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Dalla Commissione Europea e dall’ISTAT giudizi negativi: segnali preoccupanti per la recessione

Nella giornata di ieri è stato pubblicato dalla Commissione Europea il "Country Report" sulla situazione dei singoli Paesi. Dal rapporto emergono preoccupazioni per il deterioramento dei conti pubblici e dei passi indietro sulle riforme, sottolineando gli "squilibri eccessivi".

Nello stesso giorno in cui la Commissione Europea ha pubblicato il "Rapporto Paese", l'ISTAT pubblica il rapporto per il mese di febbraio dell'indice di fiducia dei consumatori e delle imprese.
Secondo l'Istituto di Statistica i dati dimostrano un peggioramento del clima di fiducia per entrambi gli operatori economici del nostro Paese, con il persistere di deboli prospettive future, sintomo di della preoccupazione che la recessione possa prolungarsi per molto tempo. Con un occhio alle riforme in discussione in questo mese (quota 100 e reddito di cittadinanza), si pensava dal governo ad un possibile miglioramento del clima economico ma ciò non è ancora avvenuto.

Nella giornata di oggi è stato pubblicato dalla Commissione Europea il "Country Report" sulla situazione dei singoli Paesi.

Dal rapporto emergono preoccupazioni per il deterioramento dei conti pubblici e dei passi indietro sulle riforme, sottolineando gli "squilibri eccessivi".

"La mancanza di progressi nell'affrontare" le sfide di fronte alle quali si trova "purtroppo portano - la Commissione - a concludere che gli squilibri dell'Italia restano eccessivi. L'Italia dovrà adottare ancora misure per migliorare la qualità delle sue finanze pubbliche, aumentare l'efficienza della sua amministrazione e del sistema giudiziario, rafforzare l'ambiente economico, rafforzare il mercato lavoro e il sistema finanziario. È urgente fare tutto ciò date prospettive le economiche per l'Italia. Le previsioni per il 2019 non sono più di un 0,2% di crescita e quindi - la Commissione - sente un senso di urgenza molto forte".

"Quota 100 avrebbe un impatto negativo sulla sostenibilità dei conti pubblici. L'efficacia del reddito di cittadinanza sarebbe messa in dubbio dall'impreparazione dei centri per l'impiego".

La Commissione rimane preoccupata perché "il debito non scende a causa dei piani economici deboli del Governo, in generale lo slancio delle riforme si è fermato. La Commissione resta vigile e monitorerà da vicino la situazione italiana" per fare valutazione in primavera basata soprattutto "sul livello di ambizione del programma nazionale di riforme".

Nello stesso giorno in cui la Commissione Europea ha pubblicato il "Rapporto Paese", l'ISTAT pubblica il rapporto per il mese di febbraio dell'indice di fiducia dei consumatori e delle imprese.

Secondo l'Istituto di Statistica i dati dimostrano un peggioramento del clima di fiducia per entrambi gli operatori economici del nostro Paese, con il persistere di deboli prospettive future, sintomo di della preoccupazione che la recessione possa prolungarsi per molto tempo. Con un occhio alle riforme in discussione in questo mese (quota 100 e reddito di cittadinanza), si pensava dal governo ad un possibile miglioramento del clima economico ma ciò non è ancora avvenuto.

 

Secondo l'ISTAT a febbraio 2019 si stima "un ampio calo" dell'indice del clima di fiducia dei consumatori, che passa da 113,9 a 112,4; inoltre tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori sono in peggioramento: il clima economico e quello corrente registrano le flessioni più consistenti (rispettivamente da 130,5 a 126,6 e da 112,4 a 109,4), mentre cali più moderati caratterizzano il clima personale e quello futuro (rispettivamente da 108,9 a 108,2 e da 117,4 a 116,9). L'indice che misura la fiducia dei consumatori raggiunge a febbraio il valore più basso degli ultimi 18 mesi e si caratterizza per un peggioramento dei giudizi e delle attese sulla situazione economica generale, mentre le opinioni sul quadro economico personale risultano nel complesso stabili.

 

Con riferimento alle imprese, anche l'indice composito del clima di fiducia si caratterizza per "una evidente flessione" (da 99,1 a 98,3), confermando "un'evoluzione negativa in atto ormai dallo scorso luglio". Tra i settori produttivi, oltre alla contenuta flessione registrata per l'industria manifatturiera (da 102,0 a 101,7), è da rilevare come l'indice di fiducia delle costruzioni, dopo l'aumento dello scorso mese, torni a diminuire (con un calo consistente da 139,2 a 135,5), mantenendosi comunque su livelli storicamente elevati. Molto debole è l'evoluzione della fiducia nei servizi di mercato (cala lievemente da 98,6 a 98,3), con il relativo indice settoriale che è sotto 100 da tre mesi, mentre un segnale in controtendenza sembra provenire dalle vendite al dettaglio (dove l'indice aumenta ad 102,9 a 105,4). Tutto ciò è preoccupante per quanto riguarda anche le aspettative sull'occupazione.

 

Nel complesso i due rapporti segnalano preoccupazioni che provengono da più parti, sia la Commissione Europea che l'Istituto di Statistica osservano i dati sulla recessione con un occhio di riguardo sulle possibili ripercussioni delle due riforme cardini sull'economia del nostro paese e i possibili impatti, per quanto riguarda la Commissione, sui conti pubblici e, per quanto riguarda l'ISTAT, sulle scelte di consumo e investimento da parte delle famiglie e delle imprese.   

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