato spazzatura.

    Comunque sia quel che fa testo sarà lo spread o meglio il tasso di interesse sui titoli a lungo termine (BTP decennale).

    La storia nel dettagli delle varie declassazioni dell’Italia l’ho riassunto in un mio testo:

    http://www.kensan.it/articoli/La_ma...

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