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Come siamo sfigati! La politica e il contatto perso coi giovani

In questi giorni sta prendendo piede un accanimento mediatico sui giovani. Prima l’infelice uscita del prof. Michel Martone (“Chi si laurea dopo 28 anni è uno sfigato”), a corollario di quelle di Monti (“Che monotonia il posto fisso”) e di Cancellieri (“Oggi si vuole il posto fisso vicino alla mamma”), arriviamo ad aggiungere alla sequela pure l’on. Stracquadanio (“Chi guadagna 500 € al mese è uno sfigato”). Al di là della libertà di pensiero delle autorevoli persone sopracitate, quello che stupisce è l’impressione, a tratti fastidiosa, che la classe politica (che non è sfigata, che cambia poltrona quando si annoia per prenderne una più gratificante, che non prende 500 € al mese, forse all’ora) abbia perso il contatto con la realtà, la percezione di come se la spassi il resto del Paese, che tra l’altro dovrebbe rappresentare.

O forse il precariato è un’invenzione dei nostri tempi, un neologismo comunista buttato lì, un fenomeno creato da mammoni sfigati che non hanno voglia di cercarsi altri lavori e che si accontentano del primo che trovano purché sia vicino alla famiglia? O forse ci siamo trincerati dietro la convinzione che il giorno è lungo solo 24 ore mentre in realtà sono molte di più e quando abbiamo fatto le solite otto ore quotidiane, le altre ore si possono dedicare ad un altro lavoro, tanto per cambiare, e non perdere tempo con sciocchezze come la famiglia, il tempo libero, la partitina a calcio con gli amici, il gioco con i figli.

Sarà mica che questa miriade di contratti che spuntano come funghi e fanno sbizzarrire la fantasia dei giuslavoristi, creino lavoro malpagato (tante ore settimanali per appunto 500€ al mese se non meno) senza diritti, coperture assicurative e garanzie (se ti ammali sono cavoli tuoi, in cassa non ti entra niente…)?

O forse questa scuola pubblica che sta andando allo sfascio, con tagli annuali che incidono non poco sulle economie dei poveri Dirigenti che ormai non puntano più sulla qualità dei loro servizi ma dedicano il loro tempo ad amministrare i bilanci delle loro scuole che sono state accorpate dalle elementari alle superiori, non è più in grado di formare i giovani per renderli pronti al mercato del lavoro?

Vogliamo parlare di queste Università che propongono piani formativi che però mal si sposano con le esigenze dettate dal mercato del lavoro che cerca continuamente carne da macello da impiegare nelle filiere produttive e non si interessa di lavoro specializzato che costa troppo alle aziende in nome del Profitto?

E quel fenomeno del foglio di dimissioni in bianco che viene fatto firmare ai lavoratori in modo che quando non servono più vengano mandati a casa senza troppe pretese e senza che i lavoratori possano far causa? Mah, forse saranno esagerazioni di gente che pretende troppo!

Non passa per la testa che se le prospettive di lavoro sono queste, a 500€ al mese, con i prezzi che ci sono al giorno d’oggi (tra benzina e affitto tanto per far due esempi), non conviene andare tanto lontano ma starsene a casa con la mamma ed il papà perché così si può sperare di mettere da parte qualcosa per il futuro?

E cosa dire poi di queste donne che lavorano che devono scegliere tra carriera e famiglia e mettere in preventivo che al primo pancione si rischi discriminazione, sfruttamento e pure il licenziamento?

Chissà come mai sono sempre in tanti che invece se ne vanno all’estero nella speranza di avere un futuro migiore, di fare finalmente un lavoro che riconosca le proprie qualità e finalmente uscire da questo mondo di precariato? Come li dobbiamo chiamare? Sfigati? Opportunisti? Sognatori?

Oggi parlare di diritti è diventato blasfemo. I diritti costano, infastidiscono, fanno perdere tempo. È brutto constatare che per 100 euro un più si rinuncia volentieri a qualcosa. Abbiamo impiegato anni per ottenere quel castello di diritti che abbiamo ora, tra l’altro ancora oggi non tutti riconosciuti e molti continuamente attaccati. Per perderli ci vuole poco: basta una firmetta e via. Nell’altare del profitto non c’è posto per queste sciocchezzuole. Ho l’impressione che le uscite di questi personaggi non siano infelici boutade, ma parte di una strategia mediatica messa in atto per creare sempre più carne da macello da sacrificare all’altare del profitto.

 Se è così, far finta di niente è molto, molto pericoloso.

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