La popolazione dello Sri Lanka ha forse più urgenza ad essere protetta dalle angherie del governo più che dalla violenza dei gruppi armati sconfitti.
L’organizzazione Human Rights Watch, con il rapporto consegnato all’Onu a settembre, ha sollevato delle perplessità sulle continue deroghe alla democrazia che il governo dello Sri Lanka continua ad attuare, nonostante lo stato di emergenza sia finito, con delle abrogazioni di facciata delle leggi speciali rappresentate dalla Prevention of Terrorism Act (PTA) dall'Apt.
Altre accuse erano state avanzate da Amnesty International per le migliaia di persone detenute senza processo, in base alle leggi antiterrorismo, o molte altre scomparse.
Prigionieri dimenticati, come titola il rapporto di Amnesty International del marzo di quest’anno, in luoghi segreti, che “vivono” sotto la minacci di torture e di morte.
Lo stato d'emergenza, usato con la scusa della sicurezza nazionale, è in vigore, nello Sri Lanka, quasi ininterrottamente dal 1971, continua ad erodere le libertà individuali e tenendo sotto pressione l’opposizione.
La sicurezza dei singalesi, nonostante che le Tigri Tamil siano state sconfitte nel 2009, continua ad essere sbandierata come priorità del governo per evitare l’argomento dei Diritti Umani e continuare a mantenere uno stato d’emergenza. La popolazione dello Sri Lanka ha forse più urgenza ad essere protetta dalle angherie del governo più che dalla violenza dei gruppi armati resi inermi.
Una vera emergenza la legalità imposta con detenzioni arbitrarie, torture e sparizioni forzate di migliaia di persone, grazie agli ampi poteri concessi alle autorità.
Un atteggiamento, quello tenuto dal governo singalese, che è stato oggetto di critiche interne e internazionali, ma alle quali ha tenuto a rispondere con diverse iniziative di facciata e soprattutto con un summit sulle tecniche per sconfiggere il terrorismo tenutosi a maggio, probabilmente come risposta all’inchiesta aperta dall'Onu sui 40/100mila morti del decennale conflitto tra i tamil e le truppe governative e i possibili "crimini di guerra" e "crimini contro l'umanità". Le Tigri Tamil, come le forze governative, hanno elargito violenza anche verso la propria gente.
Un’esperienza, quella acquisita in decine d’anni di guerra civile, che non poteva andare persa e il governo singalese ha pensato di farne partecipe il resto del Mondo con un summit contro il terrorismo.
I delegati di una quarantina di paesi hanno partecipato ai tre giorni dello Defeating terrorism - Sri Lankan experience (Sconfiggere il terrorismo - esperienza dello Sri Lanka).
Tra i partecipanti gli indiani, che come i cinesi e i russi, non hanno molto da imparare dallo Sri Lanka dal come trattare i gruppi dissidenti, come dimostra il ritrovamento di migliaia di tombe senza nome e fosse comuni nel Kashmir indiano, documentato dall’IPTK (International People’s Tribunal on Human Rights and Justice), report Buried Evidence nel 2009, ed ora oggetto di una “presa di coscienza” da parte della Commissione di Stato sui Diritti Umani del Jammu e Kashmir (SHRC - State Human Rights Commission of Jammu and Kashmir).
Un’attività antiterrorismo vigorosa propagandata dai funzionari dello Sri Lanka ed evidenziata anche dal documentario Sri Lanka's killing fields, messo in onda da Channel 4, che ha stimolato il governo britannico a chiedere un indagine sulle atrocità della guerra civile.
Il governo dello Sri Lanka si è limitato ha definire il video come un prodotto "manipolato per screditare l'esercito", sostenendo di essere ingiustamente criticato per i metodi utilizzati per porre fine a un conflitto e agli attentati di kamikaze.
Un summit quello cingalese ben diverso dal Vertice dell’Unione Africana svoltosi nel 2010 a Kampala (Uganda), che solo gli attentati attribuiti agli estremisti islamici somali ha posto in primo piano l’emergenza terroristica in Africa, oscurando la salute materna e infantile, oltre allo sviluppo del Continente, che lo avevano promosso
Ora il governo singalese deve affrontare la questione del reinserimento degli sfollati, la restituzione delle proprietà confiscate e soprattutto cominciare a rispettare i diritti, scarcerando gli innocenti, magari collaborando con i partiti Tamil.