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Dalla Padella berlusconiana alla brace

Sulla Libia il governo si contraddice continuamente: potrebbe essere la dimostrazione dell’incapacità di governare che chiude la legislatura, ma potrebbe anche essere una guerra di successione che dalla padella berlusconiana rischia di rovesciarci su due carboni di brace ardente: Ignazio La Russa e Umberto Bossi.

Secondo le sue migliori tradizioni, l’Italia va in guerra rimangiandosi l’alleanza precedente.

Sia ben chiaro, è un gran bene che l’Italia abbia abbandonato la triplice alleanza, l’asse tedesco giapponese e il trattato di amicizia con Gheddafi, ma è un gran male che nei momenti cruciali della storia si sia sistematicamente ritrovata dalla parte sbagliata.

In quest’ultima sceneggiata le contraddizioni si sono sprecate: dal campeggio a Villa Pamphili e dal baciamano con “Trattato di amicizia” e fornitura di armi, siamo passati al “non lo voglio disturbare” mentre massacra i dissidenti, alla mozione pro-gheddafi proposta da Frattini alla UE e poi ritirata, poi all’adeguamento alla posizione UE, ma con due precisazioni di Berlusconi: “non abbiamo voluto nominare alcuna no fly zone” e “è stato un errore parlare di processo a Gheddafi, così è stata rafforzata la sua decisione di restare al potere”. Poi abbiamo avuto l’allineamento italiano alle posizioni europee ma con altre due precisazioni berlusconiane: “le nostre basi non le potremo rifiutare” (cioè: vorrei ma non posso) e: “non è prevista una nostra partecipazione diretta”.

Abbiamo sentito dire ancora, nel governo, che non faremo gli affittacamere, che non possiamo farci sorpassare dalla Francia, ma anche che “la Lega sta con la Germania” (cioè: non con l’Italia) e, mentre gli aerei decollano, che c’è “speranza di tregua”. Poi La Russa ci dice che otto aerei italiani sono a disposizione per i combattimenti, Bossi afferma che “Silvio sbaglia” e che “ci sono ministri che parlano a vanvera”, Berlusconi ci tranquillizza perché Gheddafi non è in grado di colpire l’Italia, al che La Russa afferma che oggi entreranno in azione gli aerei italiani…

La spiegazione più semplice è che i nostri governanti non sono capaci di dimostrare un minimo di coerenza, neanche in una crisi internazionale e durante azioni di guerra. È anche la spiegazione piu’ probabile, ma non e’ l’unica.

L’altra spiegazione è che i ministri considerino Berlusconi ormai decotto e incapace di occuparsi di qualcosa che non siano i suoi fatti processuali e i bunga bunga personali. Quindi sgomitano per accaparrarsi il posto di guida, cercando di mettere gli altri di fronte al fatto compiuto: La Russa vuol far pagare a Bossi il suo boicottaggio del centocinquantenario d’Italia e della discesa in guerra e quindi dichiara che i nostri aerei sono in combattimento, in modo che gli alleati pretendano da noi la coerenza e i combattimenti veri… sarebbe uno scenario da affondamento nave con ammutinamento, durante una – vera - battaglia navale.

Per chi – come me - augura tutt’altro che lunga vita a questo governo, non sarebbe uno scenario allegro: dalla padella berlusconiana si rischia di cadere su due tizzoni accesi, che si chiamano La Russa e Bossi. Sarebbe molto meglio uscire dalla padella con delle elezioni e un nuovo governo, senza passaggi sulla brace, soprattutto su quei due carboni ardenti.

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