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Da Macron a Conte passando per la Von der Leyen: come le elites europeiste si compattano

Con il voto di fiducia al Senato si è avviata una nuova fase politica che colloca la coalizione che guida l'Italia inequivocabilmente nell'area europeista. Lo scontro politico, e quindi di potere, sul futuro dell'UE ancora una volta è stato vinto dalle élites europeiste e sovranazionali. 

Non che Renzi fosse un antieuropeista. Ha solo tentato di inserirsi nello scontro per qualche tornaconto personale e per dare risposte a quella parte del sistema economico nazionale che punta ai fondi del Recovery Plan da utilizzare per fini di parte al di fuori di una logica coerente con gli impegni assunti a livello di U.E. e con l’interesse nazionale. Dalle elezioni della von der Leyen grazie a Conte, ai voti degli il europarlamentari del M5S e alla fine del governo con Salvini, il percorso politico di Conte è segnato dalla scelta europeista. Il caos creato da Renzi, come dicevo, è stato dettato da questioni tutte personali che nulla hanno a che vedere con il confronto in corso. PD , M5S , Leu e Conte , dopo aver tentato tutte le mediazioni possibili, hanno colto l'occasione per liberarsene. Renzi continua ad essere quello del “Fassina chi?” e dell' #Enricostaisereno. Un machiavelliano privo di senso dello Stato. Un parvenù della politica. Purtroppo sono queste categorie antropologiche appartenenti alla cultura piccolo borghese della provincia italiana.

Regista dell’operazione è Goffredo Bettini. Dirigente del PD dotato di notevole intelligenza politica che ha trovato in Conte l’uomo giusto al momento giusto. Infatti solo un giurista conoscitore delle procedure poteva operare secondo lo schema elaborato da Bettini. Conte ancora una volta ha dimostrato la superiorità della cultura giuridica rispetto ad altri paradigmi culturali. Ricordate la trattativa sul Recovery Fund? Anche quella venne vinta in punta di diritto. Lo scenario prospettato da Bettini è la costruzione della gamba centrista dell'alleanza a sostegno del Governo. Cosa non difficile. Inizialmente, aveva pensato a Renzi e Calenda come riferimenti per un aggregazione di centro. A quanto pare a Renzi la proposta è apparsa insufficiente.

De Falco, il senatore eletto nelle file del M5S grazie a un <<cazzo! sali a bordo>> e poi passato con Calenda ha votato la fiducia al governo, ciò lascerebbe intendere che, a Calenda, l’idea di Bettini potrebbe interessare; nonostante De Falco abbia fatto capire che la sua è stata una posizione autonoma. A parte i provvedimenti di carattere economico l’appuntamento che segnerà un ulteriore passaggio è l’elezione del Presidente della Repubblica. A questo punto potrebbe esserci anche un bis per Mattarella. Dopo l’elezione del Presidente della Repubblica, a differenza di tanti commentatori politici, non penso che si andrà ad elezioni politiche anticipate. Il Presidente del Consiglio lavorerà per allargare e consolidare la maggioranza in vista dei prossimi appuntamenti e soprattutto in vista delle elezioni politiche. Non sono convinto che ci saranno elezioni politiche anticipate perché il Governo e la maggioranza che lo sostiene hanno tutto l’interesse di andare alle urne dopo aver messo in campo il Recovery Plan e dopo aver visto gli effetti che esso produrrà sulle condizioni materiali degli italiani.

La prosecuzione del progetto europeista ha bisogno di riconquistare il consenso delle masse popolari, per poterlo fare in Italia ha bisogno dell' intera legislatura. Per quanto riguarda Conte risulta che ha depositato il simbolo del proprio movimento. La scelta di guidare la gamba centrista della potenziale coalizione dipende da molte variabili. La prima in assoluto il sistema elettorale. Ognuno delle formazioni politiche di maggioranza da qui alle elezioni dovrà definire meglio il proprio target elettorale. La crisi ha giocato, stando ai sondaggi, a favore della coalizione di Governo. Perché i progetti possano realizzarsi, ossia vittoria alle elezioni politiche nell’ambito di una scelta europeista servono provvedimenti miranti a conquistare il Popolo.

