Confronto in tv Harris - Trump. Dovremmo essere tutti terrorizzati
Capita, per mille ragioni, non riuscire a prendere sonno. Oppure svegliarsi improvvisamente nel cuore della notte e non riuscire più a prendere sonno.
E se malauguratamente questo capita non ci sono molte alternative all'accendere la tv, mentre magari ti prepari una camomilla. Proprio cosi è andata questa notte e il caso ha voluto che mi imbattessi in una no stop di Mentana su La7 che, credo in assoluto, sia quanto di peggio uno si possa augurare.
L'occasione l'attesissimo confronto televisivo tra Donald Trump e Kamala Harris, ovvero i due candidati alle presidenziali USA di novembre. Un confronto che tiene con il fiato sospeso, carico di implicazioni sul piano geopolitico e sulla sicurezza di ciascun cittadino del mondo. Pur avendo perso la prima parte, quello che ho sentito mi basta e avanza per definirlo semplicemente "terrorizzante". I due candidati intervistati a turno da due giornalisti sui quali nulla da dire, soprattutto a confronto con quelli nostrani, ma con la penalizzazione di una traduzione in italiano da una voce maschile che rendeva piatta e insapore gli interventi di Trump. Ovviamente dovuta al caso e non premeditata.
A parte la banalità e persino l'infantilismo con il quale i due contendenti si sono tirati addosso tutto il peggio che si possa immaginare, presente e pregresso sulla loro vita, mi ha colpito la sensazione sgradevole di due individui che si sentivano, a qualunque titolo o ragione, "i padroni del mondo". Le frasi ricorrenti " non devevi permettere che l'Iran diventasse una potenza... ", " si doveva subito intervenire sullo sviluppo della Cina" , " non dovevamo permettere la costruzione del gasdotto Nord Stream", " Putin e Zelensky andavano subito fermati", " gli europei devono sborsare soldi perché noi garantiamo la loro sicurezza (ndr da chi?)" e via dicendo perché tutte non me le ricordo. Roba da fare accapponare la pelle, pensando che questi individui pretendono di esercitare una leadership, peraltro indiscutibile, mettendola su un piano di quello che "permetto e/o non permetto" a chichessia, come se il resto del mondo fosse ai loro piedi. Poi ad un certo punto, e non poteva mancare, Trump rinfaccia a Kamala di avere voluto disarmare il paese (?!) e quella , piccata, subito lo contraddice, dicendo che pure lei possiede un'arma da fuoco. E via di questo passo tra lei che da del golpista a Trump, palazzinaro razzista che ha fatto soldi negando le case ai cittadini di pelle nera, e lui che la definisce il rimpiazzo di un rimbambito (ndr Biden ) che ha scassato l'economia con milioni di dollari presi da ucraini e cinesi per affari personali. E via cosi ..... nel peggior squallore che si possa immaginare.
In studio a commentare un Mentana che non sapeva cosa dire, con ospite il solito Rampini con le bretelle che tira la corsa a Kamala e che, ad un certo punto, ha intravisto un Donald un pò confuso e affaticato. Bonta sua. Ho chiuso, con brutti pensieri che mi giravano nella testa.
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