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Da Napoli a Montalcino, l’atmosfera unica del palcoscenico permanente. La 32esima edizione del Festival Internazionale di Montalcino

Cosa accomuna artisti celebri come Fabrizio De Andrè e Domenico Modugno al talento anarchico di Piero Ciampi e alla vicenda della ballerina Elettra Romani? Una vita intensa vissuta nell'arte. E l'essere i protagonisti della 32esima edizione del Festival Internazionale del Teatro di Montalcino, organizzato da una coraggiosa associazione napoletana, Interno 5. Coraggiosa perché riesce a realizzare una settimana di Festival quasi a costo zero, e perché ha scelto il tema "Vite d'artisti" proprio per significare quello "sforzo radicale di chi si dedica all'arte. Chi appartiene a questo mondo, dagli interpreti alle maestranze, intraprende una strada dura, talvolta avara di soddisfazioni. Eppure meravigliosa. Questo è il modello a cui richiamarsi per fronteggiare il periodo buio che attraversa la cultura italiana", ha detto Hilenia De Falco, direttrice artistica della manifestazione che si terrà negli spazi della cittadina senese tra il 27 luglio e il 1 agosto 2011.

Quattro cene spettacolo nei quartieri della città (inizio ore 20), e un laboratorio (tutti i giorni dalle 10.30 alle 17.30 al Teatro degli Astrusi), sulle tecniche di narrazione tenuto da Laura Curino, a cui è affidata una delle rappresentazioni, “Ho visto Nina volare”, ispirata alla vita del cantautore Fabrizio De Andrè, che chiude la manifestazione lunedì 1 agosto; mentre si intitola “Io provo a volare” il primo spettacolo, un lavoro su Modugno, scritto, diretto e interpretato da Gianfranco Berardi, in scena mercoledì 27 luglio. Il cantautore anarchico Piero Ciampi rivivrà in “Mi sono arreso a un nano” de I Mercanti di Storie, sabato 30 luglio, e la storia della ballerina Elettra Romani dà vita ad “Elettra”, di Nicola Russo, domenica 31. 

Chi non ha mai preso parte ad una manifestazione del genere non può capire l'atmosfera che si crea: una settimana intera di spettacolo permanente. La formula unica del Festival, quest’anno in una versione più breve e intensa, sarà rispettata: i workshop si intrecceranno alle rappresentazioni, declinate nei quattro quartieri ilcinesi (Borghetto, Pianello, Ruga e Travaglio) nella forma della cena con spettacolo. Un modo per avvicinarsi al mestiere del teatro in modo serio e "totale"; per poi fruirne in goliardica compagnia che da sempre caratterizza il metodo del Festival. Nato da una storia tenera e lontana, immaginata e realizzata da Paolo Coccheri nel 1981. Coccheri riuscì a portare a Montalcino, negli anni, miti come Eduardo De Filippo, Carmelo Bene, Dario Fo. Trasformando il borgo della Val d'Orcia in una sorta di palcoscenico continuo con pochi soldi ed un'idea semplice: il teatro come vita. Ovvero struttura organica di ogni momento della giornata, un vero e proprio mestiere da imparare a bottega tramite laboratori, incontri, cene e performance. Un teatro, insomma, dove lo spettacolo è giusto l'esito naturale di un percorso.

L'idea, messa da parte negli anni (Coccheri nel frattempo si è dato alla solidarietà e ha formato gruppi di sostegno a senzatetto e disagiati), è stata ripresa dai giovani di Interno 5 in una sorta di passaggio di consegne. L'associazione, di cui fanno parte oltre alla De Falco anche Adele Gallo, Daniela Visone, Antonello Tudisco e Vincenzo Ambrosino, l'ha prima organizzato a Napoli dal 2005 al 2010; finché non è riuscita a farlo tornare nel suo luogo d'origine. L'anno scorso l'edizione ha portato in Italia Enrique Vargas e il suo Teatro de los Sentidos, con il percorso sensoriale "Il viaggio dell'uva" che ha reso omaggio alla grande tradizione enologica di Montalcino, e il workshop di Giorgio Barberio Corsetti che al festival già era stato da allievo. Un luogo magico, Montalcino, dove nascono e finiscono le storie di teatro: come nel caso di Eduardo che qui concluse la sua luminosa carriera, traducendo in napoletano la "Tempesta" di Shakespeare: "Nuje simmo fatte cu la stoffa de li suonne, e chesta vita piccerella nosta de suonno è circondata, suonno eterno".

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Autore

Giovanni Chianelli

Giornalista napoletano.


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