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Debito pubblico e interessi monopolistici

Debito pubblico e interessi monopolistici


Quando Berlusconi afferma, come un mantra, ad ogni piè sospinto, che la “sinistra” ha lasciato un disastro nei conti pubblici, non si trova un giornalista che gli faccia osservare le seguenti cifre: durante il governo Prodi durato dal 2006 al 2008 il rapporto tra PIL e debito pubblico, che a fine 2006 era del 106,5 è sceso a fine 2007 a 104 (dati Banca d’Italia).
 
Sotto l’ultimo governo Berlusconi tale rapporto è passato, in due anni, dal 104 al 116, con un incremento del debito di 200 miliardi di euro.
 
Riflettiamo su questo dato e non sulla propaganda a reti unificate, e invitiamo i giornalisti a fare i giornalisti e non i maggiordomi, e i centri sociali a fare semplici manifesti a mano e ad attaccarli nei quartieri popolari.
 
Nel discorso di ieri all’assemblea della Confindustria, Emma Marcegaglia, affrontando il problema energetico, ha perentoriamente dato un ordine al governo: “impedire la segmentazione del mercato interno. Per il nucleare, sul quale noi siamo molto d’accordo, pensiamo che sia una via fondamentale per il nostro paese…”.
 
C’è un nesso molto forte tra le due cose.
 
Marcegaglia rappresenta interessi monopolisti che tendono a controllare tutta la produzione di energia, e la miriade di iniziative in atto sul territorio di microgenerazione diffusa, facilitata dal “conto energia” nel settore rinnovabile, è vista come una minaccia per i progetti nucleari, che rischiano di non partire mai se la nuova richiesta di energia viene soddisfatta dalla microgenerazione diffusa, che peraltro porta benessere in modo orizzontale e democratico.
 
I monopoli, le oligarchie economiche, producono concentrazioni, temono come la peste l’autosufficienza energetica di piccole imprese, di agricoltori, di cittadini, e creano dittature, esattamente come il monopolio televisivo privato che ci ha regalato Silvius 1° da Arcore, ovvero l’uomo della provvidenza.

 
 
 
 
 

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