Di fronte alla crisi economica e pandemica, in un sistema sociale destrutturato, con i corpi sociali Intermedi ridimensionati e ridotti a sigle vuote, il Popolo non ha una precisa collocazione ideologica per cui elettoralmente parlando è molto fluido. La maggioranza di governo, come dichiarato da Conte, si richiama alle culture politiche europeiste ossa: Socialista, Popolare e Liberale. Serve sapienza politica e tecnica giuridica per poterle tenere insieme evitando che confliggano tra di loro. Ci sono altre variabili, ma fondamentalmente la partita si gioca tutta entro i confini che ho provato a delineare. La lettura del recente saggio curato dal sociologo Carlo Triglia dal titolo “Capitalismi e Democrazie” aiuterebbe sicuramente a capire gli scenari socio- economici e i confronti politici in corso.

Per quanto riguarda il centrodestra. La base ideologica è quella del nazional-liberismo, dell'autonomismo regionale e di una Europa delle piccole patrie. Per realizzarsi questo progetto ha una unica chance e cioè il fallimento delle politiche a favore del Popolo che dovrà mettere in campo il governo. La disponibilità di risorse finanziarie è notevole per cui ci sono ampie possibilità di manovre. Al di là delle chiacchiere, miranti ad alimentare la speculazione finanziaria, la richiesta di rientro del debito pubblico da parte dell’UE non è dietro l' angolo. Le élites europeiste sono consapevoli dello scontro in corso. Per cui non credo che da qui a un anno vorranno ritornare tout court a politiche di austerità. Notizie di questo tipo sono messe in giro dai media che parlano per conto dei padroni i quali alzano la posta nella trattativa con il governo rispetto all'utilizzo delle risorse finanziarie da utilizzare. Queste forze padronali hanno provato con Renzi ad ottenere un governo tecnico. Gli è andata male. Questo non vuol dire che non avranno risposte dal governo ma non saranno quelle che sperano.

La maggioranza di governo potrà vincere le elezioni politiche alla sola condizione di saper utilizzare sapientemente l' occasione del Recovery Fund. Dopo il voto al senato lo spread che era tornato a crescere ha invertito la tendenza. Sicuramente molto lo si deve all' operato della BCE che è appunto uno degli strumenti che le élites stanno utilizzando per tenere insieme l'UE. In questi giorni Conte è stato paragonato a Monti e alla Lista Scelta Civica. Nulla di più fuorviante. Se proprio dobbiamo fare una comparazione Conte richiama Macron e il disegno europeista del movimento politico En Marche! Con l’unica differenza che Conte più che essere comparato al Macron della “prima ora” è da paragonare al Macron della recente intervista rilasciata a il GrandContinet il 16 novembre dello scorso anno. 

Il risultato delle ultime elezioni europee ha sventato il pericolo sovranista favorendo l’ascesa di una nuova elites che sotto la pressione della crisi economica, della Brexit, della crisi pandemica e della ridefinizione del sistema Mondo ha la necessità di operare per integrare e rafforzare il progetto di Unione Europea. Per operare in tal senso ha bisogno di conquistare il “popolo” da qui l’allentamento di una serie di vincoli di bilancio, per altro previsti dagli stessi Trattati, che stanno rendendo possibile una inversione delle politiche sin qui applicate. Macron, Conte, la Von Der Leyen, Merkel, Sanchez sono gli attori protagonisti di questo processo affidato ai Governi nazionali i quali devono operare per conquistare il consenso del Popolo che governano. Renzi per la sua inaffidabilità, non è funzionale al progetto.

Che sia così lo ha spiegato molto bene Brunetta su Huffington Post a proposito della proposte di modifica del Recovery Plan avanzata da Renzi. Osservazioni che hanno spinto Money.it a titolare “ Renzi ora teme Conte: “Hanno fatto l’accordo con Brunetta” questo in data 8 gennaio 2021. Per adesso non c’è stato nessun accordo ma bisogna vedere cosa succederà in Forza Italia e i primi segnali sono di fuga da quel partito verso il sostegno al Governo come prova il voto alla Camera e al Senato.  

Foto: governo.it

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