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Crisi Grecia: ripetenti e ripetitori

Crisi Grecia: ripetenti e ripetitori

Nei giorni scorsi alcuni parlamentari tedeschi hanno avuto la bizzarra idea di far partecipare le banche del proprio paese al salvataggio della Grecia. Dapprima, in un empito di moralismo, inducendole ad accettare, “per punizione di aver speculato”, una ristrutturazione del debito greco, cioè a tagliare il valore dei propri crediti verso Atene; in seguito, ed in subordine, a partecipare ai nuovi crediti, come confermato anche ieri dal ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble.

Anche il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, si unisce alla stralunata richiesta:

“E’ una decisione che prenderanno Tremonti e Berlusconi”. Così il ministro degli Esteri Franco Frattini ha risposto ad una domanda su un possibile coinvolgimento delle banche nazionali nel piano di aiuti della Grecia, come fatto da altri paesi. “Il sistema Italia ha un interesse oggettivo a far sì che la zona euro sia preservata – ha detto il ministro – ma le modalità le valuteranno i responsabili”

Proviamo a valutare gli scenari. Ipotizziamo che le banche italiane decidano di affiancare il governo nelle erogazioni alla Grecia. Ipotizziamo che lo facciano su base del tutto volontaria, perché le banche sono imprese private e non sono Eni ed Enel, che compiono “donazioni” alla social card a gentile richiesta del ministro dell’Economia.

Prestare alla Grecia implica comunque un rischio di default, che si somma alle posizioni in titoli greci che le banche già possiedono. Cosa compensa le banche italiane per questo rischio, considerato che pare che i nuovi crediti saranno junior rispetto a quelli già in essere? Lo stato italiano garantisce le banche italiane in caso di insolvenza del debitore? In quel caso, Tremonti (meglio, i contribuenti italiani) resterebbe esposto verso la Grecia per l’importo originario, ma la tipologia di rischio passerebbe da “per cassa” a “per cassa e di firma”. E quindi?

Oppure (secondo scenario) le banche italiane prestano ad Atene senza garanzie dello stato italiano, la Grecia va in default, le banche devono ricapitalizzare dopo aver contabilizzato le perdite. Chi paga? Il Tesoro, con aumenti di capitale come quelli degli inglesi e degli americani, dopo esserci vantati che le banche italiane hanno esposizione alla Grecia quasi nulla? No, proprio questa idea di invitare le nostre banche a prestare alla Grecia è stupida alla radice. Il fatto che sia stata avanzata da politici tedeschi non la rende per ciò stesso intelligente. E sarebbe utile che i nostri politici non si mettessero a fare il verso ai somari: ripetere una sciocchezza non la trasforma in una buona idea.

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