• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tempo Libero > Musica e Spettacoli > Concerto per le Sacre Ceneri a Venezia

Concerto per le Sacre Ceneri a Venezia

Trasferitasi lo scorso anno dalla chiesa di Santa Maria Formosa a quella di Santa Maria della Pietà, conosciuta come “la chiesa di Vivaldi” anche dal turista appassionato, l’XI° edizione del Concerto per le Sacre Ceneri, tradizionale appuntamento culturale promosso e organizzato dalla Fondazione Ugo e Olga Levi, ha registrato l’ennesimo "tutto esaurito".

È da sottolineare con piacere come la maggior parte del pubblico fosse composta da veneziani, grati ad un’associazione che tanto continua a fare culturalmente per Venezia, stufi di essere governati da persone poco attente a salvaguardare la dignità di una città dal passato così glorioso, oggi trasformata da un lato in "Venezialand", da un altro in un Souk a cielo aperto senza regole, che esibisce merce contraffatta o priva di qualità.

Dopo un carnevale sceso sempre più in basso, su cui non resta ormai che stendere un velo pietoso, il veneziano ritorna a respirare proprio dal concerto per le Ceneri. Il programma di quest’anno ha avuto il merito di portare alla luce, accanto a pagine di compositori ben noti, come il veneziano Giovanni Gabrieli (1554/56-1612) e uno dei suoi discepoli, il tedesco Heinrich Schutz (1585-1672), un repertorio in fase di riscoperta, fatto di opere di musicisti poco conosciuti e in alcuni casi mai eseguiti in Italia.

Tutto questo si deve al gruppo internazionale di studio TRA.D.I.MUS. ( Tracking the Dissemination of Italian Music, letteralmente “scovare le tracce della diffusione della musica italiana”). Nato nel 2009 grazie al sostegno della Fondazione Levi e coordinato da Marina Toffetti, TRA.D.I.MUS. ha come scopo principale la ricerca sulla ricezione della musica italiana nel Cinquecento e nel Seicento.

In poco più di un’ora e mezza si sono ascoltate composizioni di 11 autori, a partire dal mottetto di Giovanni Gabrieli "O domine Jesu Christe", a 8 voci e 2 cori, che ha messo in risalto la naturale eleganza delle linee melodiche e la presenza frequente di figurazioni ritmiche innovative, per concludere con la grande sequenza policorale ‘Victimae paschali laudes’, a 12 voci, in 3 cori, di Marcin Mielczewski (?-1651), considerato il principale compositore polacco del suo tempo.

La scelta di una sequenza che richiede un organico sfarzoso tipico delle celebrazioni di maggiore solennità, ha rappresentato la sintesi di molti aspetti comparsi anche nei brani precedenti. Tra essi spiccano l’impiego sapiente delle voci soliste alternate e contrapposte al coro, la maestosa struttura policorale e la presenza di strumenti ad arco e a fiato che conferisce ricchezza di colori.

Protagonista della serata, la musicista e musicologa Marina Malavasi ha sapientemente diretto l’Iris Ensemble, un gruppo vocale da camera fondato nel 2007, l’organico strumentale la Pifaresca – archi, tromboni, cornetto ed organo positivo – ed un coro di 37 elementi. Un plauso a Roberto Loreggian all’organo positivo, conosciuto in città per le numerose collaborazioni in organici differenti, unico musicista ad essere impegnato in tutti i brani eseguiti. Battimani generosi e calorosissimi hanno accompagnato il ritorno dietro le quinte del numeroso organico.

Foto: Wikimedia

                                     

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità