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 Home page > Attualità > Ambiente > Dalle alghe il vero biodiesel ecosostenibile

Dalle alghe il vero biodiesel ecosostenibile

Dal mare arriverà cibo ed energia per il futuro.

Finalmente dopo anni di ricerche nascoste, (non per la valenza militare ma per l'ottusità dei governanti), spunta il biocarburante che salverà il genere dalla fame energetica, e saranno proprio le alghe, proprio quegli organismi che disturbavano l'estetica dei nostri acquari, a fornirci la chiave di volta.

Tutte le personalità politiche, industriali ed universitarie alle quali propongo di inserirsi in questo progetto mi guardano increduli e stupiti, come tra l'altro state facendo voi in questo momento, e chiedendomi se è una recente tecnologia ultra spaziale, rispondo di no, poiché figlia degli anni 70 quando il mondo cadde in una crisi petrolifera, ed all'interno dei campus americani (unico luogo americano dove l'intelletto ha spaziato per ogni dove e di questo va dato atto agli USA) che alcuni ricercatori estraggono olio da alghe unicellulari con rese elevate, dovuta all'elevata concentrazione di tale compost ed alla veloce riproduzione di tali microorganismi.

Un acro di terreno coltivato a colza produce 600 galloni di biodiesel contro i 3000/5000 dgli impianti ad alghe ed oltremodo non entra in competizione con il terreno sul quale potrebbero incidere colture per scopi alimentari. 

Compagnie petrolifere, compagnie aeree, esercito canadese ed americano si sono in silenzio buttate su questo progetto anima e corpo avendo intuito la valenza economica e politica del predominio futuro di questa tecnologia.

I governanti da noi sono lenti a recepire tali progetti, io ed un gruppo di ricercatori abbiamo individuato un sito in Italia vicino la capitale, Civitavecchia che potrebbe fungere da fulcro italiano nella ricerca in tale settore in quanto vi è una centrale elettrica a carbone e olio combustibile che produce tonnellate di CO2, cibo per questi microorganismi che ne sono ghiotti insieme alla luce per crescere.

Un affermato politico locale sta valutando tale progetto, staremo a vedere se anche l'Italia avrà la sua Silicon Valley energetica.

IN Europa attualmente è presente un programma di ricerca denominato BIOFAT, finanziato in maggior parte dalla UE, per il settimo programma quadro, in cui fanno paerte 9 partener sia pubblici che privati, per una durata di quattro anni, che cerca di dimostrare come sia possibile produrre 900 tonnellate l'anno di biocarburante da un impianto di 10 ettari.

il processo di ricerca è indirizzato verso:

1 determinazione del ceppo di alga più idoneo all'allevamento in termini di concentrazione di oli e di velocità e facilità di crescita.

2 Ottimizzazione biologica dei terreni di coltura

3 monitoraggio delle coltivazione delle alghe.

inizialmente il team ha deciso di utilizzare dei prototipi presenti in Portogallo, Israele ed Italia, per procedere con lo sviluppo scalare di un progetto di un impianto che occuperà 10 ettari di terreno per arrivare a produrre 900 tonnellate anno di biodiesel.

il consorzio transnazionale BIOFAT, attrae attori dal mondo accademico,privato rd istituzionale, e comprende per l'Italia l'Università di Firenze, la IN s.r.l. e la Fotosintetica e Microbiologica, per il Portogallo la A4F algafuel, e per Israele la Ben Gurion University. a coordinare il progetto è la Spagnola Abengoa Bioenergy, con sede in Belgio e responsabile della diffusione dei risultati.

speriamo che altre amministrazioni pubbliche nonche privati si buttino a capofitto per non perdere il treno di questa interessante tecnologia che potrebbe essere diffusa anche su microimpianti per sopperire alle richieste energetiche di piccole realtà produttive.

Commenti all'articolo

  • Di Renzo Riva (---.---.---.92) 4 febbraio 2012 23:06
    Renzo Riva

    Caro Massimo Mazzarini,
    Voglio credere nella sua competenza ed attendo fiducioso lo sviluppo che lei preconizza.
    Una raccomandazione però, lasci perdere il discorso sulla CO2
    perché è un terreno che non le compete.

    La natura, non l’attivita’ dell’uomo, governa il clima
    Riassunto ad uso dei responsabili politici del Rapporto del Comitato Internazionale Non-governativo sui Cambiamenti Climatici



    pagine 96di: a cura di S. Fred Singer

    http://renzoslabar.blogspot.com/2010/11/temperature-sul-pianeta-terra-dal-2500.html

    http://www.21mosecolo.it/sitonew/xx21mo/xx21mopoplibri.php?D1=59

  • Di Pietruccio (---.---.---.186) 5 febbraio 2012 12:46

    I conti non tornano, così come non tornavano nel progetto di Venezia, anche allora salutato come la soluzione finale del problema energetico (che fine ha fatto? non se ne sente più parlare.)

    900 tonnellate in 10 ettari (100000 mq) vuol dire 9 kg di combustibile all’anno per metro quadro, cioè 90 kWh al mq all’anno, cioè una potenza media assorbita di 10W pari a 20-100 volte quella ottenuta dalle colture attuali, mentre qui si dichiara di estrarre 5-8 volte il biodiesel di una coltivazione a colza.

    Come al solito quando si parla di rinnovabili i numeri volano in totale libertà.

    Bisogna poi specificare bene a quanto ammonta l’energia spesa per questo tipo di processo, perchè quando si ha a che fare con fonti così diffuse si rischia di spendere più kWh di quelli che si ricavano, come succede ad esempio col biodiesel USA.

    • Di massimo mazzarini (---.---.---.24) 6 febbraio 2012 15:33
      massimo mazzarini

      le produzioni di alghe producono dalle 30 alle 100 volte biodiesel rispetto alla colza, il valore presenta tale range perchè dipende da 1 ceppo algale, 2condizioni pedoclimatiche di posizionamento degli impianti, 3 tecnologia utilizzata, 4 disponibilità di CO2 e nutrienti.

      per quanto riguarda il costo energetico, è normali che tali impianti consumi corrente, ma il bilancio è nettamente favorevole, anche estrarre petrolio dalle viscere della terra richiede molta energia non per questo si destite dal compiere tale opera.
      i bilanci esatti, e i parametri non li ho publicati per due motivi, 1 perchè non interessano e non sono utili ad un articolo così generalistico, 2 perchè vanno protetti da segreto industriale,ecco perchè le cifre negli articoli come dice lei volano.
      Comunque stiamo cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica, affinche spinga le amministrazioni ad investire in tali progetti, perchè le dico che è l’unico che non entra in competizione con le fonti alimentari per l’uomo. La ringrazio per il commento.
  • Di Renzo Riva (---.---.---.253) 8 febbraio 2012 00:34
    Renzo Riva

    Comunque stiamo cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica, affinche spinga le amministrazioni ad investire in tali progetti, perchè le dico che è l’unico che non entra in competizione con le fonti alimentari per l’uomo. La ringrazio per il commento.

    No! Per Favore.
    Sensibilizzare cosa!
    Un corpo sociale ed elettorale su cose scientifiche di cui non padroneggia niente:

    Per favore finiamola di scambiare la democrazia per l’idiozia.

    Come dico spesso, e purtroppo per i “Verdognoli”,
    le leggi scientifiche non accettano votazioni a maggioranza e minoranza
    e pertanto non sono né di destra né di sinistra e per giunta sono assolutiste
    e pertanto “non democratiche”.

  • Di (---.---.---.32) 9 febbraio 2012 19:15

    non capisco il suo disfattismo dinani una tecnologia così innovativa, dimostra di essere il solito italiano poco preparato che spacca sentenze, inoltre certi programmi non si possono finanziare su larga scala se non c’è un avallo di una classe politica lungimirante, non è per polemica, ma questo anche un bimbo lo capirebbe

  • Di (---.---.---.43) 10 febbraio 2012 14:27

    Articolo estremamente interessante per le innovazioni ecologiche sociali ed economiche che comporterebbe.
    Auspico che tu prosegua nella ricerca e che possa trovare sostenitori scientifici e politici.

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