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Crescono i crimini informatici nel mondo

Alzi la mano chi ritiene di aver subito un crimine nell'ultimo anno. Pochi, suppongo. Perché noi consideriamo tali solo i fatti compresi nel mondo reale, ignorando che la maggioranza dei reati avviene ormai in quello virtuale.


Il Rapporto Norton sulla criminalità informatica nel 2011, pubblicato dalla società di sicurezza Symatec il 7 settembre, evidenzia le preoccupanti dimensioni di questo fenomeno.

L'indagine è stata effettuata attraverso 19.636 interviste a persone di 20 diversi Paesi. Ogni giorno vengono commessi più di un milione di cyberreati. Secondo il rapporto, il 69% degli utenti internet ha subito almeno un crimine informatico nel corso della propria vita da “navigante”.

Lo scorso anno oltre 431 milioni persone nel mondo sono cadute vittime di cybercrimini, per un costo complessivo di 388 miliardi di dollari, ripartiti in 114 miliardi diretti (danni effettivi ai sistemi) più altri 274 miliardi indiretti (tempo perso, ecc.). Tanto per fare le proporzioni, il traffico degli stupefacenti ha un giro d'affari stimato per 411 miliardi, dei quali 288 solo per marijuana e cocaina. Intendiamoci: sotto questo aspetto si parla di introiti per la criminalità, mentre i dati sul cybercrime si riferiscono al controvalore delle perdite generate, ma il confronto tra le cifre offre un'idea sul volume di attività raggiunto da questo nuovo comparto della malavita.

In cima alla lista dei Paesi colpiti ci sono gli Usa, con 74 milioni di utenti che hanno denunciato violazioni, per danni diretti pari a 32 miliardi di dollari. Subito dopo c'è la Cina, con danni stimati per 25 miliardi. Terzo posto per il Brasile (15 miliardi), quarto per l'India (4 miliardi). I tassi di criminalità informatica più elevati sono stati registrati in Cina 85%) e Sudafrica (84%)

In Italia i danni ammontano a 857 milioni di dollari, più altri 8,5 miliardi in termini di tempo perduto (in media, 9 giorni pro capite annui).
Le modalità più diffuse in cui il crimine informatico si consuma sono l'intrusione di virus e malware (54% dei casi), e le truffe online (11%) e il phishing (10%). Ed è superfluo sottolineare che più tempo un individuo trascorre online, più probabilità ha di essere interessato: la percentuale di utenti colpiti è del 64% tra coloro che navigano al massimo 24 ore a settimana, per aumentare al 79% tra quelli che sono connessi fino a 48 ore.

Nel bersaglio non ci sono soltanto i computer: i cybercrimes colpiscono anche i telefoni cellulari. Il 10% dei navigatori abituali afferma di aver subito almeno un tentativo di phishing sulla propria utenza mobile via sms.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Sandro kensan (---.---.---.106) 21 settembre 2011 19:32
    Sandro kensan

    «Il 10% dei navigatori abituali afferma di aver subito almeno un tentativo di phishing sulla propria utenza mobile via sms.»

    camminando per le strade della mia città mi hanno fatto almeno un tentativo di vendermi droga sulla mia utenza mobile (camminavo) via voce (mi hanno parlato).

    Per non parlare di vendermi materiale rubato (vuoi una bicicletta?) o hai un euro per telefonare?

    E quindi? mettiamo un casco antivirus sulle teste delle persone?

  • Di Sandro kensan (---.---.---.106) 21 settembre 2011 19:37
    Sandro kensan

    «Lo scorso anno oltre 431 milioni persone nel mondo sono cadute vittime di cybercrimini, per un costo complessivo di 388 miliardi di dollari,»

    Molti anni fa ho dato un paio di volte un euro a gente che aveva lasciato il portafoglio a casa e che doveva telefonare, poi ho capito che forse non era il caso di esser generosi con queste persone.

    Cybercrimine? E io vittima? Costo complessivo?

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